Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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All’orizzonte del colosso Insurtech non ci sono licenziamenti, anzi sono previsti investimenti in tecnologia per oltre 30 milioni di euro. Mentre resta confermato l’obiettivo di arrivare al break even alla fine dell’anno e di sbarcare in borsa appena le incertezze sui mercati, tra guerra e inflazione, saranno rientrate. L’amministratore delegato di Wefox in Italia, Matteo Bevilacqua, scaccia via ogni nuvola sui piani di crescita del gruppo tedesco. L’Insurtech fondata nel 2015 da Julian Teicke lo scorso luglio ha chiuso un finanziamento da 400 milioni di dollari raggiungendo una valutazione record di 4,5 miliardi
Entro la fine dell’anno la metà delle banche che operano in Italia utilizzerà strumenti digitali per la vendita di polizze assicurative. Previsioni che arrivano dall’Italian Insurtech Association (Iia) che ha realizzato un’indagine tra oltre 100 istituti bancari e finanziari di cui per l’80% istituti italiani e il restante 20% internazionali. «L’80% dei clienti bancari è oggi digitale, ma l’offerta assicurativa digitale è ancora limitata. Nel 2022 solo 20% delle banche italiane ha distribuito prodotti assicurativi online», osserva Simone Ranucci Brandimarte, presidente di Iia, «ma il numero è destinato a salire al 90% entro il 2030 e si posso realizzare importanti sinergie tra mondo bancario e il settore assicurativo, in un’offerta che unisca il canale fisico a quello digitale».
Fai Service si allea con Lokky per facilitare l’accesso alle coperture assicurative degli autostrasportatori. Fai Service, società leader in Europa che da oltre 35 anni eroga servizi e soluzioni per l’industria dell’autotrasporto e logistica ha siglato un accordo con Lokky, insurtech italiana dedicata a pmi, professionisti e freelance. Grazie ad una piattaforma tecnologica di digital insurance fornita da Lokky e realizzata «su misura» per Fai Service, quest’ultima offrirà ai clienti italiani la possibilità di accedere ad un servizio personalizzato, semplice e digitale per sottoscrivere in real time le coperture assicurative che più rispondono alle reali e specifiche esigenze della propria attività.
Gli azionisti di Unicredit vanno alla conta in vista dell’assemblea che venerdì 31 marzo voterà il bilancio e, soprattutto, la remunerazione del vertice. Sul tappeto ci sarà il nuovo stipendio del ceo Andrea Orcel che il cda vuole alzare fino a 9,75 miliardi al superamento di alcuni obiettivi. La banca sta completando gli incontri con i grandi soci nel corso del processo di engagement, cioè il dialogo sulle tematiche relative al bilancio, alla governance e alla sostenibilità. I meeting (che si concluderanno questa settimana) hanno riguardato alcuni dei maggiori investitori globali come BlackRock, Fidelity, Norges Bank, Vanguard e Capital Research. Se gli azionisti hanno chiesto chiarimenti su molti aspetti che verranno discussi in assemblea, per ora le carte sulle intenzioni di voto restano coperte. Per conoscere i primi dati la banca e i suoi advisor dovranno attendere lunedì.
Doppia scadenza in vista per Mediobanca. Ieri il cda ha aperto i lavori sul rinnovo di ottobre e ha annunciato la presentazione del nuovo piano industriale. Come anticipato da MF-Milano Finanza il board ha nominato gli advisor che lo assisteranno nel delicato passaggio di consegne, cioè l’head hunter Spencer Stuart e il consulente Deloitte. L’iter è quello standard. La prossima tappa sarà l’approvazione delle linee guida sulla composizione quali-quantitativa ottimale del nuovo board, un documento che recepisce le indicazioni del regolatore e pone paletti precisi al lavoro di selezione. Partirà poi la scrematura dei profili. Se la composizione del nuovo cda è ancora tutta da definire, per ora è certo che nella lista non potranno entrare gli attuali consiglieri Elisabetta Magistretti, Maurizia Comneno, Maurizio Costa e Maurizio Carfagna. Sulle altre scelte bisognerà attendere l’esito del lavori che dovrebbero protrarsi fino a settembre quando verrà pubblica la relazione quali-quantitativa.

Si allenta la pressione fiscale sugli investimenti delle casse previdenziali. Il disegno di legge delega di riforma fiscale introduce l’imposizione sostitutiva sui redditi finanziari degli enti di previdenza obbligatoria (Inps e casse professionali). E non solo, perché si guarda anche alle casse di previdenza complementare, con aliquote agevolate sui rendimenti e secondo il principio di cassa. Sono queste le novità che potrebbero presto vedere la luce se la delega fiscale, già approvata dal governo, passasse positivamente il vaglio definitivo del parlamento. Ieri, infatti, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha apposto la sua firma al testo, autorizzando la presentazione dello stesso alle camere. Il disegno, dunque, comincerà l’iter di approvazione alla Camera dei deputati.
La possibilità di rateizzare i crediti dei bonus edilizi si estende alle cessioni o sconti fatte entro il 31.03.2023 e si amplia il novero delle agevolazioni che possono godere di questa opzione, arrivando a ricomprendere i crediti derivanti dagli interventi per il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche, il sisma bonus e il sisma bonus acquisti. La possibilità di scelta decennale per l’utilizzo del beneficio potrebbe trovare applicazione anche in caso di detrazione diretta da parte del beneficiario. Questa nuova formulazione è contenuta in un emendamento del corposo pacchetto che andrà a ridefinire alcuni aspetti significativi delle agevolazioni fiscali in tema di edilizia e che saranno posti in discussione nel corso della prossima settimana.

Lloyd’s rischia di essere la nuova Fannie Mae o Aig d’Europa? Un cratere che sfiora il miliardo di sterline, nel bilancio della storica compagnia di assicurazione, solleva timori e riportano la paura, nella City di Londra e sui mercati in generale. I Lloyd’s di Londra, la compagnia dove tutto il mondo si a va a coprire da potenziali danni, sono finiti in profondo rosso lo scorso anno: hanno dovuto pagare più di 21 miliardi di sterline ai clienti per risarcimenti legati alla guerra in Ucraina e all’uragano Ian negli Stati Uniti. Questi due eventi eccezionali hanno piombato la compagnia britannica in una perdita ante imposte di 769 milioni di sterline (quasi 900 milioni di euro), mentre nel 2021 sfoggiava robusti profitti per oltre 2 miliardi. Durante il Covid girava voce che la storica compagnia avesse messo in vendita il futuristico palazzo “Inside-Out” (ha tutti gli impianti e tubature a vista): sarebbe stato uno shock per Londra. Ma era nulla in confronto al bilancio 2022, peraltro pubblicato lo stesso giorno in cui la Banca d’Inghilterra, incurante del terremoto che sta scuotendo la finanza e più preoccupata dalla nuova fiammata dell’inflazione, ha rialzato ancora i tassi.