Cassazione civile, sez. III, 5 agosto 2010, n. 18204

 

In tema di responsabilità per danni da beni di proprietà della P.A., qualora non sia applicabile o non sia invocata la tutela offerta dall’art. 2051 c.c., l’ente pubblico risponde dei pregiudizi subiti dall’utente secondo la regola gene­rale dell’art. 2043 c.c., norma che non limita affatto la responsabilità della P.A. per comportamento colposo alle sole ipotesi di esistenza di un’insidia o di un trabocchetto. Conseguentemente, secondo i principi che governano l’illecito aquiliano, graverà sul danneggiato l’onere della prova dell’anomalia del bene, che va considerata fatto di per sé idoneo, in linea di principio, a configurare il comportamento colposo della P.A., mentre incomberà su questa dimostrare i fatti impeditivi della propria respon­sabilità, quali la possibilità in cui l’utente si sia trovato di percepire o prevedere con l’ordinaria diligenza la suddetta anomalia o l’impossibilità di rimuovere, adottando tutte le misure idonee, la situazione di pericolo.