Se le donne investissero allo stesso ritmo degli uomini, ossia con la stessa propensione, a livello globale ci sarebbero 3.220 miliardi di dollari di capitale aggiuntivo. Di cui 1.870 miliardi in investimenti sostenibili. Riparte da questi dati di Bny Mellon la nuova edizione del report «Women and investing» di Ubs. Obiettivo: indicare alle donne una strategia di investimento solida, tenendo conto che in media guadagnano meno degli uomini e hanno pensioni più basse.
A sostenerlo è l’a.d. di Generali, Philippe Donnet, secondo il quale il testo attuale «mette a rischio la best practice internazionalmente riconosciuta» della lista del board per i rinnovi del cda. «L’obiettivo iniziale del ddl capitali era quello di spingere le pmi a quotarsi in borsa in Italia e non all’estero», ha ricordato Donnet. Il problema è venuto a galla durante la discussione parlamentare, quando «sono emerse delle norme che potrebbero avere effetto contrario». Nell’articolo 12, in particolare, «c’è un provvedimento che dà enorme importanza alle minoranze: un piccolo azionista con una quota irrilevante corre il rischio di ottenere il 20% dei posti nel consiglio di amministrazione, il che potrebbe danneggiare la qualità della governance».
Le nuove norme sul contrasto agli appalti irregolari, contenute nel decreto legge 19/2024, rilanciano la fattispecie della somministrazione fraudolenta, introdotta più di venti anni fa dalla legge Biagi e interessata successivamente da numerosi interventi correttivi che avevano portato alla sua abrogazione. Nel nuovo decreto, questa fattispecie si colloca al culmine di diverse situazioni di illecito caratterizzate da una gravità crescente