Nel nuovo Dossier donne, pubblicato in vista della Giornata internazionale dell’8 marzo, l’INAIL analizza i dati mensili ancora provvisori del biennio 2021-2022 e quelli annuali consolidati del quinquennio 2017-2021 per descrivere il fenomeno infortunistico e le malattie professionali al femminile in relazione alle varie caratteristiche che lo contraddistinguono.
I primi dati del 2022
I primi dati provvisori del 2022, rilevati al 31 dicembre, se confrontati con quelli dell’anno precedente, rilevati al 31 dicembre 2021, mostrano come nel complesso le denunce di malattia professionale protocollate dall’Istituto siano aumentate del 22,8%, passando dalle oltre 55mila del 2021 alle circa 61mila del 2022. Dopo un 2020 condizionato fortemente dalla pandemia, con i casi segnalati all’Inail in costante decremento nel confronto con gli anni precedenti, le patologie denunciate confermano un aumento anche rispetto al 2021, con un ritorno ai livelli di denuncia ante-pandemia. I primi dati del 2022 indicano un aumento del fenomeno tecnopatico sia per le lavoratrici che per i lavoratori. Rispetto all’anno precedente, le denunce femminili sono state 1.014 in più, da 14.901 a 15.915 (+6,8%), mentre tra gli uomini l’incremento è stato di 4.472 denunce, da 40.387 a 44.859 (+11,1%).
Il trend nel quinquennio 2017-2021
Prendendo in considerazione i dati annuali più consolidati, aggiornati al 31 ottobre 2022, si rileva che le malattie professionali denunciate dalle lavoratrici nel 2021 sono state 14.878, 2.817 casi in più rispetto all’anno precedente (+23,4%) e pari al 27% delle 55.202 tecnopatie denunciate nel complesso. Rispetto al 2017 (57.996) il calo delle malattie denunciate in complesso è stato del 4,8%, per effetto di un decremento del 4,3% per gli uomini e del 6,1% per le donne. Le statistiche Inail mettono in luce anche il fenomeno delle denunce “plurime”. Per il sistema di catalogazione tabellare adottato, infatti, da un’unica segnalazione per un lavoratore o una lavoratrice possono essere protocollate più denunce, una per ogni specifica patologia, anche se relativa allo stesso rischio/sistema organo-funzionale. Nel caso delle donne, in particolare, alle 14.878 denunce protocollate nel 2021 corrispondono 10.155 lavoratrici.
La distribuzione per settore di attività.
Il 77,5% delle denunce di malattia professionale femminili nel 2021 si sono concentrate nella gestione Industria e servizi (contro l’84,4% di quelle maschili), il 20,6% in Agricoltura e il restante 1,9% nel Conto Stato. Con 280 casi su 492 totali, pari al 57%, quest’ultima gestione, a causa della forte presenza femminile tra gli occupati di molti settori del pubblico impiego, come la scuola e i ministeri, detiene il primato di incidenza percentuale femminile tra le denunce di malattia professionale. Caratteristica, anche per effetto delle distribuzioni occupazionali di genere, è la diversa partizione delle denunce tra i due sessi nell’ambito delle attività dell’Industria e servizi. Escludendo i casi non determinati, la quasi totalità delle denunce (70%) dei lavoratori si concentra nelle attività industriali, come quelle manifatturiere e delle costruzioni. Per le lavoratrici accade il contrario, con il 64% dei casi nei settori dei servizi (Sanità e Commercio i principali) e il restante 36% nelle attività industriali.
La distribuzione territoriale
A livello territoriale le denunce di malattie professionali femminili nel 2021 si distribuiscono percentualmente per il 40% al Centro, per il 35% al Nord e per il 25% nel Mezzogiorno, con una distribuzione sensibilmente diversa rispetto a quella delle denunce di infortunio sul lavoro, concentrate per il 62% nel Nord della penisola. L’incidenza femminile delle denunce sul totale dei casi della stessa area geografica è stata pari al 31% al Nord, al 29% al Centro e al 26% nel Meridione.
Le malattie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo tra le principali patologie
Si confermano tra le più prevalenti anche nel 2021 le malattie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, che insieme a quelle del sistema nervoso raggiungono l’82% del totale delle denunce. Dietro a questo risultato medio si nasconde, però, una differenza ben marcata tra uomini e donne: se le patologie citate rappresentano il 78% delle denunce dei lavoratori, la stessa percentuale sale al 92% tra le lavoratrici (13.705 delle 14.878 denunce femminili complessive).
Fra le patologie del sistema osteomuscolare, le malattie più frequenti sono le dorsopatie e i disturbi dei tessuti molli (il 92%) e, fra quelle del sistema nervoso, la quasi totalità è rappresentata dalla sindrome del tunnel carpale. Dal confronto di genere delle tre patologie appena citate, che insieme rappresentano il 75% delle denunce totali, emerge che la quota femminile è dell’86% contro il 71% per gli uomini. Per la sindrome del tunnel carpale, che rientra nella famiglia dei “disturbi dei nervi, delle radici e dei plessi nervosi”, nel 2021 sono stati denunciati 2.389 casi per le donne contro i 3.488 degli uomini. Le patologie a carico dell’orecchio, con particolare riferimento all’ipoacusia, risultano invece contenute per le lavoratrici (150 nel 2021, pari all’1% del totale), mentre sono numericamente molto rilevanti tra i lavoratori (3.738, pari al 9,3%).
Anche i tumori appaiono, sia in termini assoluti che di incidenza, più denunciati dagli uomini che dalle donne. Le 1.653 denunce protocollate nel 2021 per i lavoratori rappresentano infatti il 4,1% delle denunce maschili, contro le 172 delle lavoratrici, pari all’1,2% di tutte quelle femminili.
Nei disturbi psichici l’incidenza femminile più alta.
Rapportando il numero delle denunce femminili per una determinata patologia sul totale registrato nella stessa patologia, si distinguono i disturbi psichici e comportamentali e le malattie del sistema nervoso (soprattutto sindromi del tunnel carpale), rispettivamente con il 47% e il 39%. Nel 2021, in particolare, i disturbi psichici sono stati denunciati in misura simile da entrambi i sessi (191 casi per il genere femminile e 215 per quello maschile), ma con una percentuale per le lavoratrici sul totale delle malattie dell’1,3%, più del doppio di quella degli uomini, pari allo 0,5%. A prevalere sono i disturbi nevrotici, legati a stress lavoro-correlato, ad esempio per mobbing (l’82% per le donne e il 76% per gli uomini), seguiti dai disturbi dell’umore (rispettivamente il 14% e il 20%).
Le malattie asbesto-correlate.
La legge 257/92 ha messo al bando l’amianto da oltre trent’anni, ma i danni che questo materiale provoca alla salute dell’uomo sono ancora evidenti a causa dei lunghi periodi di latenza tipici delle malattie asbesto-correlate, che possono manifestarsi anche dopo 40 anni dall’inizio dell’esposizione. Nel quinquennio 2017-2021, ogni anno i lavoratori affetti da patologie asbesto-correlate a cui è stata riconosciuta dall’Inail l’origine professionale sono stati mediamente 1.465, nel triennio 2017-2019, più consolidato, 1.726 (Fonte: Open data Inail, data di aggiornamento 31 ottobre 2022). I dati degli anni più recenti, in particolare il 2021, non possono ritenersi consolidati, poiché il riconoscimento della malattia professionale necessita di congrui tempi tecnici per la gestione e la definizione della pratica e i postumi delle malattie asbesto-correlate sono fortemente influenzati dal periodo di tempo che intercorre tra la data di contrazione della patologia e la data di osservazione del fenomeno. Nel quinquennio di riferimento, circa il 4% dei riconoscimenti ha riguardato il genere femminile. Tale quota è costantemente cresciuta nel periodo osservato: nel 2017 il 3,6% dei malati professionali è di genere femminile, nel 2021 il 4,6%. Per le donne la definizione dei postumi è risultata più severa. Al 31 ottobre 2022, il 67% dei riconoscimenti riconducibili all’anno di protocollazione 2017 ha avuto un esito mortale, il 10% postumi compresi tra il 51% e il 100% e solo il 23% presenta una menomazione inferiore. Se non si considera la variabile genere, la distribuzione per classe di menomazione cambia, il 45% dei malati con anno di protocollazione 2017 è deceduto, il 5% ha postumi tra il 51% ed il 100% e il 50% una menomazione inferiore.