Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Ameno di una settimana di distanza dalla mossa del colosso inglese Ardonagh, che come prima grande acquisizione in Italia ha scelto Mediass, c’è un’altra operazione prossima alla chiusura nel settore del brokeraggio assicurativo. Si tratta dell’acquisto della quota di maggioranza di GbSapri da parte del fondo di private equity svizzero Brera Partners, fondato da Andrew Borda e Tin Radosevic. La firma dell’operazione, le cui trattative erano stata anticipate da MF-Milano Finanza alla fine dello scorso anno, sarebbe ormai imminente e consentirebbe al fondo elvetico di fare la sua prima operazione nella Penisola.
La popolazione over 50 raddoppierà di importanza da qui al 2040, da 41.000 miliardi di pil del 2020 a 82.000. In Italia le attese legate a questa fascia di età sono di 1.462 miliardi di euro di prodotto interno lordo al 2040, ovvero il 50% del totale, pari al 75% dei consumi complessivi. Se nel 2022 le persone oltre 65 anni erano 14 milioni in Italia con un’aspettativa di vita di 83 anni, nel 2040 saliranno a 19 milioni e 85 anni, mentre aumenta in parallelo il trend della denatalità, da 45 milioni di individui sotto 65 anni a 37 milioni. Sono in dati emersi ieri dall’intervento di Giulio Carlo Dell’Amico, responsabile italiano Global Strategy Group di Kpmg. L’esperto ha preso parte al Milan Longevity Summit al teatro Parenti di Milano (giornata organizzata dalla Fondazione SoLongevity), così come l’ex presidente francese Francois Sarkozy, ora a capo di Fsnb Health & Care, una boutique di consulenza strategica sulla salute.
Il Digital Markets Act (Dma) è pienamente in vigore da meno di tre settimane e i primi nodi vengono già al pettine. La Commissione Europea ha infatti aperto un’indagine di non conformità al regolamento sui mercati digitali nei confronti di Alphabet (Google), Apple e Meta (Facebook). Le sospette irregolarità riguardano in particolare Google Play e Google Search di Alphabet, l’App Store e la schermata di ricerca di Safari di Apple e il «modello di pagamento e consenso» di Meta, che controlla Facebook, Instagram e WhatsApp.
Avanti tutta con il piano B su PagoPa. Con due emendamenti al decreto Pnrr (ammessi dalla commissione Bilancio della Camera dopo il vaglio delle 1.368 proposte presentate) la maggioranza prova ad aggirare il muro di Antitrust sull’ipotesi di cessione a Poste Italiane del 49% della piattaforma per i pagamenti alla pubblica amministrazione. Ipotesi bocciata nei giorni scorsi dall’Agcm perché la cessione della quota minoritaria al gruppo guidato da Matteo Del Fante minerebbe il «carattere di neutralità» di PagoPA essendo Poste «presente anche nel mercato a valle, dove opera in concorrenza con gli altri soggetti che si avvalgono della piattaforma».

Lo Stato italiano non ha l’obbligo giuridico di assumere iniziative più efficaci contro il cambiamento climatico e non sono ammissibili richieste di risarcimento del danno. Perché, in sostanza, le scelte politiche non sono sindacabili dai giudici a pena di violazione del principio costituzionale di separazione dei poteri. Lo ha deciso in primo grado il Tribunale Civile di Roma (II sezione) con sentenza del il 26/2/2024 nella causa “Giudizio Universale” presentata da un gruppo di associazioni e cittadini guidati dalla Ong A Sud. Nel giudizio, avviato nel 2021, lo Stato era chiamato a rispondere per non aver adottato politiche adeguate di contrasto al climate change “antropogenico”. Il Tribunale ha rigettato le domande principali, sulla riduzione entro il 2030 delle emissioni di anidride carbonica del 92% rispetto al 1990, per difetto assoluto di giurisdizione.

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«Siamo nel mezzo di una transizione, un delicato punto di svolta». Così Maria Bianca Farina, presidente Ania, riassume, nel suo intervento all’evento «Le sfide dell’Ue alla vigilia delle elezioni: il ruolo delle assicurazioni» la fase che l’Unione europea sta attraversando: instabilità geopolitica, concorrenza internazionale, transizione green e digitale delle economie, cambiamento climatico sono solo alcuni dei fattori che richiedono, per Farina, una risposta comunitaria. Da qui la volontà di presentare un decalogo dell’Ania per la prossima legislatura europea, in primis un partenariato pubblico-privato per la copertura assicurativa dei grandi rischi, da quelli legati ai cambiamenti climatici, a quelli geopolitici, terroristici e informatici. Ania chiede poi una semplificazione burocratica. «L’attuale panorama normativo è diventato sempre più complesso, dettagliato e prescrittivo. Si è passati da 21 testi nel 2019 a 63 testi nel 2023: numeri eccessivi». Per questo il settore chiede una pausa legislativa e vede la necessità di semplificazione e razionalizzazione delle norme.

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Povertà assoluta al record storico in Italia: oltre 2 milioni e 234 mila famiglie, per un totale di 5 milioni e 752 mila persone nel 2023, l’anno dell’abolizione parziale del Reddito di cittadinanza, completato in questi mesi del 2024 dal governo Meloni. In percentuale: l’8,5 delle famiglie (da 8,3 del 2022) e il 9,8% degli italiani (dal 9,7 del 2022) non riescono ad assicurarsi un paniere minimo di beni essenziali. Nel 2014, nove anni prima, eravamo a 6,2 e 6,9%.

Con i riscatti ancora su soglie importanti, sebbene in rallentamento rispetto ai picchi dello scorso autunno, il settore assicurativo italiano comincia a fare i conti con un tema di liquidità. La situazione tocca, in vario modo, l’intero comparto e il mercato non poteva che aumentare il grado di attenzione, tanto in più in vista del prossimo avvio delle consultazioni con Ivass sulle potenziali modifiche da apportare al regolamento sulle gestioni separate. Segmento attorno al quale ruota la strategia di contenimento dei “deflussi” delle compagnie. Perché il tema, in questa fase, è evidentemente quello di offrire prodotti in grado di competere con i rendimenti che offrono i titoli di Stato e le obbligazioni corporate per frenare le uscite e al contempo spingere le nuove sottoscrizioni. In questo contesto l’Ivass da qualche tempo avrebbe avviato un’ispezione negli uffici di Athora Italia, l’ex Amissima e parte del gruppo Athora Holding (che fa riferimento al fondo Apollo).
Credem e Reale Mutua rinnovano la loro partnership nel settore della bancassurance. Dopo 10 anni di collaborazione, il gruppo bancario ha siglato l’accordo con la compagnia assicurativa valido per i prossimi cinque anni, con possibilità di rinnovo tacito per i successivi cinque. Nei mesi scorsi i due player hanno infatti confermato la partnership in Credemassicurazioni, compagnia attiva nel ramo danni di cui sono azionisti in maniera paritetica. L’obiettivo è proseguire nello sviluppo della partnership nel ramo danni, che punta a raggiungere oltre 60 milioni di euro di raccolta premi a fine 2024, in crescita del 7% sull’anno precedente.
Per far fronte agli scenari siccitosi, l’Autorità di bacino dell’Appennino Centrale ha di recente realizzato, con il progetto Digital twin di distretto (Dbdt), un avanzatissimo sistema digitale georeferenziato di monitoraggio e previsione in grado di fornire in tempo reale un quadro conoscitivo completo e continuamente aggiornato della disponibilità e dell’utilizzo delle risorse idriche. Il sistema, anche grazie al supporto dell’intelligenza artificiale, consente di monitorare i fenomeni in atto, di rilevare modelli anomali e di simulare scenari futuri, offrendo così opzioni decisionali fondamentali per le attività di pianificazione e di programmazione.
Non solo turni stressanti in corsia o il rischio aggressioni da parte dei pazienti sempre più in crescita. Per i camici bianchi i pericoli arrivano anche dall’intelligenza artificiale. Perché quando si rilascia un’intervista alla Tv pubblica c’è il rischio di ritrovarsi , tempo dopo, su siti sconosciuti a pubblicizzare, a propria insaputa, un integratore venduto solo attraverso internet. Nell’era dell’intelligenza artificiale accade infatti sempre a più medici: i video vengono artefatti e trasformati nei cosiddetti «deep fake», nei quali si ruba l’immagine e l’identità del protagonista e gli si fanno dire parole diverse.

Handelsblatt

 

Clark, società insurtech con sede a Francoforte, è alla ricerca di nuovi investitori per finanziare importanti acquisizioni. Christopher Oster è il CEO e co-fondatore del broker assicurativo digitale. “Dopo le ultime acquisizioni minori, ci sentiamo pronti per un’acquisizione più grande”, afferma. Quest’anno l’obiettivo è “acquistare un broker di medie dimensioni in uno dei nostri cinque mercati nazionali”. Di recente la società con sede a Francoforte ha acquisito, tra le altre, le attività di brokeraggio di Simplesurance, la società svizzera di bancassicurazione UB Partner e l’insurtech britannica Anorak. Clark è ora alla ricerca di un candidato adatto all’acquisizione non solo in Germania, ma anche in Svizzera, Regno Unito, Francia e Paesi Bassi. Allo stesso tempo, la dirigenza è in trattative con investitori, anche dell’ambiente del private equity, che potrebbero sostenere la start-up con capitale aggiuntivo e competenze per questo progetto.
I manager e i dipendenti che apprezzano il lavoro in mobilità sono in buone mani presso l’assicuratore Allianz. Circa 160.000 dipendenti in più di 200 Paesi possono lavorare almeno il 40% del loro orario di lavoro fuori dall’ufficio. In Allianz Deutschland, che conta 20.000 dipendenti, esiste una soluzione ancora più flessibile. Un accordo aziendale prevede quattro giorni di presenza al mese. “Ogni team è responsabile della definizione di altre occasioni di presenza, come l’inserimento di nuovi colleghi”, aggiunge una portavoce del Gruppo. Le modalità di lavoro della società quotata al DAX sono ben accolte anche al di fuori dell’azienda. Nel concorso “Germany’s Best Employer” di quest’anno, Allianz Germania si è aggiudicata il primo posto nella categoria delle aziende con più di 5.000 dipendenti.
L’assicuratore digitale Element ha completato il suo nuovo round di finanziamento. Secondo Handelsblatt, la start-up ha ricevuto altri 50 milioni di euro. Gli investitori sono il Versorgungswerk der Zahnärztekammer Berlin e il fondo insurtech Alma Mundi, che avevano già investito nella start-up. La società, gestita dall’ex manager di Axa Astrid Stange, ha bisogno di denaro per rafforzare il proprio capitale azionario. Allo stesso tempo, Insurtech, come vengono chiamate le start-up assicurative, sta attualmente rivedendo il proprio modello di business. Secondo gli addetti ai lavori, Element ha dovuto fare dei tagli nel corso delle trattative con gli investitori. Tra l’altro, l’obiettivo iniziale di 100 milioni di euro non era realistico. Nell’ultimo round di finanziamento del luglio 2022, l’azienda berlinese aveva raccolto un totale di 88 milioni di euro.