Probabilmente l’investitura non poteva arrivare in un periodo migliore di questo, considerando che il 2012 è stato un anno da record per tutte le società di distribuzione finanziaria. Ma il primo anno di Piermario Motta alla guida di BancaGenerali sarà sicuramente da incorniciare.
Dal 23 aprile 2012, quando Motta prese il posto di Giorgio Girelli a capo della banca del gruppo Generali, a oggi le azioni dell’istituto hanno messo a segno una crescita di quasi l’80% e in questi 12 mesi la società ha messo in cascina una raccolta netta di 1,6 miliardi. Nel frattempo 2 miliardi sono andati ai prodotti di risparmio gestito. Il che significa che c’è stato uno spostamento dal risparmio amministrato verso polizze e gestioni, che offrono margini di guadagno più elevati per la banca.
Un passaggio di consegne, quello tra Girelli e Motta, avvenuto nel nome della continuità considerando che il nuovo amministratore delegato è stato per quasi sette anni direttore generale della banca e aveva a lungo lavorato con la rete per migliorare l’efficienza e far crescere le masse pro-capite dei consulenti, oggi in testa al settore con una media di 18 milioni di euro ciascuno.
Ma un anno come quello appena trascorso il settore della distribuzione finanziaria probabilmente non lo aveva mai vissuto. Perché se è vero che non ci sono più i guadagni da capogiro che i promotori avevano incassato in anni come il ’99 e il 2000, è altrettanto vero che le società stanno ottenendo primati di raccolta e di utili netti, accompagnati da impennate dei titoli in Borsa. Una crescita che secondo Piermario Motta è soltanto all’inizio. «C’è un fattore strutturale che lascia intendere come il nostro comparto sia destinato a crescere ancora molto negli anni a venire», ha affermato. E per comprenderlo, secondo l’ad, basta fare un confronto con altri mercati europei. «In Italia le reti di promotori hanno in mano solo il 6,5% del risparmio delle famiglie contro una media europea che supera il 50%», continua Motta. Insomma c’è ancora molta strada da fare e le difficoltà che il sistema bancario tradizionale sta attraversando in questo periodo hanno certamente accelerato il processo. Non solo perché sono sempre più numerosi i clienti che spostano i loro risparmi dai conti correnti ai consulenti finanziari, ma anche perché continua a crescere il numero di ex bancari che scelgono di lasciare gli istituti per lavorare in una rete di promotori. «Da aprile scorso, in 12 mesi, abbiamo reclutato 57 persone che hanno girato portafogli per circa 700 milioni», continua Motta. «Si tratta insomma di promotori dal profilo molto-alto, che continuano ad avvicinarsi alla nostra società». Da inizio anno i reclutamenti sono stati circa 25, tanto che in meno di quattro mesi è già stato raggiunto metà dell’obiettivo dell’intero anno, per il quale si puntava ad arruolare 50 nuovi promotori finanziari. Soddisfazioni che sono state condivise anche con gli azionisti. Quest’anno Banca Generali ha deciso di pagare un dividendo di 90 centesimi, in crescita rispetto ai 55 del 2012, e anche il dividend yield è salito di conseguenza dal 5,6% dell’anno scorso al 6% di quest’anno. Ora nuovo sprint potrebbe arrivare dall’atteso ingresso della banca nel Ftse Mib, dopo la cessione del 12% delle azioni da parte della capogruppo, che non solo ha consentito a Generali di incassare 185 milioni ma ha anche fatto crescere il flottante dell’istituto. (riproduzione riservata)