L’inflazione in Italia potrebbe continuare a calare progressivamente nei prossimi mesi per arrivare, a fine anno, al 5,8%, ed è possibile che nel 2024 si attesti al 2,7%.
La discesa dell’indice dei prezzi al consumo sarà favorita, in particolare, dalla forte moderazione dei valori di vendita delle materie prime, in particolare quelle energetiche. È quanto emerge da un’analisi del CentroStudi di Unimpresa, secondo la quale il calo dell’inflazione registrato a gennaio in tutta l’area euro è stato meno ampio rispetto alle previsioni iniziali e la recente tendenza fa guardare alle previsioni con estrema prudenza, considerando che il prezzo dei carburanti e del gas, in flessione nell’ultimo periodo, potrebbe tornare a risalire nel corso del 2023.
Unimpresa sostiene che l’inflazione potrebbe continuare a calare costantemente nel prossimo biennio: l’obiettivo del 2% nell’area euro, in media, potrebbe essere raggiunto nel 2025. Nel corso di quest’anno, in Italia, l’indice dei prezzi al consumo potrebbe ridursi ancora e dall’attuale 9% circa dovrebbe scendere fino al 5,8% e poi ancora, nell’arco del 2024, sempre in discesa al 2,7%. Tale dinamica previsionale potrebbe tuttavia non essere regolare, se si considerano le possibilità, non remote, che il valore di vendita e acquisto delle materie prime, in particolare quelle energetiche, come carburanti e gas, potrebbe tornare a salire con oscillazioni non irrilevanti. Un comportamento che verrebbe dettato sia dalla gestione delle scorte sia dalle manovre speculative, certamente meno impattanti rispetto al 2022, ma non ancora del tutto sterilizzate.