Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Non solo Ivass e ministero delle Imprese e del Made in Italy. Il fascicolo Eurovita, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, sarebbe ben noto anche al ministero dell’Economia, che starebbe monitorando attentamente la situazione della compagnia assicurativa finita in gestione provvisoria con la nomina di Alessandro Santoliquido a commissario. Nessuna delle grandi compagnie italiane si è detta disponibile a fare da capofila di un piano di salvataggio sistema. Ieri il group ceo di Generali, Philippe Donnet ha dichiarato di non vedere rischi per il sistema dal caso Eurovita, sottolineando la stabilità del Leone che potrebbe addirittura beneficiare di un risparmiatore più attento alla solvibilità della compagnia cui si rivolge.
Generali Assicurazioni chiude il 2022 con un risultato operativo record, aumenta il dividendo e guarda con ottimismo al 2023, confermando gli obiettivi indicati nel piano strategico che prevedono di distribuire dividendi cumulati nel periodo 2022-2024 tra 5,2 e 5,6 miliardi di euro. Mentre riguardo alla crisi provocata dal fallimento della banca Usa Silicon Valley Bank il gruppo assicurativo ha precisato di non avere alcuna esposizione, se non marginale e indiretta, e di «dormire sonni tranquilli». Come pure riguardo alle difficoltà della compagnia assicurativa vita italiana, Eurovita, finita in gestione provvisoria (si veda altro articolo in pagina) il group ceo, Philippe Donnet ha specificato che «non facciamo lo stesso mestiere», ma «proponiamo soluzioni molto sicure ai nostri clienti a 360 gradi e con una rete di distribuzione molto professionale, capace di dare consulenza assicurativa ai clienti, come dimostrano questi risultati».
Con 343 voti a favore, 216 contrari e 78 astenuti il Parlamento europeo ha approvato la direttiva che obbliga a migliorare la classe energetica degli edifici dal 2030. Per impopolarità, in Italia batte persino quella che vorrebbe mettere al bando le automobili tradizionali perché, come ha commentato a caldo il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto, la casa «è un bene rifugio per le famiglie» e la direttiva ne colpisce 11 milioni in un colpo solo. Tante sono, infatti, secondo l’Enea le abitazioni italiane in classe energetica bassa e che dovranno affrontare ristrutturazioni anche pesanti per rientrare nella E entro il 2030, e nella e nella D entro il 2033. La Commissione Europea fa calcoli diversi e stima che la direttiva impatti su 35 milioni di edifici in tutta Europa, il 10% circa dei quali in Italia.
Le imprese italiane, di ogni dimensione e settore, sono sempre più inevitabilmente connesse e orientate a compiere il salto tecnologico. Ma da grandi opportunità derivano grandi rischi: la digitalizzazione offre nuovi strumenti ai soggetti criminali che puntano a rubare le proprietà intellettuali, i dati e le informazioni sensibili di un’azienda quali tecniche, procedure produttive e strategie di marketing per distorcere il mercato a favore proprio o dei propri clienti. Dunque le imprese italiane non possono permettersi di abbassare le guardia sullo spionaggio industriale cyber che va ad affiancare quello tradizionale. L’allarme arriva dal Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, diretto da Elisabetta Belloni, ed emerge nella relazione dell’intelligence italiana relativa al 2022.
Quando il sistema finanziario è schiacciato dalle bolle causate dai debiti, è da irresponsabili portare le banche sulle montagne russe. Ciò che ha fatto la Federal Reserve ieri e sta facendo oggi. Il risultato più evidente è il fallimento della Silicon Valley Bank (Svb) di Santa Clara in California. Tutti ci auguriamo che non diventi l’inizio di un nuovo collasso finanziario globale come nel 2008. Durante il periodo del tasso d’interesse zero e dei quantitative easing molte imprese, anche quelle zombie, come la Banca dei regolamenti internazionali di Basilea definisce quelle in condizione quasi fallimentari, hanno ottenuto notevoli volumi di nuovi crediti dalle banche, anche di medie dimensioni. Adesso hanno grandi difficoltà nel pagamento del servizio sul debito.
Conti superiori alle attese del mercato per Generali, che nel 2022 ha messo a segno una crescita dei profitti e del dividendo. L’utile netto è salito del 2,3% su base annua a 2,91 miliardi di euro. Senza l’impatto degli investimenti russi il risultato è ammontato a 3,066 miliardi (+7,7%). I premi lordi sono migliorati dell’1,5% a 81,5 miliardi grazie all’andamento positivo del segmento Danni, in particolare il Non auto. La raccolta netta Vita è stata pari a 8,7 miliardi (-36,1%), mentre quella delle linee unit-linked e puro rischio e malattia è stata rispettivamente di 8,9 e 5 miliardi.
Ristori e assicurazioni a tutela di api e miele. Revo Insurance ha costruito la prima polizza parametrica per proteggere l’apicoltura dai danni causati dal cambiamento climatico. La Revo ParametricXHoney prevede il premio tarato in base alle coordinate geografiche dell’arnia e un indennizzo automatico e rapido al verificarsi di un evento, senza il ricorso a lunghe fasi di perizia. Pensata per la produzione di miele di acacia, concentrata in una fascia ristretta di tempo tra aprile e luglio e per la quale abbassamenti termici improvvisi e gelate nel periodo del germoglio e della fioritura delle piante determinano un danno diretto alla produzione del miele, la polizza nasce in partnership con il broker Pulsar Risk e Aspromiele, associazione di produttori apistici del Piemonte. La garanzia si basa sulle elaborazioni di Frale Analitica dei dati forniti da DataMeteo.
In questi giorni nevica nelle zone del Nord Est. Ma sostanzialmente al Nord non piove più. A dirlo è il report settimanale dell’Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche secondo cui le regioni settentrionali dell’Italia sono ormai caratterizzate da un andamento pluviometrico mediorientale. Ed è un’Italia fatta di contraddizioni. Se in Casentino, Emilia Romagna e Toscana, l’invaso di Ridracoli è stato fatto tracimare perché troppo pieno, nel piacentino il lago di Molato trattiene oggi 0,85 milioni di metri cubi (Mmc) d’acqua, mentre lo scorso anno erano 1,82 Mmc contro una capacità di 8,50 Mmc. Permangono drammatiche le condizioni, ma soprattutto le prospettive, nel Nord Ovest. In Piemonte, a febbraio, il deficit pluviometrico è stato dell’87,3%, con punte dell’98,6% nell’area dello Scrivia Curone. In Lombardia le riserve idriche sono inferiori a quelle del 2022 del 13,55% e del 60% sulla media storica. Neppure la neve potrebbe portare benefici dal momento che non solo è il 13% in meno dello scorso anno, ma le alte temperature la fanno scogliere velocemente. Profonda preoccupazione in Veneto, dove a febbraio sono piovuti mediamente 3 millimetri d’acqua, contro una media di 60 mm., -96%. E su tutti i bacini il deficit mensile supera il 90%. In un Italia che perde l’89% dell’acqua piovana, Coldiretti torna a parlare del piano laghetti elaborato con Anbi e sottolinea come l’ arrivo delle precipitazioni (pioggia e neve in montagna) sia importante per salvare le semine primaverili di mais, girasole e soia e anche le coltivazioni in campo messe a rischio dalla siccità.
Con un risultato operativo di 6,5 miliardi in crescita dell’11,2% il gruppo Generali chiude un bilancio record che nel 2022 ha visto anche l’utile netto salire del 2,3% a 2,9 miliardi. Un livello che, senza l’impatto degli investimenti in Russia, avrebbe superato i 3 miliardi. La spinta è arrivata a 81,5 miliardi di raccolta, trainata dal settore vita e da quello danni (+9,8%), soprattutto nel non auto. Numeri che hanno permesso alla compagnia guidata dal ceo Philippe Donnet di proporre un dividendo di 1,16 euro in aumento dell’8,4%, rispettando il ritmo previsto dal piano Lifetime Partner 24 che punta alla distribuzione di 5,2-5,6 miliardi di dividendi per cassa nel fino al 2024, a fronte dei 4,5 precedenti, in costante crescita dall’arrivo nel 2016 di Donnet al vertice del Leone, oggi a conclusione del primo anno del suo terzo mandato come ceo.
Che in Italia e in Europa vi sia la necessità condivisa di migliorare l’efficienza energetica degli edifici e delle abitazioni è un fatto. Da noi, fin dal 2006, la legge 296 ha previsto detrazioni fiscali del 55% della spesa sostenuta per interventi di risparmio energetico nel patrimonio immobiliare. Nel 2013 lo sgravio è stato aumentato fino al 65% (75% sulle parti comuni dei condomini). Ad oggi sono stati 5,5 milioni gli interventi rientranti nell’Ecobonus, per oltre 53 miliardi di investimenti, con un risparmio complessivo che supera i 22.600 gigawattora l’anno, secondo il Rapporto Enea del 2022. I lavori hanno riguardato soprattutto la sostituzione degli infissi, l’installazione di caldaie a condensazione e pompe di calore, le schermature solari.
Anche Generali sfrutta la crescita dei tassi per confezionare, nel 2022, “il miglior risultato operativo di sempre, con premi e utile netto in ulteriore crescita”, si legge in una nota, e aumenta il dividendo dell’8,4% rispetto al 2021, a 1,16 euro per azione. I risultati sono lievemente migliori delle attese medie degli investitori in termini di redditività e di cedola distribuita, mentre il patrimonio appare in linea con le previsioni. In Borsa il titolo reagisce positivamente in avvio di contrattazioni.
Se il conduttore rescinde in anticipo il contratto d’affitto per disagi che, prodotti da un ritardo nella manutenzione dello stabile, non garantiscono l’abitabilità dell’immobile, il condominio deve risarcire il locatore per danni. È così che il Tribunale di Milano, con la sentenza 1899/2023 (pubblicata il 10 marzo), ha risolto la controversia tra il proprietario di un appartamento e un palazzo meneghino. Dopo ripetute segnalazioni, l’affittuario di un’unità immobiliare decide di risolvere l’accordo di locazione prima della scadenza pattuita. Il motivo è presto detto: la casa era interessata da reiterati fenomeni dannosi dovuti a una scarsa tempestività del condominio nella riparazione della copertura dell’edificio, interessato da tempo da infiltrazioni d’acqua meteorica.
Nell’universo Delfin tutto sembra funzionare perfettamente. Tra cedole delle partecipate, l’ultima quella staccata dalle Generali per un valore di quasi 180 milioni di euro, i bilanci con i ricchi profitti di Essilor Luxottica e il maggior valore del portafoglio partecipazioni, la macchina continua a macinare utili a volontà. Eppure, nonostante ciò, qualcosa si è inceppato. Non tanto a livello gestionale, dove l’autonomia assegnata dallo statuto al consiglio è sovrana e come tale è una garanzia di stabilità, piuttosto negli equilibri interni alla dinastia.
Poco più di 1,8 miliardi di euro di monte dividendi e 6,5 miliardi di risultato operativo, cifra record e oltre le stime. Sono questi i dati chiave del bilancio 2022 delle Generali che ieri, dopo gli scossoni degli ultimi giorni, ha brindato in Borsa con un balzo del 4,02% a 18,515 euro. In prospettiva, proprio sulla scorta dei numeri diffusi ieri, il Leone ha confermato il piano al 2024. Anche in termini di M&A: la compagnia si muoverà in una logica opportunistica per consolidare la leadership in Europa o crescere in Asia e nell’asset management. Quanto al portafoglio vita italiano potenzialmente sul mercato (20 miliardi) tutte le strade sono aperte ma il rialzo dei tassi ha reso meno urgente la valorizzazione e potenzialmente più coerente una rinegoziazione dei termini dei vari contratti.
«Lo scenario internazionale resta caratterizzato da un elevato grado di incertezza e da rischi al ribasso. Si inizia a profilare un percorso di rientro dell’inflazione più lungo di quanto inizialmente previsto». L’Istat, nella nota mensile sull’andamento dell’economia italiana concentra il focus sull’andamento prospettico dell’inflazione, che a febbraio è risultata pari a 9,2% in decelerazione rispetto al mese precedente (10,0%), grazie soprattutto al calo dei prezzi energetici, mentre gli alimentari sono saliti ancora. Il differenziale per l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) tra Italia e area euro, pur rimanendo positivo, si è ridotto ulteriormente. Il Pil italiano, nel quarto trimestre 2022, ha segnato una lieve variazione congiunturale negativa a sintesi del contributo positivo della domanda estera netta e di quello negativo della domanda interna al netto delle scorte.