Definita la tabella unica nazionale per il risarcimento delle menomazioni all’integrità psicofisica di lieve entità e di quelle comprese tra 10 e 100 punti di invalidità, che andrà a garantire l’uniformità dei risarcimenti su tutto il territorio nazionale.
Dopo una attesa lunga circa sette anni, il decreto contenente la tabella, secondo quanto a suo tempo predisposto dal Codice delle Assicurazioni, sarebbe sul punto di essere approvato. Sull’impianto del governo Monti le opinioni sono contrastanti. Se l’Ania attende con ansia l’approvazione (secondo il direttore generale Dario Focarelli porterebbe a una riduzione media delle polizze auto di circa il 3-5%), secondo l’associazione dei consumatori Adiconsum il decreto avrebbe il merito di mettere la parola fine all’assurda discriminazione attribuita, nei valori economici, dai vari Tribunali alle grandi invalidità. “Non è giusto – spiega il segretario generale di Adiconsum, Pietro Giordano – che il Tribunale di Milano riconosca, ad esempio, 400.000 euro per il colpo di frusta, mentre quello di Messina molto meno. Poi a fine anno le compagnie assicurative, comunque, tirano una linea e spalmano questi costi sulle polizze che aumentano per tutti gli automobilisti. Questo decreto metterà anche ine alla sfilza di contenziosi nei Tribunali, infatti gli avvocati sono contrari perché il cittadino non avrà più bisogno di loro”.
Adiconsum auspica che l’approvazione del decreto favorisca la discesa immediata delle tariffe applicate dalle compagnie. Un calo che non dovrebbe essere inferiore al 5%. Di parere diametralmente opposto è l’ANF. In una nota, l’Associazione Nazionale Forense sottolinea come l’abbattimento del 50% del valore dei risarcimenti per i danni alle persone, vittime della strada e dei casi di malasanità, sia una misura da cestinare, “un sopruso perpetrato a danno dei cittadini e a favore dei gruppi assicurativi. Il governo Monti, in stato di incerta prorogatia, non è legittimato a incidere così pesantemente sulla vita e la salute dei cittadini. L’auspicio è che il provvedimento non venga riproposto nel prossimo Consiglio dei Ministri”. Ester Perifano, segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense aggiunge: “Il Dpr minimizza i valori del risarcimento delle vittime della strada e della malasanità che hanno subito lesioni gravi o gravissime, sulla base di una tabella che è una vera e propria ‘ammazza risarcimenti. Se il decreto fosse approvato gli importi risarcitori si ridurrebbero drammaticamente, con conseguenze non accettabili. Oggi un giovane di 35 anni che subisce la perdita totale dell’avambraccio o totale di una mano è risarcito, come previsto dalle tabelle applicate dal Tribunale di Milano e nella gran parte delle corti italiane, con un ammontare, che include anche il danno morale, da un minimo di 63.659 euro fino a 454.000 euro.”
“Domani l’ipotesi predisposta dal governo Monti – conclude Perifano – dimezzerebbe questo indennizzo. I valori attuali non sono assolutamente incerti aleatori o indefiniti, essendo stilati dal Tribunale di Milano che ha aggiornato le proprie tabelle recentemente e che sono considerate complessivamente adeguate. Al Governo vogliamo ricordare che è necessario difendere il diritto delle vittime al giusto risarcimento e non gli interessi particolari delle compagnie assicurative”.