Divieto di affidamento al contraente generale della direzione lavori, ampio utilizzo del performance bond, istituzione di un albo nazionale dei commissari di gara gestito dall’Anac che, inoltre, avrà più ampi e incisivi poteri di regolazione; riduzione del numero delle stazioni appaltanti in ragione della loro qualificazione tecnico-professionale; divieto del massimo ribasso per i servizi intellettuali e utilizzo preferenziale del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Sono queste alcune delle ipotesi emendative presentate ieri in commissione ambiente e territorio al senato dal relatore del disegno di legge delega per il recepimento delle direttive appalti pubblici e per la riforma del codice dei contratti pubblici, Stefano Esposito, che saranno recepite in un nuovo testo del disegno di legge-delega. Sempre ieri, infatti, la commissione ha incaricato lo stesso Esposito e l’altro relatore, Lionello Pagnoncelli, a redigere un nuovo testo, da sottoporre anche ai fini della successiva fissazione del termine per gli emendamenti, con l’obiettivo di licenziare il testo per l’aula entro l’ultima settimana di aprile. Appare evidente come il testo del governo potrebbe uscirne fortemente revisionato anche alla luce del lungo e articolato ciclo di audizioni che ha evidenziato molte richieste di modifica un po’ da tutti gli operatori del settore. Per questa ragione il relatore ha fatto circolare le ipotesi emendative che saranno oggetto del nuovo testo e fra i temi individuati vi è in primo luogo quello dell’organizzazione amministrativa. In linea con l’orientamento del governo, la proposta sarebbe quella di indicare espressamente dei parametri attraverso i quali arrivare a una sensibile riduzione del numero delle stazioni appaltanti, legati ad esempio all’importo dei contratti e al numero degli abitanti di un determinato territorio. Nell’ambito del rafforzamento dei poteri dell’Anac, un altro tema che tocca l’organizzazione amministrativa e sul quale anche le audizioni hanno evidenziato una generale conversione di orientamenti, è quello della qualificazione delle stazioni appaltanti; secondo l’ipotesi del relatore si dovrebbe immaginare un indice di qualificazione basato sulla loro effettiva capacità organizzativa e professionale, individuato dall’Anac.
Sempre l’Anac potrebbe poi gestire un’altra attività delicatissima quale è quella dei commissari di gara; in questo caso l’ipotesi sul tavolo sarebbe quella di istituire ex novo un albo nazionale dei componenti delle commissioni giudicatrici degli appalti, gestito dall’Autorità presieduta da Raffaele Cantone, «prevedendo specifici requisiti di moralità, di competenza e di professionalità e l’assegnazione mediante sorteggio alle varie commissioni». All’Anac, nell’ambito del rafforzamento dei suoi poteri, è previsto che debbano essere affidati funzioni di regolazione più ampie e incisive e ciò soprattutto se il nuovo codice dei contratti pubblici, che recepirà le direttive europee, dovrà essere molto più snello dell’attuale con la conseguente previsione di un apparato di soft law che si immagina debba essere gestito dall’Anac. E anche sul fatto che si dovrà trattare di un codice molto snello, c’è assenso quasi totale in commissione. Sul fronte dell’affidamento dei contratti il relatore propone un ampio utilizzo del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa con il divieto di utilizzo del massimo ribasso per alcune tipologie di contratti come quelli aventi ad oggetto servizi intellettuali (ma già oggi per la progettazione sarebbe così, in base al dpr 207/2010). Importante anche la proposta di introduzione della polizza globale di esecuzione o performance bond a garanzia della regolare esecuzione dell’opera, oggi prevista per limitate ipotesi, e la limitazione delle modifiche ai contratti durante il periodo di validità, anche per quelli sotto soglia. È poi certa, anche alla luce delle recenti inchieste giudiziarie, la profonda riforma della disciplina per la realizzazione delle opere infrastrutturali con l’espresso divieto di affidamento della direzione dei lavori al contraente generale.
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