Con il caro-vita in brusco rallentamento (a marzo il confronto anno su anno è stato limitato al +1,6%), la preoccupazione principale in campo economico è di colpo diventata la deflazione.
La prospettiva di un calo dei prezzi è da sempre vista con timore dagli addetti ai lavori perché spinge i consumatori a rimandare gli acquisti, con ricadute negative sui consumi, quindi sulla produzione, sull’occupazione e sulle entrate del Fisco. Chris Iggo, cio global fixed income di Axa Investment Managers, ricorda che dal punto di vista finanziario la deflazione favorisce i creditori poiché tende a far aumentare i rendimenti, mentre l’inflazione favorisce i debitori poiché riduce il valore reale delle passività future.
Gli ultimi eventi in Giappone potrebbero segnare il passaggio da un regime all’altro.
«È noto che il Giappone sta attraversando già da diversi anni una fase di deflazione e questo ha avuto un’influenza rilevante sullo sviluppo del mercato obbligazionario in yen», spiega l’esperto. Per poi aggiungere che, «se il recente cambiamento della politica monetaria sarà permanente, allora il paese del Sol levante potrebbe tracciare la via di come le obbligazioni possano essere influenzate da un regime deflativo o da uno inflattivo».
Così, secondo Iggo, «l’Europa dovrebbe prendere esempio».