L’economia italiana, anche se ancora debole, mostra i primi segni di ripresa ma le famiglie italiane sono tra quelle che più si sentono finanziariamente vulnerabili in Europa. L’Italia è infatti risultata in coda tra i Paesi Europei – 11° nel 2013, con una posizione in più rispetto al 2012 ma con una in meno rispetto al 2007 – nella sesta edizione del Genworth Index, realizzato su iniziativa della compagnia assicurativa globale Genworth, che misura la sicurezza e la vulnerabilità finanziaria in Europa e nel mondo.
In Italia il 64% degli intervistati ha dichiarato di aver vissuto difficoltà finanziarie lo scorso anno e il 30% si considera ancora vulnerabile. Solo il 4% si considera finanziariamente sicuro, meno della metà della media europea (9%). Le aspettative per il futuro non sono ottimiste: il 25% ritiene che la propria situazione peggiorerà nei prossimi 12 mesi mentre solo il 13% crede in un miglioramento. Il nostro paese è persino meno ottimista di paesi con un punteggio inferiore nell’Index, come l’Irlanda.
Nello specifico, le difficoltà economiche sono causa di stress famigliare per più della metà degli intervistati (54%), il doppio rispetto alla Finlandia (27%) e più del doppio rispetto alla Svezia (24%). Coloro che vivono al Sud (61%) e nelle Isole (62%) hanno livelli di stress più alti di coloro che vivono nel Nord Est (46%) e nell’Italia Centrale (50%).
La diffusa vulnerabilità ha aumentato in Italia il ricorso al credito e l’acquisto di prodotti finanziari. Circa un italiano su quattro (23%) infatti ha recentemente fatto ricorso al credito per far fronte alle spese familiari, una media ben più alta rispetto ad esempio alla Germania (14%). Inoltre per tutelarsi e reagire alle difficoltà causate dalla crisi, negli ultimi due anni circa due terzi degli intervistati (63%) ha acquistato un’assicurazione, un prodotto di previdenza integrativa o di risparmio, una percentuale più alta rispetto alla media europea (57%). L’acquisto di prodotti di risparmio è più alto rispetto alla media della maggior parte degli altri paesi (49% rispetto a una media europea del 43%) ed è maggiore anche la preoccupazione di assicurarsi una fonte di reddito dopo il pensionamento.
Carlo Cortella, Direttore Generale per il Sud ed Est Europa di Genworth Lifestyle Protection, ha dichiarato:
“La percezione più o meno elevata da parte delle famiglie della propria vulnerabilità finanziaria è un fattore che influenza un possibile rilancio dei consumi, che a sua volta può favorire una solida ripresa economica. È evidente che le famiglie italiane sono frenate non solo da concrete criticità di tipo economico, ma anche da limitazioni psicologiche causate dall’attuale incertezza finanziaria”.
“Più concretamente, i risultati di altre ricerche che abbiamo commissionato hanno evidenziato che negli ultimi due anni gli italiani hanno drenato un totale di 39 miliardi di euro dai propri risparmi per mantenere il proprio tenore di vita. A fronte di ciò, mentre il bisogno di protezione aumenta, anche in considerazione dell’alto e crescente livello di disoccupazione, gli italiani risultano ancora sottoassicurati rispetto agli altri principali Paesi Europei. Considerati gli elevati e costanti livelli di vulnerabilità finanziaria, sia reale che percepita, le assicurazioni a protezione del tenore di vita, che servono per tutelare la propria famiglia in caso di eventi quali la perdita dell’impiego, il decesso o problemi di salute, possono ad esempio giocare un ruolo importante nel ridare fiducia alle famiglie”.
Le differenze d’età marcano importanti distinzioni. Il 35% delle persone sopra i 55 anni si sente finanziariamente vulnerabile, rispetto al 26% del resto della popolazione e ha una visione più pessimista del proprio futuro. Il 32% degli over 55 crede infatti che la propria situazione finanziaria sarà peggiore il prossimo anno, rispetto al 21% degli under 55. I giovani invece sembrano prevalentemente preoccupati per l’alto tasso di disoccupazione, che in Italia ha raggiunto il 42,3% in questo segmento di popolazione e che li rende più inclini a emigrare. Se è vero che il 43% di tutti gli intervistati sarebbe disposto a cercare un lavoro all’estero (circa il doppio rispetto alla Francia), per quelli sotto i 25 anni la percentuale sale al 70% (rispetto al 44% in Francia). Il divario finanziario tra le generazioni è molto sentito: poco meno della metà (43%) degli intervistati ritiene di trovarsi in una situazione peggiore rispetto a quella dei propri genitori alla loro stessa età, in confronto a un 31% che ritiene di stare meglio. La percentuale di chi si sente penalizzato rispetto ai genitori sale al 56% tra coloro che hanno tra i 25 e i 44 anni.