Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Dopo aver studiato attentamente il mercato italiano il broker inglese Ardonagh fa la sua prima mossa di peso. Per entrare in Italia la principale piattaforma di distribuzione assicurativa indipendente del Regno Unito, con oltre 150 sedi in tutto il mondo, ha scelto Mediass, tra i primi 10 operatori di brokeraggio assicurativo, con 110 milioni di premi intermediati e provvigioni pari nel 2023 a 20 milioni. Ardonagh rileverà il 100% del capitale dello storico broker fondato nel 1996 da Francesco Pirocchi attuale presidente e guidato dal ceo Gianluca Graziani.
Dopo l’Abi anche l’Antritrust critica la possibile cessione del 49% di PagoPa a Poste Italiane prevista dal decreto Pnrr e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, si dice disponibile a «sistemare la questione». La vicenda è quelle del passaggio della piattaforma del pagamenti della pubblica amministrazione, oggi interamente controllata dal ministero dell’Economia, al Poligrafico Zecca dello Stato per almeno il 51%, mentre fino al 49% andrebbe appunto al gruppo guidato Matteo Del Fante. Un’operazione che lunedì è stata apertamente criticata dalle banche con l’Abi che, chiamata in audizione, ha sottolineato i rischi alla concorrenza. Poste Italiane, in altri termini, sarebbe contemporaneamente proprietario e gestore della rete che trasporta servizi di pagamento Pa e i tanti dati presenti sulla piattaforma potrebbero in linea teorica essere utilizzati dal gruppo postale per mettere a punto altri servizi affini, ad esempio assicurativi, o servizi d’interesse di altri operatori come quelli connessi all’energia elettrica o al gas. Critiche cui lo stesso Del Fante, nei giorno scorsi, aveva replicato assicurando che sarebbe stata garantita la riservatezza dei dati.
Oggi, 20 marzo, si celebra il 40° anniversario dalla fondazione di Assogestioni, in origine denominata Assofondi: l’associazione, attualmente presieduta da Carlo Trabattoni (ceo di Generali asset and wealth management), nacque nel 1984 con l’obiettivo di promuovere, diffondere e tutelare le diverse forme di gestione del risparmio, anche previdenziale, a sostegno dello sviluppo dell’economia, del mercato finanziario e della difesa degli interessi dei risparmiatori italiani. Obiettivo fondante che ancora oggi ne guida le attività. Molto è cambiato in questi 40 anni: nel 1985 il patrimonio ammontava a 20 mila miliardi di lire, corrispondenti al 2,4% dell’allora pil italiano; oggi il mercato italiano del risparmio gestito vale 2.300 miliardi di euro, più del pil dell’Italia, e sono più di 11 milioni gli italiani che investono stabilmente in fondi comuni. Oltre agli investitori al dettaglio vi sono poi fondi pensione, casse di previdenza, assicurazioni e istituzioni che si affidano a case di gestione italiane ed estere per l’allocazione delle proprie risorse finanziarie.
Il 18 marzo 1983 ha segnato l’inizio di una nuova era. L’approvazione della legge 77 sull’istituzione e disciplina dei fondi comuni d’investimento mobiliare fu uno spartiacque per il mercato finanziario italiano e un impulso per lo sviluppo dell’economia del Paese. Il provvedimento, giunto dopo nove proposte di testo avvicendatesi nei due decenni precedenti, avviò un processo volto a far diventare i fondi italiani una realtà concreta. In questi 40 anni, l’industria del risparmio gestito è cresciuta, è cambiata ed è maturata. Ha affrontato la delicata sfida della modernizzazione del quadro giuridico italiano e dell’adeguamento all’assetto regolamentare europeo. Ha navigato le turbolenze dei mercati, dalla deregulation degli anni ’80-’90 alla bolla dot.com, dalla crisi dei mutui subprime, alla crisi del debito sovrano europeo e al più recente shock pandemico.
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