di Anna Messia
Gli occhi erano tutti puntati sugli Stati Uniti e sulla Svizzera, dove sono già state avviate da tempo alcune cessioni di asset non più strategici. Invece, con una mossa a sorpresa, la prossima operazione di dismissione di Generali Assicurazioni passerà per l’Italia.
Il gruppo assicurativo guidato da Mario Greco ha deciso di collocare fino al 12% di Banca Generali, la controllata che opera nel settore della distribuzione finanziaria tramite promotori e private banker. La vendita consentirà al Leone di Trieste di fare cassa e di ottimizzare l’allocazione di capitale, ma nulla cambierà per quanto riguarda il controllo della banca guidata da Piermario Motta. Al termine del collocamento, che sarà rivolto esclusivamente a investitori istituzionali Generali, che attualmente detiene il 63,5% della banca, continuerà infatti ad averne in mano la partecipazione di controllo, ovvero circa il 51,5%, beneficiando ancora «di un canale distributivo strategico», come hanno dichiarato ieri da Trieste, che potrà però beneficiare di un flottante più ampio.
Del resto nel 2012 Banca Generali ha collocato 1,2 miliardi di euro di polizze Vita di ramo I, un quarto del totale di gruppo. I vantaggi sul fronte della cassa e dell’ottimizzazione del capitale sono invece evidenti. Ai valori di borsa di ieri il 12% di Banca Generalicorrispondevano a circa 195 milioni, considerando che la capitalizzazione complessiva di Banca Generali ieri era di 1,67 miliardi. L’indice Solvency I della compagnia dovrebbe di conseguenza salire di circa 1,5 punti percentuali rispetto al 140% che il gruppo prevedeva per fine marzo. Mentre, considerando che Generali ha in carico le azioni della banca a circa 4 euro e che ieri il titolo ha chiuso a 14,6 euro, la plusvalenza dovrebbe essere di circa 144 milioni. Insomma, il momento sembra decisamente buono per valorizzare la quota della banca, che continua a registrare profitti e raccolta a livelli record grazie all’andamento sorprendente che la distribuzione finanziaria continua a registrare in questo periodo. Il 2012 si è chiuso per Banca Generali con un bilancio in utile per 129 milioni, il 76% in più del 2011 e il miglior dato di sempre nella storia della banca. Andamento che ha consentito alla società guidata da Motta di proporre all’assemblea degli azionisti, in programma il 26 aprile, un dividendo di 90 centesimi, con un dividend yield di circa il 6% Gli ultimi dati, relativi al primo trimestre, comunicati martedì scorso da Banca Generali al mercato, avevano poi mostrato una raccolta netta di 586 milioni di euro, il miglior primo trimestre nella storia della banca, che è stata quotata nel 2006, a un prezzo di 8 euro. I 586 milioni di euro tra l’altro rappresentano più di metà dell’obiettivo di raccolta indicato al mercato da BancaGenerali per l’intero 2013. Quale migliore occasione per valorizzare parte dell’investimento? A seguire l’operazione, che è partita subito ieri sera, dopo l’annuncio diffuso a mercati chiusi, saranno Ubs e Mediobanca, nominati da General Joint Global Coordinator e Joint Bookrunner. Il collocamento già dalle prime ore sembrava essere stato accolto molto bene dal mercato, con i libri che in tarda serata erano già vicini alla chiusura, tanto che i risultati definitivi sono attesi per questa mattina. In relazione all’operazione, e in linea con la prassi di mercato, Generali ha poi fatto sapere di aver fissato un periodo di lock up di sei mesi con riguardo «alla cessione di ulteriori azioni di Banca Generali». Una postilla sempre prevista in questo tipo di operazioni e che in ogni caso garantisce che, almeno fino a ottobre prossimo, Generali non collocherà altre quote.
Tra sei mesi dovrebbero invece essere in dirittura d’arrivo le altre cessioni indicate da Greco al mercato. Nell’ultimo incontro, durante la presentazione dei dati 2012, il ceo ha ribadito il forte impegno non solo a chiudere la cessione di Generali Usa e Bsi in Svizzera (dove non sarà però facile spuntare i 2,3 miliardi richiesti), ma a proseguire con ulteriori vendite per arrivare ai 4 miliardi di incasso promessi. E nel pacchetto potrebbero finire asset su cui ancora non è stato ancora alzato il velo, come alcune attività in America Latina. Alla sorpresa Banca Generali potrebbero insomma seguirne altre. (riproduzione riservata)