di Luciano Mondellini
Cancellare il bollo e la tassa sul passaggio di proprietà per chi acquista un’automobile nuova e aumentare la deducibilità per le vetture aziendali. Sono le proposte per rilanciare il settore automobilistico che ieri il presidente della commissione Finanze della Camera Daniele Capezzone ha lanciato durante l’evento Missione mobilità organizzato a Milano dall’associazione Amoer. «Ritengo doveroso intervenire per dare sostegno alla filiera con tre proposte di azione, più una preliminare che definirei di congelamento», ha spiegato Capezzone in un intervento che rappresenta la prima iniziativa da molto tempo che il mondo della politica lancia in favore di questo comparto. Innanzitutto, ha fatto sapere Capezzone, lo Stato deve prendere un impegno concreto: stop agli aumenti di accise per il prossimo quinquennio. «Non è possibile pensare che un settore già in ginocchio debba essere continuamente mortificato da aumenti ingiustificati di accise per recuperare gettito da destinare a spesa pubblica improduttiva», ha spiegato il presidente della commissione Finanza in quella che ha definito la proposta di congelamento. Le nuove iniziative, immediatamente attuabili, sono concentrate in primo luogo sull’esenzione del bollo per i primi tre anni dopo l’immatricolazione. Il gettito derivante da questa imposta ogni anno si aggira sui 6,4 miliardi. La proposta di Capezzone non comporterebbe problemi di copertura venendo ampiamente compensata dall’incremento del gettito Iva legato all’aumento delle immatricolazioni. Secondo l’ipotesi, dopo i primi tre anni gli automobilisti dovranno pagare un bollo progressivo in base alle soglie di emissioni dell’auto, secondo la logica del «meno inquini meno paghi». La seconda iniziativa riguarda l’abolizione dell’imposta provinciale di trascrizione, ovvero la tassa sul passaggio di proprietà. La misura costerebbe alle casse dell Stato circa 1,5 miliardi e sarebbe graduale a iniziare dalle nuove immatricolazioni. Come terza iniziativa, Capezzone è andato incontro alla nicchia di delle flotte aziendali e alla deducibilità di questo tipo di vetture. L’attuale regime fiscale per le auto aziendali, penalizzante per le imprese italiane rispetto ai concorrenti europei, sta determinando una riduzione del gettito fiscale causato da tre dinamiche: la riduzione del parco circolante, la sostituzione di vetture con autocarri (detraibilità e deducibilità al 100%) e il maggiore utilizzo delle auto private dei dipendenti con rimborso chilometrico. Un riallineamento alla fiscalità europea, almeno al 40% (contro l’attuale 20%), produrrebbe, secondo Capezzone, un aumento di immatricolazioni pari a circa 100 mila unità con conseguente aumento del gettito fiscale. Senza contare il ruolo positivo che l’auto aziendale, e il noleggio a lungo termine in particolare, potrebbe giocare nel contrasto all’evasione fiscale su acquisto, manutenzioni e carburanti, e nell’immissione nel parco circolante di auto più ecologiche e a basse emissioni di carburante. Queste iniziative, ha continuato Capezzone, saranno portata all’attenzione delle commissione Finanze e delle altre commissioni competenti per arrivare al massimo entro quattro mesi all’approvazione di una legge con «procedimento veloce» oppure ottenere dal governo un decreto all’interno della Delega Fiscale. «Dopo diverse iniziative infruttuose», ha commentato Pierluigi Bonora, presidente di Amoer, «registriamo finalmente un significativo primo passo delle istituzioni a supporto della filiera che ha sofferto tanto in questi anni di crisi». (riproduzione riservata)