Anche Mediobanca crede nel cellulare bancomat. E con la sua società finanziaria Compass ha lanciato un progetto pilota per testare i pagamenti contactless, cioè compiuti semplicemente avvicinando uno smartphone alle casse intelligenti dei negozi (da Mc Donald’s a Zara). L’istituto specializzato nel credito al consumo, durante questa fase di test, sta già pianificando l’evoluzione dell’offerta che, al pagamento tout court, aggancerà servizi ad hoc (dalla possibilità di pagare a rate al finanziamento a tasso zero) proposti direttamente sul cellulare al momento del pagamento dei propri acquisti importanti. Il progetto, in partnership con MasterCard, 3 Italia e Sia, è partito ieri e ha coinvolto i dipendenti di Compass e 3, oltre a tester esperti di tecnologia. E, allo scadere dei prossimi sei mesi, la soluzione entrerà in commercio.
Una scelta strategica quella dei pagamenti in mobilità. «Nel 2016 toccheranno la soglia dei 40 miliardi l’anno di cui 10 derivanti proprio dai pagamenti via cellulare sul punto vendita, secondo quanto reso noto da Juniper Research», spiega Paolo Battiston, direttore generale di MasterCard. «Entro fine anno in Italia si stima che saranno attivi 150 mila Poss (dispositivi intelligenti dove pagare accostando il telefonino) e oltre 75 mila punti fisici dove sarà possibile acquistare con questa tecnologia (al momento l’Italia è tra i fanalini di coda, basti pensare che in Polonia il 50% delle transazioni effettuate con carta di credito è effettuato via smartphone, ndr)».
Con il telefonino, grazie a Compass e ad altri progetti pilota in corso avviati da banche e tlc, sarà possibile, per esempio, pagare un hamburger da Mc Donald’s, un caffè daAutogrill, la spesa da Auchan, i giocattoli da Chicco, un paio di jeans da Zara, un mobile da Ikea, e persino fare il pieno di benzina. Quasi tutte le grandi catene estenderanno entro l’anno questa modalità di pagamento all’interno dei loro punti vendita.
La carta contactless che verrà inserita all’interno del telefonino per permettere la transazione non avrà costi aggiuntivi rispetto all’utilizzo della carta di credito fisica. «L’obiettivo è incentivare l’uso della moneta elettronica in un Paese dove la carta di credito viene utilizzata in media 25 volte all’anno (contro una media di 150 del Regno Unito, ndr) per un transato medio di 2 mila euro all’anno contro i 9 mila dell’Inghilterra», afferma Valentino Ghelli, vicepresidente di Compass. «I micropagamenti, fatti con un dispositivo che piace molto agli italiani come il cellulare, aumenteranno i volumi e i valori delle transazioni portando praticità ai consumatori e riducendo il costo della gestione del contante per i commercianti». Detto questo, Compass guarda già a uno sviluppo ulteriore dell’offerta. Attorno a questa industria si svilupperanno, infatti, attività di couponing, scontistica e loyalty che approderanno direttamente sui telefonini. «Per esempio i consumatori che effettueranno una macro spesa tramite smartphone potranno ricevere un’offerta di credito al consumo sulle forme di pagamento che intendono utilizzare per l’acquisto», afferma Ghelli. Il tutto con un solo click. (riproduzione riservata)