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Il 2023 è stato un anno di grande soddisfazione per la Compagnia fondata 15 anni fa da Stefano Buraglio e Giovanni Grava.
Tutela Legale SpA ha chiuso l’anno con una raccolta premi in crescita del 9% (si attesta sui € 17,250 Mil) e un indicatore della solvibilità al 250%.
La crescita organica registrata fino ad ora non è comunque fattore di appagamento per i due manager che, con il contributo di una primaria società di consulenza internazionale, hanno deciso di definire un piano strategico di sviluppo per guidare la crescita nei prossimi tre anni.
Recentemente approvato dal CdA, il piano ha l’obiettivo di incrementare la raccolta di ben 9 milioni entro il 2026. Chiediamo a Stefano Buraglio, Direttore Generale di Tutela Legale spa, come la Compagnia intenda affrontare la sfida.
“Il progetto è già avviato e si articola su alcune, precise direttrici operative. Uno dei primi ‘cantieri’ di lavoro riguarda il rilancio del business con l’attuale rete distributiva, per la quale abbiamo previsto investimenti straordinari che si traducono in piani commerciali sfidanti e personalizzati per le numerose agenzie che si sono già ingaggiate. Su questo fronte, nelle scorse settimane abbiamo incontrato presso la nostra sede oltre trenta agenzie; con ciascuna abbiamo definito il programma commerciale per l’anno in corso, e le linee di sviluppo che intendiamo percorrere. È stato davvero sorprendente riscontrare il grande entusiasmo che la nostra intrapresa sta generando nella rete.
Un altro importante ‘cantiere’ riguarda il recruiting di nuove agenzie in quelle aree del paese dove siamo meno presenti; incrementeremo poi la nostra presenza nel segmento dei broker, anche grazie ad una struttura tecnica e commerciale che evolve di conseguenza”.
Che criteri di ingaggio state usando per i nuovi intermediari?
“Devo premettere che, fin dalla nostra nascita, siamo convinti che il ramo della tutela legale nel nostro paese sia sottodimensionato rispetto ai bisogni che mira a soddisfare. I dati EIOPA dicono che in Italia la raccolta del ramo 17 copre l’1.4% del comparto danni; quindi, il settore ha un ampio potenziale di crescita.
Per quanto riguarda il recruiting intendiamo rivolgerci ad intermediari che ci aiutino a diffondere la cultura della tutela legale e che si riconoscano nei valori di indipendenza e specializzazione. Lavoriamo costantemente sulla nostra qualità e, in conseguenza, la cerchiamo anche negli intermediari; per trattare le garanzie di questo ramo (che rendono agibile per tutti il diritto alla difesa affermato nella Costituzione) è necessario concepirsi come consulenti.
Avete anche riorganizzato la struttura commerciale…
“Sì, è vero; la funzione commerciale è determinante per gli obiettivi del piano industriale e su di essa sono concentrati molti degli interventi riorganizzativi e di investimento. Dallo scorso autunno collabora con noi Massimo Marinelli, che – con la sua visione manageriale e la conoscenza diretta del mondo distributivo – aiuta la Compagnia a costruire programmi e strumenti sempre più vicini alle esigenze della rete. Inoltre, abbiamo recentemente definito un team commerciale dedicato al comparto Broker, assegnando la responsabilità del suo sviluppo a Francesco Marotta che è in azienda da un paio d’anni. Ci aspettiamo anche da questo investimento un contributo decisivo al raggiungimento di nostri obiettivi”.
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