Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Gli agenti assicurativi di Generali Italia associati al Gagi sono pronti a dire la loro con una voce univoca alla prossima assemblea che il 24 aprile dovrà rinnovare i vertici della compagnia. «Prima di tutto attraverso il milione di titoli investiti dalla nostra cassa previdenziale», dice Federico Serrao che dallo scorso ottobre ha assunto il ruolo di presidente dei 1.200 agenti Generali Italia (GaGi) in continuità rispetto ai 22 anni della guida di Vincenzo Cirasola. «E stiamo anche valutando di raccogliere in forma aggregata le volontà degli agenti azionisti, che non è quella di schierarsi aprioristicamente, ma di sostenere chi ha a cuore le sorti di Generali e voglia farla crescere ulteriormente», aggiunge.
Le donne avanzano nei cda di banche e assicurazioni italiane. E anche le loro retribuzioni migliorano. Lo rileva l’ultima edizione dell’European Financial Services Boardroom Monitor, il report di EY che monitora ogni sei mesi composizione, competenze e paghe dei consigli di amministrazione delle compagnie dell’Msci European Financial Index e di altri grandi intermediari finanziari. Per l’Italia, nella top ten dell’indice compaiono Unicredit e Intesa Sanpaolo e il campione include nel complesso 141 membri (81 uomini e 60 donne).
Venerdì 14 marzo in Assogestioni sono entrate nel vivo le discussioni sulla lista per l’assemblea Generali del 24 aprile. Il comitato dei gestori, l’organo che riunisce le maggiori sgr italiane e alcuni dei principali asset manager esteri, è stato chiamato a prendere una decisione che potrebbe rivelarsi cruciale non solo per l’esito della partita triestina ma anche per l’immagine stessa dell’associazione. Due le opzioni sul tavolo: presentare una rosa in grado di incidere in misura sostanziale sugli equilibri nell’assemblea del Leone oppure fare un passo indietro, come già accaduto in alcune assise del recente passato. Chi difende questa seconda linea di azione la motiva non solo con l’imminente passaggio di testimone alla presidenza di Assogestioni, dove Maria Luisa Gota di Eurizon dovrebbe subentrare a Carlo Trabattoni, ma anche con la necessità di preservare l’autonomia in uno scontro di potere che contrappone due cordate, quella capitanata da Mediobanca e quella che vede come promotore Francesco Gaetano Caltagirone affiancato da Delfin.
Brambilla nel suo intervento ricorda che «il compito primario di casse previdenziali e fondi pensione è pagare le pensioni, non finanziare l’economia italiana»: un’ovvietà che nessuno contesta ma che diventa un alibi quando viene usata per giustificare il disimpegno totale da una logica di sistema-Paese. Negli Stati Uniti, che vantano il più avanzato sistema pensionistico privato dell’Ocse, i fondi pensione investono massicciamente in infrastrutture e aziende americane. La stessa logica di sistema-Paese si applica in Francia, Svezia e Olanda, dove i fondi previdenziali finanziano il tessuto produttivo nazionale investendo in azioni quotate, fondi di private equity e venture capital.
Il primato, anche nel 2024, è stato Banca Generali. La società guidata da Gian Maria Mossa, con un valore medio di 43,7 milioni di euro per ognuno dei 2.353 consulenti che compongono la sua rete, ha le masse pro capite più alte in una classifica che la mette a confronto con Fideuram, Fineco, Mediolanum e Allianz. Merito, come per le altre società, della raccolta netta che lo scorso anno ha continuato a salire, ma anche dell’andamento positivo dei mercati finanziari che ha spinto in alto il valore. La crescita maggiore, sempre tra le top five del settore, ce l’ha avuta però Fineco Bank, che ha visto le masse medie dei suoi 3.002 consulenti salire dai 36 milioni di fine 2023 ai 40,6 milioni di dicembre dello scorso anno, con un incremento del 12,7%. Mentre, se si guarda alla raccolta netta per singolo professionista, il primo gradino del podio per la crescita messa a segno nel 2024 spetta a Banca Mediolalum, il cui dato medio pro capite dei suoi 4.801 consulenti è passato da 1,4 milioni del 2023 agli 1,8 milioni di dicembre 2024, con un incremento del 28,5%. Ma il primato assoluto, anche in quest’ultima classifica, continua ad essere di Banca Generali che nel 2024 ha registrato una raccolta netta pro capite di 2,8 milioni, seguita da Fineco Bank (2,6 milioni) e da Allianz (2,2 miliardi). E a seguire, con 1,8 milioni, ci sono appunto Mediolanum e Fideuram.
Il mese di marzo rappresenta un momento importante, di riflessione, per la previdenza complementare. Entro il 31 marzo infatti fondi pensione e pip devono fornire, mediante posta elettronica o in formato cartaceo, ovvero nell’area riservata del sito web, il Prospetto delle prestazioni pensionistiche – fase di accumulo. Il documento rappresenta un fondamentale strumento informativo e di controllo dell’investimento previdenziale riportando l’ammontare della posizione individuale, i contributi versati nel corso dell’anno, i rendimenti conseguiti e i costi effettivamente sostenuti.
L’impatto dell’inflazione sulle pensioni è uno dei temi di maggiore rilevanza nella congiuntura economica attuale. Il contesto è di sostanziale rientro alla normalità, rispetto ai massimi del 2022, ma tra gli investitori di tutto il mondo stanno crecendo i timori per un ritorno dell’aumento dei prezzi tra nuovi dazi imposti dagli Usa e rischi geopolitici. In Italia secondo i dati provvisori dell’Istat pubblicati il 28 febbraio, il tasso di inflazione è salito all’1,7% su base annua, in aumento rispetto all’1,5% registrato a gennaio. Su base mensile, l’incremento è dello 0,2%.
- DONNE E GIOVANI SENZA PENSIONE
«Il trend ci indica che il lavoratore andrà in pensione sempre più tardi, potendo contare su un assegno pensionistico significativamente più basso rispetto all’ultimo stipendio percepito – dice Alessandro Marchesin, head of wealth & asset management del Gruppo Sella -. In questo scenario, la previdenza complementare assume un ruolo strategico per garantire un adeguato tenore di vita ai futuri pensionati». Tuttavia, l’adesione ai fondi pensione in Italia resta inferiore rispetto ad altri Paesi europei. Qual è l’approccio migliore per promuovere una cultura del risparmio previdenziale?
- Le caratteristiche di Private Choice Plus
Axa Mps Private Choice Plus è una polizza multiramo a vita intera ed a premio unico, che
combina un prodotto assicurativo unit linked (con fondi esterni ed interni) con un prodotto assicurativo a prestazioni rivalutabili. Il prodotto prevede che le prestazioni dovute dalla compagnia siano collegate sia alle variazioni del valore delle quote dei fondi selezionati sia al rendimento realizzato dalla gestione separata Mpv Plus. Il prodotto prevede 4 distinti profili: Base, Libero, Rebalance e Conversion (capitale derivante da un’altra polizza).
I fondi assicurativi interni sono Axa Mps Strategia Sostenibile Esg, Fondo Difensivo classe B, Fondo Equilibrato classe B, Fondo Aggressivo classe B e Strategia Flessibile Plus. Il profilo qui considerato è quello Base che tiene conto dell’investimento al 50% nella gestione separata e al 50% nel fondo interno Equilibrato classe B.
E’ il ristoratore a pagare per la morte dell’avventore allergico. Deve risarcire il danno da perdita parentale al padre del sedicenne deceduto dopo lo shock anafilattico per aver mangiato un gelato diverso da quello previsto dal menu concordato ad hoc per il ricevimento, a causa delle patologie del ragazzo. E al genitore va risarcito in via ereditaria il danno biologico terminale patito dal giovane che nell’ultimo momento di lucidità si rende conto della morte che arriva («papà, io voglio vivere»). «Totale» la «sciatteria» del titolare che va al supermercato a comprare il gelato sostitutivo la sera prima del banchetto senza assumere informazioni specifiche sulla compatibilità con intolleranze alimentari. Nessun concorso di colpa può essere addebitato alla famiglia della vittima. 6668 del 13 marzo 2025.
Quando arriva la sanzione del Garante per la protezione dei dati personali spetta al dirigente rendicontare alla sua amministrazione. E se siamo in presenza di colpa grave scatta la responsabilità erariale del funzionario pubblico. La Corte dei Conti della Valle d’Aosta, con le sentenze n. 1/2025 e 2/2025, ha ribadito che il mancato rispetto delle prescrizioni in materia di protezione dei dati personali può tradursi in una grave responsabilità amministrativa per i funzionari coinvolti. La Regione è sanzionata dal Garante privacy per la pubblicazione illecita di una delibera contenente anche dati personali di un dipendente. Dopo un primo provvedimento sanzionatorio l’ente non ha adeguato le proprie procedure, collezionando ulteriori sanzioni per un totale di 120.000 euro