Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Nuovo colpo di scena al vertice di Assogestioni nella partita sulla presentazione della lista per il rinnovo del cda delle Generali. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, ieri sul tavolo della riunione del comitato dei gestori è arrivato un secondo parere legale dopo quello dello Studio Annunziata, richiesto dal presidente dell’organo Emilio Franco. Si tratta di un documento a firma dell’avvocato d’affari romano Andrea Zoppini per conto di Anima e della controllata Kairos, sgr che finora si sono astenute dal partecipare ai lavori preparativi sulla lista. La linea del parere punterebbe su tre aspetti: il ruolo di rappresentanza delle minoranze storicamente svolto da Assogestioni, la capacità di selezionare amministratori indipendenti di qualità e la presenza all’interno dell’associazione di regole che consentono di evitare i conflitti di interesse sulle singole partite da parte dei gestori. Tesi a supporto dell’obbligo a presentare una lista per Generali anche perché l’associazione lo ha già fatto nel 2022. Alla luce di questo nuovo scontro frontale il comitato ha deciso di rinviare a venerdì la scelta.
L’Ue pensa alla leva fiscale per recuperare le risorse di cui ha tanto bisogno. Garanzie pubbliche, debito comune e deroghe al Patto di Stabilità potrebbero non bastare per arrivare agli 800 miliardi annui indicati da Draghi per rilanciare la competitività europea. Così all’Eu Tax Symposyum si è rifatta strada una vecchia idea: tassare i più ricchi. Ieri a Bruxelles l’economista francese Gabriel Zucman ha proposto un’imposta minima del 2% sui 537 milionari che in Europa hanno un patrimonio oltre 100 milioni. Si incasserebbero 67 miliardi l’anno, 121 miliardi se la tassa salisse al 3%. «È una questione di equità. I super ricchi non l’avvertirebbero nemmeno, mentre la Commissione troverebbe le risorse indispensabili, ad esempio, a sostenere l’industria dell’auto in crisi», dichiara Pasquale Tridico (M5S), presidente della commissione per le Questioni Fiscali del Parlamento Europeo. «Deve trattarsi però di una tassa europea, altrimenti si rischiano disparità di trattamento tra Stati. Per questo motivo presenteremo a breve una proposta di risoluzione all’Europarlamento».

Il 52% dei toscani è indebitato. Più di uno su due. È il dato che emerge da un’indagine di Kruk, azienda di gestione del credito fondata in Polonia nel 1998 e operante in Italia dal 2015 che si impegna nella diffusione della consapevolezza sui rischi del debito e sulle sue conseguenze economiche, psicologiche e sociali. Secondo Kruk i fattori che spingono al debito includono soprattutto l’acquisto di beni di una certa entità senza disponibilità immediata di liquidità, seguiti dal crescente costo della vita. La società ha evidenziato la rilevanza dell’educazione finanziaria, vitale per gestire consapevolmente il proprio indebitamento e per mitigare gli impatti negativi sulla vita quotidiana (in Toscana il 57% dei residenti teme di esaurire le risorse economiche una volta in pensione, mentre il 42% considera ancora il debito un tabù).
Secondo l’ultimo sondaggio dell’Adac, l’Automobil Club, l’82 per cento dei tedeschi è convinto di guidare bene, un altro 17 benissimo, solo l’uno per cento ha dei dubbi sul proprio talento al volante.  Der Spiegel, che riporta il sondaggio, ha dubbi e nota delle contraddizioni. Tutti sicuri di essere uguali a Schumacher, ma quasi la metà, il 47 per cento, ammette di compiere un errore di quando in quando. Uno su tre non mantiene sempre la distanza di sicurezza dalla vettura che lo precede. Un terzo in autostrada beve o mangia un panino mentre guida. Il 16 per cento compie il peccato mortale di parlare all’handy, il cellulare, percentuale che raddoppia (il 35) tra i giovani automobilisti fino ai 29 anni. Rischi diversi punti sulla patente, e alla terza multa la perdi.

Si chiama alcolock ed è una delle novità più temute della riforma del codice della strada. Non è ancora realtà perché serve un decreto attuativo che stabilisca le caratteristiche tecniche per poter essere installato nell’abitacolo di chi è stato condannato per guida in stato di ebbrezza (con tasso oltre gli 0,8 g/l) dopo il 14 dicembre 2024, in via definitiva. Il Corriere è in grado di anticipare com’è fatto e come funzio-na l’alcolock, dopo aver letto il testo che il Mit ha inviato a Bruxelles e che si trova, in fase di revisione. L’Ue ha tempo sino al 18 giugno: se non ci saranno rilievi, l’alcolock potrebbe essere installato da luglio. In pratica, prima di avviare il motore il conducente dovrà soffiare in un dispo-sitivo, accanto al volante, simile a un etilometro di-gitale, che analizza l’alito.

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Il nuovo esecutivo Ue non potrà poi esimersi da affrontare il cambiamento climatico: un ruolo centrale lo avranno le assicurazioni, chiamate a intervenire in caso di danni catastrofali. Ricorda Giulio Terzariol (Generali), «in Italia il divario di coperture è particolarmente pronunciato». Aumentare le pratiche di economia circolare sarà di aiuto, e per farlo bisognerà «andare verso la digitalizzazione e semplificazione dei processi autorizzativi», secondo Yuri Santagostino (Gruppo Cap).

Le minacce in condominio nelle liti tra vicini sono di diversa natura ma quella al centro della sentenza della Cassazione, sezione penale, 31/2025 è davvero singolare. Riguarda l’uso di prodotti per la cura delle piante, rivelatisi non efficaci per questo obiettivo, ma anzi tossici per i vicini che avevano accusato patologie respiratorie. In dettaglio, a originare la condanna in primo grado di un condòmino per i reati di cui agli articoli 674 (getto pericoloso di cose) e 590 (lesioni personali colpose) del Codice penale era stato il fatto che, nella qualità di proprietario di un immobile, utilizzava impropriamente prodotti tossici per irrorare piante esistenti nel giardino di sua proprietà, facendone derivare un pericolo per la pubblica incolumità.