di Anna Messia
Ieri è andata a posto un’altra tessera del puzzle di Generali Assicurazioni nell’Europa orientale. La compagnia triestina ha ricevuto il via libera da parte del Servizio Federale Antitrust russo all’acquisizione del 38,5% di Ingosstrakh.
Il ceo di Generali, Mario Greco, si presenta così all’assemblea del gruppo assicurativo, in programma oggi a Trieste, con un altro punto conquistato di una partita importante, il cui esito finale, nonostante il via libera dell’Antitrust, non è tuttavia affatto scontato. Prima di tutto perché manca ancora l’autorizzazione da parte dell’Ivass, l’autorità di controllo assicurativa italiana, ma soprattutto perché non c’è alcuna certezza su cosa accadrà una volta che Generali avrà preso pieno possesso del 38,5% del capitale di Ingosstrakh. Sono anni che gli azionisti si fanno la guerra sulla terza compagnia assicurativa del Paese. Da una parte il ceco Petr Kellner, partner diGenerali nell’Europa dell’Est e finora unico a mettere bocca su Ingosstrakh (Generalinon avevano diritto di voto nonostante avesse indirettamente il 19%) e dall’altra il magnate russo Oleg Deripaska, che ha fatto di tutto per tenere fuori dal cda di Ingosstrakh i rappresentati di Ppf Beta. L’ultimo atto della battaglia, che ha visto i due pretendenti prevalere a fasi alterne, si è chiuso proprio qualche settimana fa, con il tribunale che ha riconosciuto il diritto di Kellner di nominare tre dei nove membri di Ingosstrakh. Consiglieri che a questo punto dovrebbero essere sostituiti da rappresentanti Generali, forse già a maggio, quando si riunirà l’assemblea dell’assicuratore russo. Solo allora il gruppo di Trieste potrà decidere cosa fare di quel 38,5% e come ha fatto sapere Greco non è esclusa neppure una cessione. Intanto, però, i cechi, nonostante siano destinati a uscire dal capitale di Ingosstrakh (in base agli accordi tra Generali e Kellner che prevedono il riacquisto in due tranche della jvGenerali Ppf Holding) hanno già fatto sapere che andranno avanti con le cause legali ancora aperte, che riguarderebbero in particolare operazioni effettuate da Ingosstrakh in conflitto d’interessi. Insomma, la vicenda della compagnia russa resta intricata e per sapere come Greco la sbroglierà non resta che attendere. Intanto ieri il ceo ha incassato il plauso di Leonardo Del Vecchio. «Ho molta fiducia in Greco e nel cda. Il cambiamento ha cominciato a dare quell’impronta che ogni azienda deve avere», ha detto il presidente di Luxottica, e in riferimento alla decisione di Generali di non sottoscrivere l’aumento Rcs ha aggiunto. «È esattamente quello che ogni industria deve fare, pensare al proprio mestiere». (riproduzione riservata)