Non è una banca a tutti gli effetti, anche se nel 2011 ha ricevuto dalle Poste una riserva patrimoniale di un miliardo di euro dedicata alla sua attività di vendita di conti correnti e di offerta di mutui o carte di pagamento. Come tutte le altre banche italiane anche il BancoPosta, il braccio finanziario delle poste di Massimo Sarmi, ha ricevuto però un’ispezione accurata dagli uomini della Banca d’Italia.
Si tratta dell’articolo del Tub che regolamenta appunto la vigilanza ispettiva della Banca d’Italia tra gli istituti italiani ma che non esclude dal raggio d’azione il BancoPosta, che in ogni caso è considerato un intermediario finanziario e come tale può ricevere controlli e verifiche da parte di Via Nazionale in ogni momento. Ispezioni che sono andate avanti per ben sei mesi, con la chiusura della procedura che è avvenuta ad agosto e la risposta del BancoPosta ai rilievi della Banca d’Italia rispedita in Via Nazionale il 14 dicembre. Sui contenuti dei rilievi dell’istituto guidato da Ignazio Visco vige il massimo riserbo anche se dalle Poste Italiane assicurano che non sono emersi problemi e soprattutto che sono già stati avviati i cantieri sulle aree di miglioramento indicate da Via Nazionale.
Ma non c’è solo questo primo dossier. A pochi mesi di distanza dalla prima ispezione, BancoPosta è finito di nuovo nel mirino di Banca d’Italia, questa volta a causa dell’intervento del «servizio rapporti esterni e affari generali» dell’Area Vigilanza dell’istituto di controllo. Sotto osservazione c’erano tematiche come l’antiriciclaggio, oltre alla trasparenza delle condizioni contrattuali e alla correttezza dei comportamenti con la clientela. L’esito di questa seconda ispezione è stato spedito da Banca d’Italia al BancoPosta il 18 dicembre 2012. Quindi appena qualche giorno dopo che Via Nazionale aveva ricevuto le considerazioni di BancoPosta che riguardavano la prima ispezione di febbraio. Quel che appare evidente in ogni caso è che tra Via Nazionale e la spa guidata da Sarmi negli ultimi mesi è intercorso un intenso confronto e un frequente carteggio. L’ultima missiva è piuttosto recente e risale a metà marzo, quando il BancoPosta ha inviato le sue controdeduzioni alla seconda ispezione. Sarà l’ultima lettera? Si vedrà. Intanto da rilevare c’è la crescita esponenziale del BancoPosta che non concede credito ai clienti ma in pochi anni ha raggiunto record di conti correnti (5,8 milioni) e di carte prepagate (9,5 milioni). Lo scorso anno la divisione ha concorso all’utile del gruppo, di 722 mila euro, con un apporto di 342 mila euro. Come dire che il BancoPosta rappresenta conta quasi la metà dell’intero gruppo. Mentre la riserva, grazie alle rivalutazioni e ai risultati portati a nuovo, è salita a 1,2 miliardi. (riproduzione riservata)