Si intravede una via d’uscita nel conflitto che vede opposti Generali France e i 222 ex dipendenti licenziati nel 2007.
Il contenzioso riguarderebbe in particolare sia il licenziamento, che non sarebbe stato motivato da causa reale e seria (i tagli sono stati effettuati per motivi economici, ma la società nel 2006 ha registrato un utile di 2,9 mld di euro), che il sistema di remunerazione, che, senza che fosse concordato con i dipendenti, prevedeva un 30% registrato come “spese”, che costituisce per l’impresa un risparmio e per il dipendente non fa cumulo a livello previdenziale e assistenziale.
A seguito della presa di conoscenza di questi fatti gli ex dipendenti avviano una causa collettiva.
In un decreto del 7 aprile, il ministero del lavoro ha precisato che ci sarebbero solo vantaggi a impegnarsi, nel più breve tempo possibile, in direzione di una mediazione giudiziaria.
Prima di questo, la compagnia, in una lettera indirizzata il 6 aprile alla Corte d’Appello di Parigi, si era detta favorevole alla designazione di un mediatore se le parti si asterranno dal proseguire ogni forma di pressione, diretta o indiretta, come lo sciopero della fame e lo sfruttamento mediatico.
14 di questi ex dipendenti infatti hanno ingaggiato uno sciopero della fame, esasperati dal non ottenere riscontro.