«Non vedo Diego Della Valle fare l’editore del Corriere della Sera. Farebbe ridere come Ricucci». Lo ha detto ieri Massimo Pini, consigliere FonSai e rappresentante dei Ligresti nel patto Rcs. Curioso: ricordavamo un Pini cupo, iroso, per nulla incline all’ironia. Soprattutto dopo il «commissariamento» per troppo debito del gruppo Ligresti, di cui egli da tempo cura gli interessi. E invece eccolo qua, disponibile come non mai a regalare battute sapide sebbene non proprio sottili. Ora, noi non sappiamo se Della Valle farà o meno l’editore del Corsera; di sicuro ci ha pensato e ci sta ancora pensando: il che non significa che riuscirà nell’intento. Anzi, l’impresa presenta difficoltà di grado decisamente elevato anche per un imprenditore robusto come lui. Quel che è certo è che non sarà l’ex editore socialista Pini a ostacolarlo, preso com’è dalla gestione del debito monstre cumulato dalla famiglia Ligresti. In considerazione anche del fatto che parte di quel debito è servito ad acquistare il 5,4% del capitaleRcs che oggi consente a Pini di sedere nel prestigioso cda della casa editrice.