Italia-Irlanda sola andata. È il viaggio dei premi italiani del ramo Danni di Zurich, trasferiti alla controllata irlandese Zurich Insurance Plc (Zip). Lo scorso anno il colosso svizzero delle assicurazioni ha iniziato a raggruppare le attività Danni delle sue controllate in Europa nella nuova società creata ad hoc (Zip), continuando ad operare in Italia attraverso rappresentanza e in regime di libertà di stabilimento (fattispecie riconosciuta dal codice delle assicurazioni per le imprese aventi sede legale all’estero).
La società di diritto irlandese nella quale sono confluite le polizze degli assicurati italiani, pur avendo la sede legale in patria, ne ha comunque una operativa, nella quale lavorano circa mille persone, pure in Italia, secondo lo schema utilizzato anche in Gran Bretagna, Portogallo, Spagna, Germania e altri paesi nel Nord Europa. La ratio della riorganizzazione avviata dal ceo Martin Senn è quella di accorpare il più possibile le attività, per risparmiare il risparmiabile dalla riduzione dei cda, spese di carattere generale e rapporti con le autorità di regolamentazione. Infatti, con il trasferimento dei premi in Irlanda, l’autorità di controllo con cui si interfaccerà Zurich (solo per il danni) non sarà più l’Isvap, ma la Central Bank of Ireland. In soldoni questo significa che i prodotti dovranno rispondere solo ai requisiti dell’Authority irlandese. Ma i clienti italiani potranno comunque rivolgersi all’Isvap qualora riscontrassero problemi con le loro polizze. Ad ogni modo i premi targati Zurich passati dall’Italia all’Irlanda hanno lasciato il segno sulla raccolta complessiva del ramo Rc auto nel 2010. Dai dati rilasciati dall’Isvap emerge che rispetto al 2009 il totale del comparto è sceso dello 0,3% a circa 17 miliardi, ma solo in virtù dello spostamento di alcuni portafogli all’estero, come nel caso di Zurich, appunto. Senza questa variabile i premi complessivi del settore auto in Italia sarebbero risultati in crescita del 4,2%. Il valore dei portafogli trasferiti si aggira quindi intorno ai 680 milioni, di cui una buona parte sarebbe relativa proprio al colosso Zurich. (riproduzione riservata)
Luisa Leone