di Andrea Di Biase
Che il teorema del controllo di fatto di Mediobanca sulle Generali, sostenuto dall’Antitrust fin dai tempi della fusione tra Sai e Fondiaria del 2002, avrebbe potuto condizionare anche l’operazione di integrazione tra Unipol e la compagnia controllata dalla famiglia Ligresti, MF-Milano Finanza l’aveva pronosticato già lo scorso 31 marzo. Ciò che quasi nessuno sul mercato si attendeva era che l’authority presieduta da Giovanni Pitruzzella intervenisse così presto e in modo così radicale sull’operazione di concentrazione tra Unipol e Fondiaria-Sai. Invece, al termine dalla riunione di ieri del collegio (di cui fanno parte, oltre al presidente, anche Carla Rabitti Bedogni, Piero Barucci e Salvatore Rebecchini), l’Antitrust, proprio alla luce del presunto controllo di fatto di Mediobanca sulle Generali e del ruolo di Piazzetta Cuccia anche nell’aggregazione Unipol- FonSai, ha ordinato «l’immediata sospensione dell’operazione di concentrazione, fino alla conclusione dell’istruttoria». Per i prossimi 45 giorni, almeno fino a quando il lavoro di analisi dell’Antritrust non sarà concluso, le parti coinvolte nell’operazione dovranno astenersi dal compiere qualsiasi attività e dall’assumere qualsiasi delibera che siano «prodromiche e funzionali» alla stessa operazione. Non solo, l’autorità garante per la concorrenza, sempre alla luce del fatto che Mediobanca, oltre a essere primo azionista delle Generali, è anche il regista della fusione tra Unipol e FonSai, ha deciso di avviare l’istruttoria anche nei confronti della banca d’affari e della compagnia triestina. La decisione dell’Antitrust potrebbe dunque avere importanti ripercussioni non solo sul buon esito dell’operazione Unipol-FonSai, ma potrebbe provocare pesanti smottamenti anche sugli equilibri che ruotano attorno all’asse Unicredit- Mediobanca-Generali, proprio in coincidenza con l’entrata in vigore del divieto ai doppi incarichi previsto dall’articolo 36 del decreto salva-Italia. Per il momento Unipol, Premafin, FonSai e la stessa Mediobanca rimangono in attesa di conoscere quanto il congelamento imposto dall’Antitrust possa impattare sulla trattativa in corso. A una prima lettura del provvedimento del garante sembra, tuttavia, che tra le attività prodromiche alla fusione possano rientrare passaggi fondamentali dell’operazione, quali la ristrutturazione del debito Premafin e l’ingresso di Unipol nel capitale della holding attraverso l’aumento di capitale riservato da 400 milioni. Passaggi che se non realizzati in tempi stretti potrebbero mettere in serio pericolo non solo il buon esito di un’operazione in gestazione da ormai quattro mesi ma anche la continuità aziendale della stessa Premafin. E pure la stessa FonSai, che finora ha potuto evitare il commissariamento da parte dell’Isvap solo in virtù del piano di salvataggio presentato da Unipol, potrebbe subire pesanti contraccolpi da un ulteriore dilazione dei tempi, anche alla luce delle inchieste portate avanti dalla Procura di Milano e da quella di Torino. Senza trascurare poi il fatto che già questa mattina, all’apertura di Piazza Affari, tutti i titoli coinvolti, non solo quelli delle compagnie coinvolte nell’operazione, ma anche quelli delle banche creditrici, a partire da Mediobanca e Unicredit, potrebbero subire pesanti rovesci, vista l’incertezza provocata dalla decisione dell’Antitrust di congelare tutto prima di arrivare a una decisione tra un mese e mezzo. Non per niente la Consob, che non si è ancora pronunciata sull’esenzione dall’opa su FonSai e Milano chiesta da Unipol, starebbe seguendo da vicino l’evolversi della situazione e i possibili contraccolpi per il mercato. Mentre il cda FonSai, per ora, si è limitata a prendere atto del provvedimento Antritrust, deliberando di aggiornarsi sul tema, in casa Unipol non si sono scomposti più di tanto di fronte alla mossa del garante. «La sospensione delle attività richiesta dall’Antitrust è coerente con i contenuti del contratto firmato tra Unipol e Premafin », ha fatto sapere un portavoce della compagnia bolognese, sottolineando che nei prossimi giorni saranno avviati contatti con l’autorità garante per verificare tempi e termini delle altre informazioni richieste. Entro cinque gioni, infatti, Unipol, Premafin e FonSai dovranno informare l’Antitrust su come intendono attuare la sospensione imposta. Sarà dunque quella la fase per comprendere quali attività potranno essere concretamente effettuate prima della delibera conclusiva dell’authority Ma al di là degli effetti sull’operazione Unipol-FonSai è sugli equilibri nel sistema Unicredit-Mediobanca- Generali che l’intervento di Pitruzzella (che ha seguito in prima persona il dossier Unipol-FonSai come relatore), potrebbe provocare gli smottamenti maggiori. Proprio nel momento in cui l’ad di Mediobanca, Alberto Nagel, e il dg della banca d’affari, Saverio Vinci, si sono dimessi dal cda delle Generali, motivando la propria decisione sostenendo che Piazzetta Cuccia non controlla, né dal punto di vista civilistico né ai fini Antitrust, la compagnia triestina (in caso contrario avrebbero potuto rimanere in consiglio), l’autorità garante per la concorrenza ha ribadito la posizione più volte sostenuta nel corso del suo mandato dall’ex presidente Antonio Catricalà (oggi sottosegretario alla presidenza del consiglio del governo Monti e padre della norma contenuta nell’articolo 36). Il fatto che ora Pitruzzella abbia deciso di avviare l’istruttoria sulla concentrazione tra Unipol e FonSai anche nei confronti di Mediobanca e Generali,sostenendo nuovamente che la prima controlla di fatto la seconda, porterà a una nuova verifica da parte dell’authority. E anche se, quasi certamente, Mediobanca si impegnerà con l’Antitrust a non diventare azionista di Unipol-FonSai ed eventualmente a ridurre (o azzerare) l’esposizione debitoria, è comunque possibile che l’authority ponga limiti anche sul ruolo della banca d’affari nella compagnia triestina. Ieri, intanto, il cda di FonSai ha nominato presidente l’avvocato fiorentino Cosimo Rucellai. Jonella Ligresti lascia dunque la presidenza. Rimane però in cda con la carica di vicepresidente, come Massimo Pini. «La decisione di non ricandidarmi alla presidenza risponde alla volontà, in un momento così delicato per la società, di evitare qualunque eventuale strumentalizzazione della mia permanenza nella carica. È una scelta che ho fatto nell’interesse della compagnia e di tutti i suoi azionisti», ha detto Jonella Ligresti. Il cda di FonSai, che ha confermato ad Emanuele Erbetta, ha nominato anche il comitato di amministratori indipedenti che dovrà valutare la congruità del concambio per la fusione con Unipol. Ne fanno parte Roberto Cappelli, Enzo Mei, Salvatore Militello, Valentina Marocco, Marco Reboa e Salvatore Bragantini. Quest’ultimo è stato nominato amministratore per conto della lista di minoranza presentata da Sator e sostenuta anche da Palladio Finanziaria e da altri investitori istituzionali presenti in assemblea. (riproduzione riservata)