di Francesco Ninfole

In tempi di stress test, Basilea 3 e requisiti di capitale aggiuntivi per le banche maggiori di importanza sistemica, la solidità patrimoniale è uno degli aspetti più considerati dagli operatori di mercato. In questo contesto Unicredit ha deciso di portare in borsa una quota della controllata Fineco, la banca online e multicanale del gruppo.

Secondo fonti di mercato, il flottante dovrebbe essere attorno al 35%, con un enterprise value complessivo attorno a 2 miliardi, anche se le decisioni finali non sono state ancora prese. «L’operazione consentirà di valorizzare pienamente il potenziale atteso di FinecoBank, dando ulteriore impulso alla crescita della società e di ottimizzare ulteriormente il patrimonio di Unicredit», ha spiegato la società, che giovedì 17 aprile ha presentato la domanda di ammissione al mercato Mta di Borsa Italiana e ha richiesto a Consob l’approvazione del prospetto relativo all’offerta pubblica di vendita e alla quotazione delle azioni. L’ipo arriva in un momento favorevole per i mercati in Italia: non a caso anche altre società stanno lavorando su progetti di quotazione (Poste, Fincantieri e Cerved), mentre Anima ha appena debuttato a Piazza Affari.

La quotazione di Fineco dovrebbe partire a luglio, considerando i tempi tecnici necessari.

Alla conclusione dell’ipo, Unicredit resterà comunque azionista di maggioranza. Nel piano strategico 2013-2018 l’istituto guidato da Federico Ghizzoni aveva previsto azioni, come la quotazione di Fineco, tali da liberare fino a 30 punti base di capitale. A fine 2013 Unicredit ha mostrato un indice di capitale common equity del 10,4% (9,4% anticipando pienamente gli effetti di Basilea 3), superiore all’8% richiesto dalla Bce per l’asset quality review.

Per quanto riguarda l’ipo, Ubs Investment Bank e Unicredit Cib agiranno in qualità di joint global coordinator e insieme a Mediobanca quali joint bookrunner dell’operazione. UnicreditCib sarà inoltre responsabile del collocamento per l’offerta pubblica mentre Mediobancaavrà anche il ruolo di sponsor. Gli advisor legali incaricati dall’Emittente sono Bonelli Erede Pappalardo e Cleary Gottlieb Steen and Hamilton mentre Linklaters agisce in qualità di advisor legale dei joint global coordinators e dei joint bookrunner.

La storia di Fineco è stata quella di una rapida crescita. Nel 1999 ha lanciato il primo conto deposito remunerato in Italia, che dopo poco è diventato un conto corrente completo. Nel 2000 la banca guidata da Alessandro Foti ha lanciato i servizi di consulenza finanziaria con una rete di promotori e una rete di agenti mutui. Nel 2001 Fineco era già arrivata a 250 mila clienti, con posizione di leadership nel trading online.

Oggi Fineco è una delle maggiori reti di consulenza in Italia con circa 2.500 personal financial adviser, è il broker leader per volumi intermediati sul mercato azionario e in Europa per numero di eseguiti, con quasi 900 mila clienti, 2,5 miliardi di raccolta netta e 43,6 miliardi di total financial asset a dicembre 2013. I ricavi totali l’anno scorso sono scesi a 370 milioni e l’utile ante imposte a 162 milioni. «Il risultato, seppure in riduzione rispetto allo scorso anno, va valutato molto positivamente considerando la consistente riduzione del margine di interesse (-63 milioni) legata alla riduzione dei tassi di mercato, nonché la generalizzata riduzione delle transazioni effettuate dalla clientela sui mercati finanziari con effetti negativi sulle commissioni nette», è spiegato nel bilancio, che sottolinea «il risultato delle commissioni relative al collocamento e gestione di titoli, quote di Oicr e gestioni patrimoniali, che evidenziano una crescita di oltre 19 milioni di euro (+21,9%)». Anche la redditività ha mostrato una flessione nel 2013, ma il Roe è rimasto al 23,6%, un livello ben oltre la media delle banche italiane (che è quasi zero).

 

Per quanto riguarda i servizi d’investimento, Fineco ha una piattaforma con quasi 5 mila tra fondi comuni d’investimento e comparti di Sicav gestiti da 63 case d’investimento internazionali e italiane e ha accesso diretto ai principali mercati azionari mondiali e la possibilità di investire in Cfd, future, opzioni, obbligazioni, Etf e certificati di investimento.

L’assemblea degli azionisti del 15 aprile ha nominato il nuovo board di FinecoBank, a seguito della scadenza del precedente. Sarà in carica per un triennio ed è composto da 9 consiglieri: il presidente Enrico Cotta Ramusino, il vicepresidente Francesco Saita, l’ad Alessandro Foti e i consiglieri Gianluigi Bertolli, Mariangela Grosoli, Pietro Guindani, Girolamo Ielo, Marina Natale e Laura Stefania Penna. (riproduzione riservata)