di Leandro Giacobbi.

In pochi giorni sono state pubblicate due interessanti statistiche inerenti al business Motor al 31/12/2024. Il primo report è IPER di IVASS con l’andamento dei prezzi effettivi per la garanzia R.C. Auto nel quarto trimestre 2024 che, al tradizionale osservatorio sulle “autovetture”, per la prima volta, presenta la medesima statistica per i “ciclomotori” e i “motocicli”.

Il secondo report è il numero di Ania Trends n. 35/2025 con il “focus R.C.Auto” dove la rilevazione fornisce i risultati dei principali indicatori tecnici del ramo R.C. Auto (e della relativa gestione della convenzione per il risarcimento diretto – cosiddetta CARD) per l’anno 2024.

Si tratta, quindi, di due documenti che ci permettono di definire la situazione della RC auto nell’anno appena terminato. Provvediamo a leggerli separatamente per poi trarre delle conclusioni d’insieme. In questo contributo ci focalizziamo sulle sole “autovetture”.

RILEVAZIONE IPER AUTOVETTURE

Per il settore “autovetture” continua la tendenza in aumento del premio medio con un +6,6% su base annua in termini nominali.

La tabella che ripercorre l’andamento del premio medio presenta un incremento dal IV trimestre 2022, quindi 24 mesi, di 54,3 euro che, essendo una media, prefigura degli aumenti addirittura a tripla cifra.

Sulla Comunicazione Statistica n. 2/2025 dell’IVASS, dove sono sintetizzate le risultanze di IPER, è opportuno soffermarsi su due grafici. Il primo è lo sconto medio sulla tariffa.

Su questo grafico è quanto mai opportuno leggere con attenzione i dati del 2024:

  • a tariffa “piena” il premio medio ammonta a 551 euro;
  • IVASS ci informa che al 92% dei contratti è stato applicato uno sconto;
  • lo sconto medio è pari al 40% pari a 221 euro;
  • la componente commerciale della scontistica rappresenta il 70,5% del totale.

Se il 92% delle polizze è scontato, sarebbe interessante conoscere da chi è rappresentato l’8% che non ne aveva i requisiti, ma IVASS non lo precisa, neanche negli allegati, eppure, deve essere una categoria di clienti veramente “negativa” che incuriosirebbe chiunque.

Una prima riflessione: se le tariffe vengono scontate in modo così consistente, qual è oggi il reale ruolo della tariffa RCA? Appare evidente che, nel corso degli anni, essa sia divenuta poco più di un adempimento formale. Basti pensare che nel 2013 lo sconto medio si attestava al 16%, per poi rimanere al di sotto del 30% fino al 2019. Tuttavia, con l’arrivo della pandemia e i due anni caratterizzati da grandi utili nel ramo RCA, lo sconto ha raggiunto il 35%. Nel 2024 siamo arrivati al 40%.

Va ricordato che l’art. 35 del Codice delle Assicurazioni Private, al comma 1, recita che “Nella formazione delle tariffe nei rami responsabilità civile veicoli e natanti l’impresa calcola distintamente i premi puri ed i caricamenti in coerenza con le proprie basi tecniche, sufficientemente ampie ed estese ad almeno cinque esercizi”.

La domanda sorge spontanea: come possono l’andamento tra i “premi puri” – calcolati come prodotto tra “costo medio” e “frequenza”, il cui risultato è il premio necessario a coprire tecnicamente i costi dei sinistri – i “caricamenti” e gli “sconti” mostrare variazioni così significative? Una plausibile conclusione di buon senso porta a ipotizzare un incremento dei “caricamenti”, trasformando così lo sconto in uno strumento tecnico-commerciale privilegiato per la selezione della clientela.

Il dato è però smentito dal fatto che il 70,5% della scontistica ha un’origine commerciale e non tecnica, dato che il solo 29,5% è imputabile agli “sconti tecnici” (quelli che la tariffa applica automaticamente per determinate categorie di profili virtuosi). Possiamo, quindi, concludere che il cliente finale è nelle mani del “famoso montesconti” (importo messo a disposizione degli intermediari per ridurre il premio di tariffa per motivazioni commerciali) gestito dagli intermediari? Questa sembrerebbe la “fotografia” che emerge dall’IPER “autovetture”. Ma l’Istituto di Vigilanza condivide questo indirizzo? Nel passato, le associazioni dei consumatori avrebbero “alzato a voce”, ma attualmente sulla RC auto vi è un silenzio/assenso da sconforto collettivo.

Il secondo grafico rappresenta la “variazione annua del prezzo medio delle autovetture per singola impresa”.

Ovviamente, l’aumento del premio medio 2024 del 6,6% risulta chiaramente dalle prime cinque imprese che hanno applicato degli incrementi in un range 5-7%, mentre la fascia di imprese che hanno adottato delle percentuali superiori al 9% va interpretata. Avevano un premio medio troppo basso e, quindi, l’operazione è un aggiustamento tecnico? Altra soluzione: il costo dei sinistri non era più sotto controllo e si è reso necessario un intervento per “far tornare i conti”? Qui IVASS dovrebbe fornire degli approfondimenti.

Altrettanto importante sarebbe sapere quale sconto medio sulla tariffa ha applicato l’impresa che ha avuto una variazione intorno al 21% e, allo stesso tempo, conoscere le ragioni della sola impresa che ha effettuato una riduzione del 9%.

ANIA TRENDS – focus R.C. Auto

Ci soffermiamo sui soli dati dell’ANIA riferiti alle autovetture. La frequenza dei sinistri accaduti nel 2024 (escludendo i sinistri che vengono denunciati tardivamente) si è attestata al 4,86%, in riduzione dello 0,5% rispetto al 2023 (4,88%), quando era risultata in diminuzione del 0,81% rispetto al 2022.

ANIA attribuisce questa riduzione da iniziative come l’introduzione delle “Zone 30”, con limiti di velocità di 30 km/h in aree urbane (es. Bologna), che hanno portato a una riduzione del 5% della frequenza sinistri, il dimezzamento dei decessi e oltre il 10% di feriti in meno rispetto al 2023. Dal 14 dicembre 2024, il nuovo Codice della Strada ha introdotto sanzioni più severe per uso di cellulari, consumo di alcol e droghe alla guida, contribuendo ulteriormente alla diminuzione degli incidenti, soprattutto durante il periodo natalizio.

L’importo medio dei sinistri accaduti e liquidati nel 2024 (cosiddetti “sinistri gestiti di generazione corrente”) è stato pari a € 2.187, in aumento del +4,8% rispetto al 2023 quando era pari a € 2.087. Questo incremento è spiegabile in massima parte dall’elevata crescita dell’inflazione generale registrata a partire dal 2022.

ANIA precisa che per il settore assicurativo il fenomeno inflattivo ha comportato:

  • un maggiore costo della manodopera e dei pezzi di ricambio: nel triennio 2022-24, infatti, il costo dei pezzi di ricambio si è accresciuto del 14,2%;
  • un adeguamento significativo degli importi per il risarcimento del danno biologico di lieve entità (fino a nove punti di invalidità permanente): nel triennio 2022-24 la rivalutazione complessiva ha superato il 16% (a fronte di un’inflazione generale del +15,4%).

Per queste ragioni, sui sinistri di generazione corrente, sono risultati in crescita sia il costo medio dei sinistri CARD (l’importo delle partite liquidate CID ha segnato un aumento del 5,2% e quello delle partite CTT del 4,3%) sia, in misura inferiore, quello del costo dei sinistri NO-CARD (+0,4%).

Per quanto riguarda l’importo medio dei sinistri gestiti liquidati nel 2024 delle generazioni precedenti, questo è stato pari a € 7.869 con una variazione negativa dell’1,1% rispetto al 2023. Tra l’altro, nel 2021 per le autovetture ad uso privato l’importo medio era 8.790 euro, quindi in un triennio questo costo si è ridotto di quasi 1.000 euro. La spiegazione di ANIA è che gli importi medi liquidati osservati nel corso degli anni sono influenzati dal fatto che le varie generazioni hanno un numero di anni di sviluppo diversi (ogni generazione ha un anno di sviluppo in più rispetto alla precedente) e che, con il passare del tempo, vengono definiti i sinistri con danni di entità via via più elevata (danni materiali rilevanti e danni fisici). Giustificazione assolutamente legittima, pertanto, l’effetto dell’aggiornamento delle tabelle del Tribunale di Milano, pubblicato a giugno del 2024, con un incremento degli importi a titolo di risarcimento del danno non patrimoniale derivante da lesione alla integrità psico-fisica pari al 16,2268%, inizieremo a vederlo nel report dell’anno prossimo.

CONCLUSIONI

In sintesi, cosa ci dicono le due rilevazioni statistiche:

  • IPER un aumento del 6,6% del premio medio RC autovetture;
  • ANIA una frequenza in diminuzione e un costo medio dei sinistri di generazione corrente in aumento del 4,8%.

In prima battuta, la soluzione dell’incremento del premio medio delle imprese sembra coerente e dovrebbe permettere un miglioramento dei conti.

Ma abbiamo voluto concludere questo contributo con due report estratti da IPER. Nella Tavola A5 viene espressa la percentuale di polizze per gruppo di classe di bonus/malus. Emerge che l’86,6% delle autovetture è in classe “1”; si tratta degli assicurati che non hanno avuto sinistri nell’ultimo anno di osservazione e hanno avuto una variazione in aumento del premio medio del 6%. È ovvio che questa “massa” di polizze abbia contribuito all’aumento del 6,6% del premio medio.

Il secondo report è una “Tavola” da IPER dove abbiamo estratto il premio medio “autovetture” della classe di bonus/malus “1” per provincia per ordine crescente. Questo dettaglio fa capire, come sulla medesima classe di merito “senza sinistri” nell’ultimo periodo di osservazione, vi sia uno scarto di 300 euro tra la provincia di Enna e quella di Napoli e quanto sia, per certi versi fuorviante il premio medio complessivo di 383,1 euro della classe “1” sopra riportato.

Difficile credere che la classe di bonus/malus possa costituire, oggi, l’elemento trainante sulla costruzione tariffaria dei profili.

Possiamo concludere che sulla RC autovetture ci sia molto su cui riflettere e che sia indispensabile un intervento normativo correttivo al più presto.

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