L’amministratore delegato, Federico Ghizzoni, e i top manager di Unicredit rinunciano alla retribuzione variabile legata ai risultati della banca, che pure ha chiuso il 2012 in utile per 865 milioni di euro, «considerate le condizioni del quadro generale».
Alla luce delle adesioni pervenute, i vertici di Unicredithanno deciso di chiudere anticipatamente l’offerta. Nel frattempo si è saputo che Bank Austria, controllata austriaca di UniCredit, cui fanno capo le attività nell’Europa centro-orientale, dovrà rimborsare 254 milioni allo Stato tedesco per effetto della sentenza di un’Alta Corte svizzera sullo scandalo dei fondi scomparsi 20 anni fa da due ditte commerciali della ex-Ddr. Secondo Bank Austria, accantonamenti per tale contenzioso sono già stati fatti in passato e «l’onere aggiuntivo sul conto economico dovrebbe essere di circa 70 milioni nel 2013». Bank Austria ha anche annunciato di avere presentato ricorso contro la sentenza presso un tribunale tedesco. Una prima sentenza emessa l’anno scorso a Zurigo, a favore dell’ex-Treuhandanstalt, la società statale che ha curato le privatizzazioni nella ex-Ddr, è stata confermata dal Tribunale confederale di Losanna. La somma iniziale era di 128 milioni, cui si sono aggiunti interessi annui del 5% dal giugno 1994. Il caso riguarda i fondi stornati da Bank Austria, allora Oesterreichischen Laenderbank, da due società della ex-Ddr a una controllata in Svizzera. Dopo la caduta del Muro di Berlino, il socio di maggioranza, Rudolfine Steindling, nel frattempo deceduta, si era fatta versare ingenti somme dai conti svizzeri della banca senza avere il necessario via libera della Treuhandanstalt, come stabilito nella sentenza del tribunale di Zurigo. (riproduzione riservata)