PARLA L’AD DELLA FILIALE ITALIANA: “I NUMERI DEL 2012 DICONO CHE SIAMO IL SECONDO MAGGIOR CONTRIBUTORE IN TERMINI DI UTILE OPERATIVO DANNI PER IL GRUPPO”
Paolo Possamai
Milano L o dice a mezza bocca. Ma lo dice. «Andiamo meglio anche della Germania». George Sartorel, da tre anni amministratore delegato di Allianz Italia, nell’ultimo triennio la bocca l’ha tenuta chiusa. Ha preferito lavorare, mettere in piedi una dozzina di cantieri e, con i fatti, lasciare che fosse la casa madre di Monaco a indicare l’Italia come primo della classe a tutte le 70 società controllate disseminate per il mondo. «Partivamo da una situazione positiva, abbiamo solo lavorato per migliorare performance molto buone», si schermisce l’oriundo Sartorel. Ma i numeri del 2012 dicono che i cantieri stanno dando i loro frutti. Basti dire che Allianz Italia è il secondo maggior contributore in termini di utile operativo Danni per il gruppo: 899 milioni di euro, solo 7 milioni meno della Germania (906 milioni) che in termini di premi pesa due volte l’Italia, ma anche oltre il doppio di quanto maturato dalla Francia (413 milioni) su un volume di raccolta premi analogo al Belpaese. L’utile operativo riferito al complesso dell’attività – cumulando dunque Danni e Vita i cui premi consistono in 10,4 miliardi di euro – è arrivato a 1,136 miliardi, pari al 14,9% dell’intero gruppo assicurativo a livello globale. La media del combined ratio 2008-2012 s’è attestata al 94,5% contro la soglia del mercato pari al 101,4%, ma lo scorso anno è ulteriormente scesa all’85% con un andamento che ha particolarmente colpito gli investitori istituzionali
riuniti a Londra un paio di settimane fa. Mentre i premi Danni (4 miliardi) sono aumentati dell’1,4% (contro una media di mercato in calo dell’1,9%), il comparto Vita (6,4 miliardi) è sceso dell’8% in un mercato che arriva a perdere il 25% nella bancassicurazione. Numeri che indicano in se stessi come la crisi abbia investito pesantemente il settore assicurativo in Italia, dove solo alcuni operatori hanno retto l’onda e la gran parte marca i bilanci con tanti segni “meno”. Indizi di un possibile incombente consolidamento? «Penso che andremo a una ulteriore semplificazione nel numero dei player – risponde Sartorel – e noi saremo di sicuro protagonisti. Crediamo nell’Italia poiché è un paese di grandi opportunità, dove abbiamo iniziato un radicale processo di innovazione, dal quale ci attendiamo risultati economici davvero molto importanti. Riguardo alla questione dell’innovazione, penso in particolare al concetto di multi-accesso e all’architettura modulare dell’offerta al cliente». Materia nebulosa all’apparenza. Ma dietro all’annuncio di rivoluzioni sul versante di tecnologie, processi digitali, prodotti, strategie distributive c’è concreta operatività e un cambio radicale di organizzazione, di rapporto con il cliente, di contenuto del servizio. Esempio: a maggio sarà completata la fusione delle tre compagnie – i brand Ras, Lloyd Adriatico, Subalpina spariranno – da cui nasce Allianz Italia; la fusione innesca un cambio di modello e di forma mentale per l’intera rete distributiva. Ovvio che da principio i 2.200 agenti hanno guardato con sospetto, paura, contrarietà la ristrutturazione della rete con i rischi connessi. Ma a quanto pare e stando al report realizzato dalla compagnia a valle di un workshop formativo simultaneo in 37 diverse città nel marzo scorso, l’89% degli agenti sostiene il progetto. Nei fatti significa meno burocrazia, meno impiegati in attesa del cliente in ufficio e più consulenti sguinzagliati alla ricerca dei clienti. Consulenti armati di iPad, in grado di declinare ovunque e sempre al cliente il concetto di “modular offer”: la proposta parte dalle effettive disponibilità economiche ed esigenze del cliente. Qui viene in questione pure il tema della multi-canalità, ossia la possibilità di interagire con il cliente via web, social network, sms. Interessanti gli indizi emersi dal progetto Fastquote che, disponendo della targa della macchina e della data di nascita del proprietario, consente di ricevere in pochi secondi dal sito Allianz o sul cellulare una quotazione per la polizza dell’auto. Se il cliente è interessato, viene indirizzato all’agenzia più vicina. Se Allianz ha portato la propria quota di mercato al 12,1% nel comparto motori, crescendo dell’1% nel 2012 in presenza di un settore assai sotto stress (-2,2%), dipende da un mix di elementi. Un tassello importante porta il nome di Genialloyd, al terzo posto dopo Direct Line e Genertel nel segmento delle compagnie dirette, con una quota del 21,5% e la cui crescita per Sartorel appartiene al quadro che «fa dell’Italia uno dei paesi sui quali il gruppo maggiormente confida ». Ovvia e quasi obbligata la domanda sul futuro e sul dissestato quadro politico italiano: «Chiariamo intanto – risponde Sartorel – che eravamo e abbiamo deciso di continuare a essere il maggior investitore estero nel debito italiano, salendo dai 29,3 miliardi di euro di titoli di Stato in portafoglio nel 2011 ai 29,8 di oggi. Abbiamo fiducia nell’Italia e crediamo nel sistema- paese, pensiamo che saprà risolvere un passaggio istituzionale delicato e grazie a un governo stabile proseguire sulla strada delle riforme». Nei grafici a fianco, il contributo dell’utile operativo del ramo danni italiano è il più alto del gruppo in rapporto alla raccolta premi [ IL PERSONAGGIO ] Nella foto qui sotto, George Sartorel, amministratore delegato di Allianz Italia Nel grafico qui sopra, dentro la fotografia, la ripartizione percentuale della raccolta premi di Allianz Italia fra ramo Danni e ramo Vita