di Andrea Montanari
Aprile sarà il mese decisivo per la definizione del piano di ristrutturazione del debito della Fondazione Carige. L’ente presieduto da Paolo Momigliano deve far fronte a un’esposizione complessiva di oltre 200 milioni maturata soprattutto nei confronti di Mediobanca e Carige.
In queste settimane quindi Banca Imi deve accelerare sulla definizione del piano di rientro che non prevede una conversione del credito bancario ma sarà probabilmente basato su due pilastri: la vendita di consistente pacchetto azionario di Carige e il riscadenzamento a medio-lungo termine dell’esposizione rimanente.
Banca d’Italia invita a sistemare al più presto la partita sul debito.
Ma per definire la reale entità della vendita del pacchetto azionario, la Fondazione e Banca Imi studieranno attentamente alcune variabili dell’aumento: il valore del titolo, lo sconto sul Terp, il prezzo di emissioni delle azioni di nuova emissione e così. Tali parametri sono ancora da definire, ma sono decisivi per la scelta finale di Momigliano e del consiglio d’indirizzo dell’ente. Gli stessi vertici della Fondazione vogliono preservare il legame con il territorio e trovare un partner stabile con cui definire la nuova governance di Carige. Tra i nomi che circolano da mesi e sui quali si è espresso pure l’ad della banca Piero Montani, spiccano quelli del fondo Investindustrial di Andrea Bonomi e della famiglia genovese Malacalza. (riproduzione riservata)