La frequenza dei sinistri accaduti nel 2022 per il totale dei veicoli si è attestata al 4,53%, in aumento del 3,8% rispetto al 2021 (4,37%), quando, il venir meno delle misure
restrittive per la pandemia aveva prodotto una significativa ripresa della sinistrosità (+18,7% rispetto al 2020).
Lo si evince dalla statistica ANIA sulla RCA.
Nel dettaglio, nei primi tre mesi del 2022 è continuato in modo sostenuto l’aumento della frequenza sinistri (+17,9%) rispetto al primo trimestre del 2021, quando l’Italia era suddivisa in tre fasce di rischio e la circolazione dei veicoli era ancora limitata.
Nel secondo trimestre del 2022 l’incremento della sinistrosità risulta però in attenuazione (+12,7%), sia perché sul finire dell’analogo periodo del 2021 riprendeva a crescere la circolazione e la sinistrosità, sia perché il repentino innalzamento del costo dei carburanti a causa del conflitto in Ucraina ha indotto un utilizzo più limitato dei veicoli.
Malgrado gli interventi statali che hanno calmierato il prezzo dei carburanti per quasi tutto l’anno, nella seconda parte del 2022 si è osservata un’inversione di tendenza nella frequenza sinistri che è risultata in diminuzione rispetto a quanto si registrava nell’analogo periodo del 2021 (-4,8% nel terzo trimestre e -5,8% nel quarto trimestre) che era stato
invece caratterizzato da una forte ripresa della circolazione e della frequenza sinistri.
Per le autovetture è stato registrato un incremento del 4,5% della frequenza sinistri, attestandosi a un valore del 4,92% (era 4,71% nel 2021, ma 5,75% nel 2019). I motoveicoli registrano un aumento lievemente superiore (+5,5%). In controtendenza la frequenza sinistri del settore degli autocarri che nel 2022 ha registrato una lieve riduzione (-2,0%): in particolare, per quelli con peso superiore ai 35 quintali, la frequenza sinistri è passata dal 7,12% del 2021 al 6,60% del 2022(-7,3%), mentre per quelli con peso inferiore ai 35 quintali dal 4,53% del 2021 al 4,51% del 2022 (-0,6%).
L’importo medio dei sinistri accaduti e liquidati nel 2022 è stato pari a € 2.021, in aumento del +4,1% rispetto al 2021 quando era pari a € 1.942.
A questo incremento vi ha contribuito la crescita dell’inflazione che ha implicato un maggiore costo della manodopera e dei pezzi di ricambio. Da aprile 2022, per recuperare gli aumenti dell’inflazione degli ultimi tre anni, sono stati adeguati anche gli importi per il
risarcimento del danno biologico di lieve entità (fino a nove punti di invalidità permanente) che hanno registrato un incremento medio del 7%.
Dal 2020, quindi, l’importo medio dei sinistri accaduti e liquidati è aumentato del 6,6%,
una crescita superiore a quella che si era registrata complessivamente nei quattro anni precedenti alla pandemia (+5,5% dal 2016 al 2019). Ha contribuito all’aumento dell’importo medio liquidato dei sinistri gestiti l’incremento registrato nel costo dei sinistri CARD e in particolare dall’importo delle partite liquidate CID che ha segnato un aumento del 4,5%, solo in parte compensato dalla riduzione dei sinistri NO-CARD (-1,8%).
Nel 2022 l’importo medio liquidato dei sinistri gestiti di generazione corrente è risultato in aumento per tutte le tipologie di veicoli. Il maggior incremento si è registrato per gli autocarri (+4,6%, +6,1% per quelli con peso superiore ai 35 quintali e +4,0% per quelli con peso inferiore ai 35 quintali), mentre i motoveicoli hanno mostrato quello più contenuto (+2,2%). Le autovetture ad uso privato mostrano un incremento in linea con la media (+4,0%).
Ad esclusione delle autovetture e dei ciclomotori ad uso privato, che mostrano una riduzione, occorre evidenziare che tutti i settori hanno registrato un aumento dell’importo liquidato medio per i sinistri NO-CARD: gli autocarri con peso superiore ai 35 quintali registrano un incremento pari al 7,3% mentre più contenuto è quello dei motocicli, che si attesta a +3,3%; sostanzialmente invariato invece quello degli autocarri con peso inferiore ai 35 quintali.
Nel 2022 l’incidenza dei sinistri rientrati in CARD è stata pari all’81,0% del totale dei sinistri gestiti dalle imprese (che includono quindi anche quelli trattati fuori convenzione). Questa percentuale risulta in lieve diminuzione rispetto a quanto osservato nel 2021 (81,3%) e si registra conseguentemente un aumento dei sinistri che non rientrano nella procedura di risarcimento diretto (20,6% rispetto a 19,7%).
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