di Lucio Sironi
Ancora un balzo del 7% del titolo Anima, a 8,34 euro, dopo quello analogo di venerdì 10 sull’ipotesi che la quota del 10,3% del capitale passi dalle mani di Mps a quelle di Poste italiane, che metterebbero a disposizione dei fondi Anima la rete di distribuzione di prodotti finanziari più estesa in Italia (13 mila sportelli e 32 milioni di clienti). Dall’inizio dell’anno, quando era scambiato anche a meno di 4 euro, il valore dell’azione è più che raddoppiato. Ieri a dare slancio al titolo è stata anche la diffusione del dato di raccolta relativo al primo trimestre, chiuso con un record di 2,2 miliardi, dopo che nel solo mese di marzo il gruppo ha raccolto 895 milioni. Il totale delle masse gestite a fine marzo ha superato quota 62,3 miliardi, in aumento di circa il 25% rispetto al dato di 12 mesi prima, che tiene conto di un effetto performance delle masse in gestione di circa 3 miliardi. «Il primo trimestre del 2015 conferma il trend positivo che abitualmente caratterizza la prima parte dell’anno per la distribuzione di prodotti di risparmio gestito in ambito bancario», è il commento dell’ad, Marco Carreri, «il dato di performance è sicuramente rilevante anche in considerazione di un’asset allocation storicamente prudente per la nostra offerta prodotti, in linea con le esigenze di una clientela retail che ha nella protezione del capitale il primo obiettivo di investimento». IeriMediobanca Securities ha alzato il prezzo obiettivo su Anima da 7,8 a 9,4 euro, dopo aver migliorato le stime sulla raccolta netta 2015 da 4 a 7 miliardi. Alla luce sia dei flussi che delle commissioni di performance del primo trimestre, gli analisti hanno aumentato la previsione di utile netto 2015 da 107,2 a 131 milioni, mentre quello del 2016 è salito da 125,4 a 142 milioni. (riproduzione riservata)