A seguito dei dati resi noti da ANIA relativi ai flussi vita di gennaio (che evidenziano un volume di premi contabilizzati in calo del 3% mentre le uscite per riscatti, rendite e sinistri hanno registrato un incremento annuo del 48%, dovuto principalmente ai maggiori importi pagati per riscatti. Il che comporta un saldo netto negativo per 0,7 miliardi, contro oltre 2 mld di raccolta netta positiva registrata nel mese di gennaio 2022), Moody’s mette in guardia su come questa situazione comporti una diminuzione dei volumi di attività e riserve gestite dagli assicuratori, riducendo i loro profitti, che sono costituiti principalmente da commissioni addebitate sulle riserve degli assicurati.
Inoltre, precisa Moody’s in un report, i riscatti possono esercitare una pressione negativa sulla liquidità degli assicuratori se persistono per un lungo periodo di tempo. In un contesto di aumento dei tassi di interesse, i deflussi aumentano il rischio di realizzare perdite sugli attivi, in particolare sugli investimenti a reddito fisso.
Tuttavia, l’importo limitato dei deflussi segnalati finora (0,7% delle riserve) attenua questo rischio, in quanto gli assicuratori possono utilizzare la liquidità disponibile (2,5% degli attivi dell’assicuratore al terzo trimestre 2022), le attività d’investimento in scadenza o gli afflussi stabili per finanziare i prelievi degli assicurati senza vendere gli attivi in perdita.
Moodys’ ritiene che i dati di gennaio siano stati influenzati dalla carenza di capitale di Eurovita S.p.A., resa pubblica il 21 dicembre 2022. Questo ha certamente indotto un elevato volume di riscatti nel mese di gennaio fino al 7 febbraio, quando l’autorità di vigilanza assicurativa italiana ha sospeso il pagamento dei riscatti.
Finora, i problemi di Eurovita sembrano essere un evento isolato e non hanno portato a un contagio a livello di settore.
L’aumento dei deflussi è stato in parte determinato anche dalla maggiore incidenza degli assicurati che hanno riscattato le polizze di risparmio tradizionali garantite prima del previsto, per aumentare la propria liquidità nell’attuale contesto inflazionistico: l’agenzia di rating si aspetta quindi un ulteriore graduale aumento dei deflussi su base annua. Il deflusso netto mensile di gennaio riflette anche una diminuzione dei premi emessi, proseguendo una tendenza iniziata all’inizio del 2022.
Gli assicuratori italiani del ramo vita – continua Moody’s – si trovano ad affrontare una serie di ostacoli, in particolare la maggiore volatilità dei mercati finanziari dal primo trimestre del 2022. Ciò ha portato a una progressiva diminuzione dei premi delle unit-linked, perché gli assicurati tendono ad una maggiore prudenza quando i mercati finanziari, in particolare quelli azionari, sono in ribasso. Inoltre, con l’aumento dei tassi d’interesse, gli assicuratori del ramo vita devono affrontare la concorrenza di altri prodotti bancari e di risparmio, che iniziano a offrire tassi di deposito più elevati, o investimenti diretti in titoli di Stato italiani (BTP) che a fine marzo rendevano più del 4% per la scadenza decennale. Queste soluzioni di investimento competitive continueranno probabilmente a influenzare la raccolta assicurativa. Molti prodotti vita tradizionali in Italia non prevedono penali sui riscatti anticipati e questo può facilitare la riallocazione dei risparmi da parte degli assicurati.