Di Oscar Bodini
Forte di una crescita sostenuta che negli ultimi due anni ha visto aumentare i ricavi netti da 146 a 220 milioni e l’utile da 8 a 120 milioni, Anima Sgr ha avviato ieri mattina il roadshow in vista della quotazione a Piazza Affari. Nei prossimi giorni, i vertici della società incontreranno gli investitori a Londra, New York, Francoforte e Parigi, mentre resta possibile un’ulteriore tappa a Boston.
Con una quota di asset gestiti che ha raggiunto i 48,6 miliardi e che a fine dicembre rappresentava il 3,6% del totale nazionale, il top management ha presentato un piano «orientato alla crescita organica, ma non possiamo certo scordare di essere un soggetto aggregatore nel Dna», ha spiegato Carreri, nel corso dell’evento.
Anima sgr è nata infatti dall’aggregazione di Prima sgr – a sua volta frutto del merger tra Clessidra Alternative, Antonveneta Abn Amro Sgr e Montepaschi am – e la vecchia Anima che si era formata dall’unione di Etruria Fund, Bipiemme gestioni e dalla divisione mutui di Dws Italy. Per questo motivo, ha assicurato il top manager, «siamo qui con gli occhi aperti per scorgere eventuali opportunità e cerchiamo sgr che abbiano un modello di business simile al nostro, che ci permetta di incrementare ulteriormente il nostro network distributivo». Gli indizi forniti per individuare le potenziali prede, secondo quanto ha spiegato a margine dell’evento il presidente di Anima sgr, Claudio Bombonato, sono «la presenza di una fabbrica prodotto interna, una rete distributiva, una clientela tendenzialmente private e la presenza nell’offerta di prodotti long only». Almeno per il momento, Anima non intende infatti proporsi sul mercato come gestore di prodotti alternativi, né di fondi immobiliari che «non riteniamo al momento di dover mettere all’interno del nostro scopo societario», ha aggiunto Carreri. Possibili acquisizioni potrebbero avvenire già nel corso dei prossimi mesi. Nell’assicurare che quest’anno «il dividendo ci sarà», il coo, Alessandro Melzi d’Eril, ha infatti aggiunto che «come e quando verrà staccato dipenderà dalle esigenze di cassa della società». In altre parole, le risorse potrebbero essere impiegate, in parte, per effettuare nuovi acquisti.
Altro focus dei prossimi anni sarà per Anima quello legato alla crescita delle masse in gestione. «Siamo operatori domestici, fortemente orientati alle famiglie, ossia al segmento retail: il risparmio domestico resta forte e siamo convinti di avere ancora ampi margini di crescita grazie al progressivo switch che ci attendiamo dal risparmio amministrato a quello gestito», ha sottolineato Carreri.
Per quanto riguarda la quotazione, che avverrà entro Pasqua, l’offerta riguarderà fino a 164,9 milioni di azioni complessive, pari al 55% del capitale. Quantitativo che potrebbe salire al 63,25% in caso di esercizio integrale della greenshoe. Al termine dell’ipo, Mps e Bpmresteranno nel capitale con quote rispettive del 9,9% e del 14,72%, mentre Lauro 42 deterrà l’8%. L’intervallo di valorizzazione indicativa è compreso tra 1,049 e 1,349 miliardi di euro, che corrisponde a un range di prezzo tra 3,5 e 4,5 euro/azione. (riproduzione riservata)