Il 2014 potrebbe essere il primo anno di ripresa per il mattone. Dopo anni di discesa dei prezzi, ma soprattutto di congelamento delle transazioni, il trend si potrebbe presto invertire. Finalmente la riduzione dello spread sta arrivando anche allo sportello e questo genera un interesse crescente da parte sia di chi vuole cambiare mutuo sia di chi è pronto all’acquisto di casa. Negli ultimi mesi le banche hanno ricominciato a proporre condizioni allettanti a chi vuole contrarre prestiti ipotecari. Attirando in primis chi un mutuo ce l’ha già, ma lo ha contratto in piena crisi con gli spread alle stelle. Nel primo trimestre 2014 infatti è cresciuto l’interesse per la surroga. In particolare, la domanda di mutui con questa finalità rappresenta il 12% del totale nel primo trimestre 2014 (contro il 10% del corrispondente periodo 2013). Ancor più evidente è la crescita degli erogati con finalità di surroga che passano dall’8% del totale nel primo trimestre 2013 al 17% del primo trimestre 2014. Questa tendenza emerge dalla nuova edizione della Bussola Mutui, il bollettino trimestrale firmato Crif e MutuiSupermarket.it, che offre una panoramica aggiornata e completa delle tendenze in atto nel mercato italiano dei mutui residenziali e immobiliare. Nello specifico, le richieste di prestito a fini di surroga inoltrate dai mutuatari durante la prima metà del 2013 si convertono progressivamente in nuove erogazioni nel corso dei trimestri seguenti, man mano che prende piede la riduzione degli spread offerti sui mutui di surroga. Sui prossimi mesi dell’anno si attende un’ulteriore espansione delle erogazioni con questa finalità, coerentemente con l’attesa ulteriore riduzione degli spread di offerta da parte delle banche, che oggi possono beneficiare di costi di raccolta sempre più bassi e che possono contare su una prospettiva di progressivo miglioramento dello scenario economico a livello nazionale. Con riferimento alla tipologia di tasso preferita dai mutuatari interessati a surrogare o sostituire il proprio mutuo, emerge una chiara polarizzazione verso il tasso variabile e il variabile con cap, che assieme spiegano l’82% delle preferenze dei richiedenti. «Dopo un primo periodo di disallineamento fra le dinamiche dello spread Btp/Bund e quelli offerti dal sistema bancario sulle proposte di finanziamento, a partire dal febbraio 2014 le banche hanno cominciato a trasferire progressivamente il minore costo di approvvigionamento della liquidità nei modelli di pricing dei mutui», sottolinea Stefano Rossini, amministratore delegato e fondatore di MutuiSupermarket.it. Continua Rossini: «I primi oggi a beneficiare di questi tagli agli spread sono i richiedenti a minor rischio di credito ossia, da un lato, quelli che investono risorse proprie importanti nella casa e chiedono mutui per finanziare all massimo il 50 o il 60% del prezzo dell’immobile, a cui le banche dedicano offerte ad hoc; dall’altro, i mutuatari esistenti, ovvero quelli che decidono di surrogare il mutuo per ottenere risparmi significativi sulla rata mensile. Per i prossimi mesi, se gli indicatori economici principali si muoveranno come previsto in direzione positiva, è ragionevole ipotizzare un’ulteriore riduzione degli spread sui mutui che potrebbero quindi arrivare ad attestarsi su valori attorno al 2%, non distanti dai livelli di inizio crisi del dicembre 2011».

Infine, il Bollettino rivela che in un mercato dei mutui che sta lentamente risalendo la china, con le domande in crescita del +9,6% nel primo trimestre 2014 rispetto il primo trimestre 2013, si conferma la progressiva riduzione dell’importo medio del mutuo richiesto, che nel primo trimestre 2014 ha raggiunto il minimo storico di 124.778 euro (contro i 136.378 del primo trimestre 2012), segno della perdurante prudenza che ancora caratterizza i comportamenti delle famiglie in questo inizio di anno. Più ottimismo quindi, ma con juicio (riproduzione riservata)