Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Intelligenza artificiale (IA) mai in incognito. Le persone devono sapere se parlano con un robot o se stanno leggendo un testo prodotto da un’IA. È uno degli strumenti di tutela previsti dal regolamento Ue sull’intelligenza artificiale, approvato dal parlamento Ue il 13 marzo 2024, che disciplina modalità di immissione e di utilizzo nell’area Ue di questi strumenti di elevata tecnologia. Il provvedimento deve passare ancora l’ultimo vaglio del Consiglio Ue, prima di essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Ue.
L’IA non ha l’ultima parola. Le persone hanno diritto a presentare reclami e ricevere spiegazioni. Così prevede il regolamento Ue sull’intelligenza artificiale. In dettaglio qualsiasi persona interessata da una decisione adottata dall’utilizzatore di sistemi di IA ad alto rischio, salvo alcune eccezioni, avrà il diritto di ottenere spiegazioni chiare e significative sul ruolo dell’IA nella decisione assunta. La rete di tutela degli umani comprende anche i divieti all’utilizzo di molti sistemi di IA.
Rischio privacy per i fornitori di servizi informatici e non solo. Se trattano dati per conto di un committente, pagano di tasca loro per le violazioni del Gdpr (regolamento UE n. 2016/679 sulla protezione dei dati personali). E la responsabilità autonoma per i fornitori ha effetti a cascata sui compensi e sui rapporti contrattuali. La prospettiva di ricevere una sanzione di importo elevato dal Garante può, infatti, incidere sia sull’ammontare del corrispettivo sia sulla specificazione delle prestazioni dovute. Sono le conseguenze dei principi del Gdpr applicati dalle ingiunzioni del Garante della privacy, tra cui la n. 66 dell’8 febbraio 2024, con la quale è stato sanzionato autonomamente il fornitore di servizi IT di una banca.
Stati Uniti, Emirati Arabi, Spagna, India, Arabia Saudita e Cina. È la sestina vincente dei Paesi su cui dovrebbero puntare le aziende italiane in un’ottica di aumento delle esportazioni. Sia a livello di rischiosità dei pagamenti, sia anche in relazione ai limitati rischi politici e socio-ambientali. Stando almeno ai risultati dell’Export Opportunity Index realizzato da Sace che individua le aree geografiche che offrono le maggiori opportunità alle imprese italiane investitrici, anche alla luce dei miglioramenti attesi delle condizioni finanziarie globali e delle condizioni creditizie. In questo scenario, gli Stati Uniti si sono confermati come il mercato principale su cui puntare per aumentare le vendite del made in Italy, grazie alla solidità e alla crescita della propria congiuntura, al basso rischio di insolvenze e di mancati pagamenti e, soprattutto, alla stabilità politica e ai limitati rischi di natura sociale e ambientale.
Allarme sul Mar Rosso. Gli attacchi Houthi alle navi nello stretto di Bab el-Mandeb hanno messo a rischio il 12% del commercio globale e il 40% di quello tra l’Asia e l’Europa, riducendo del 30% il traffico globale di container. Tra gennaio e febbraio, infatti, il 90% delle navi portacontainer della rotta Asia-Europa, principalmente quelle di grandi dimensioni, sono state dirottate verso il Capo di Buona Speranza, creando un aumento di circa il 30% di container su questa rotta commerciale. Mentre i tempi di transito sono aumentati di circa 10 giorni per le rotte Asia-Nord Europa e 15-20 per quelle che entrano nel Mediterraneo. Un punto di strozzamento critico per il commercio globale, la cui instabilità determina rischi significativi per le compagnie di navigazione, i flussi commerciali internazionali e le catene di approvvigionamento globali, come evidenziato dagli esperti di Boston Consulting Group (BCG). Tanto che i ritardi causati dall’instabilità del Mar Rosso hanno contribuito al calo di circa l’1,3% del commercio globale nel mese di dicembre 2023.