Dinanzi alla “Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere” è intervenuta in audizione Maria Luisa Cavina, Capo del Servizio Tutela del Consumatore di IVASS, con un intervento che si focalizza sull’importanza del contrasto all’analfabetismo assicurativo che, “come ogni analfabetismo, è terreno di coltura
per i più disparati fenomeni di discriminazione e sopraffazione, inclusa la violenza economica, che è una delle forme in cui si manifesta la violenza di genere”.
Partendo dal nesso che lega violenza economica connessa al genere e analfabetismo assicurativo Cavina ha fatto una breve panoramica sulla situazione italiana e sulle risposte che l’educazione assicurativa può dare per ridurre i divari di genere, oltre che sulle azioni messe in campo da IVASS al riguardo.
Per contrastare efficacemente questo tipo di violenza, è importante favorire la partecipazione delle donne al mercato del lavoro (in condizioni di parità in termini di ingresso, di prospettive e di retribuzione), l’accesso a strumenti e servizi finanziari (bancari, assicurativi, previdenziali, di investimento) e far crescere la loro capacità di gestire questi strumenti in modo autonomo e consapevole, sottolinea Cavina, in modo da sviluppare inclusione economica, inclusione finanziaria, alfabetizzazione finanziaria, ovvero i tre “fattori di libertà”.
Il livello di competenze assicurative che emerge dall’indagine 2021 sulle conoscenze e i comportamenti assicurativi degli italiani (commissionata da IVASS a Università Milano-Bicocca e Doxa) è in generale scarso per tutta la popolazione italiana. L’indice di conoscenze assicurative è decisamente basso (30/100), sia per le conoscenze di base (40/100, indagate partendo dai tre concetti tipici di premio, franchigia e massimale) sia soprattutto per quelle dei prodotti assicurativi (20/100).
Tuttavia, la situazione delle donne è ben più grave rispetto a quella degli uomini: il gap di genere è di oltre 10 punti percentuali. Le donne mostrano la stessa propensione degli uomini a comprendere l’importanza delle assicurazioni. È però sul piano dei comportamenti che il divario di genere si ripresenta nettamente. L’indagine mostra infatti che c’è un grande disallineamento tra percezione del rischio e scelte pratiche attuate dalle donne – ad esempio, nella decisione di assicurarsi – e offre chiavi di lettura per decifrare le diverse ragioni che determinano questo disallineamento.
In primo luogo, le donne tendono a non considerarsi competenti: in altre parole, il cosiddetto “bias dell’overconfidence” colpisce soprattutto gli uomini, mentre le donne si sottovalutano e, anche quando sanno, hanno scarsa fiducia in sé stesse e pensano di non sapere abbastanza6. Il loro scarso livello di autostima sulle proprie conoscenze reali incide quindi negativamente sulla capacità di prendere decisioni autonome nonostante una corretta percezione del rischio.
C’è anche da considerare che di rado le donne hanno il ruolo di decisori finanziari nel nucleo familiare. Le poche volte in cui ciò accade è quasi sempre perché sono single, vedove o divorziate.
E’ proprio per questo che l’educazione assicurativa può contribuire a migliorare la capacità delle donne di proteggersi da forme di violenza economica: “rafforzare la cultura assicurativa delle donne e metterle in condizioni di comprendere i benefici che le assicurazioni possono offrire in termini di copertura dai rischi cui sono esposte non solo aiuta a prevenire il rischio di abuso economico, ma favorisce anche un maggiore controllo sulle proprie risorse e una maggiore resilienza”, ribadisce Cavina.
Un’educazione assicurativa efficace dovrebbe includere una comprensione di base dei concetti cardine dell’assicurazione, come il rischio e l’interesse, dei suoi meccanismi di funzionamento, del “vocabolario” delle polizze (cioè dei termini tecnici più diffusi), dei vari tipi di coperture disponibili, dei diritti e degli obblighi che scaturiscono da un contratto di
assicurazione.
In questa direzione l’Authority è molto attiva, sia all’interno del Comitato EduFin, che nell’organizzazione di iniziative di sensibilizzazione, realizzazione di guide e podcast dedicati, e dedica un’attenzione particolare all’educazione assicurativa nelle scuole (“IVASS
Roadshow”), grazie alla riforma che apre all’insegnamento dell’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale nelle scuole italiane, nell’ambito dei programmi di educazione civica.
“Le lezioni apprese dall’esperienza di questi anni ci dicono che intercettare o, per
meglio dire, promuovere la domanda di alfabetizzazione di genere tra le adulte è
molto più complesso: per la dispersione dei possibili luoghi di aggregazione, fisici
o virtuali, per la difficoltà di stimolare l’interesse all’apprendimento. Eppure è una
sfida che un intervento pubblico lungimirante potrebbe assumere, per
combattere l’emarginazione/esclusione delle donne che è l’anticamera della
violenza, incentivando momenti formativi presso i luoghi di lavoro, o a livello di
organismi ed enti presenti sul territorio“, conclude Cavina.