Un nuovo rapporto AGCS identifica cinque fattori che potrebbero alimentare gli attuali episodi di violenza politica nel mondo
La rabbia per la crescente ingiustizia sociale e il costo della vita, la sfiducia nei governi e nelle istituzioni e la politica sempre più polarizzata, insieme all’aumento dell’attivismo e delle preoccupazioni ambientali, potrebbero alimentare un incremento di scioperi, sommosse e tumulti popolari in tutto il mondo, secondo un nuovo rapporto di Allianz Global Corporate & Specialty.
Una pericolosa minaccia anche per le aziende, che oltre a subire costosi danni materiali agli edifici o ai beni, possono andare incontro a gravi interruzioni di attività, con conseguenti perdite di reddito significative.
“Abbiamo assistito a perdite multimiliardarie negli Stati Uniti, in Cile e in Colombia. Il pericolo sta cambiando e, sebbene molti dei motivi siano universali – economici, politici o ambientali – si manifesta in modo diverso in regioni diverse, con vari livelli di violenza e disordini. La gestione operativa e della sicurezza all’interno delle organizzazioni dovrebbe considerare il clima attuale come un catalizzatore per valutare le migliori pratiche e le politiche di allestimento di sedi e dipendenti per potenziali disordini civili e per costruire la resilienza”, afferma Srdjan Todorovic, Head of Political Violence and Hostile Environment Solutions di AGCS.
I rischi di sommosse popolari sono aumentati in oltre il 50% dei Paesi solo tra il 2° e il 3° trimestre del 2022, secondo il Verisk Maplecroft Civil Unrest Index – su 198 Paesi, 101 hanno registrato un aumento del rischio.
Dal 2017, in tutto il mondo sono scoppiate più di 400 importanti proteste antigovernative. Non sorprende quindi che i “rischi politici e la violenza” siano tra i primi 10 pericoli dell’Allianz Risk Barometer nel 2023. Sebbene la guerra in Ucraina rappresenti un fattore importante in questa classifica, i risultati mostrano anche che l’impatto delle SRCC si colloca tra i rischi politici di violenza più preoccupanti con un punteggio combinato di quasi il 70%.
I disordini si stanno diffondendo in modo più rapido e capillare grazie anche all’effetto catalizzatore dei social media. Ciò significa che possono essere colpiti più luoghi, con potenziali perdite multiple per le aziende. Inoltre, questi eventi durano più a lungo – quasi un quarto delle 400 proteste antigovernative dal 2017 ha superato i tre mesi – contribuendo a far lievitare i costi finanziari. I danni registrati da soli sei eventi di disordini civili in tutto il mondo tra il 2018 e il 2023 hanno provocato perdite economico-assicurative per almeno 12 miliardi di dollari.
Cinque fattori di rischio dei disordini civili
Nel rapporto, il team di AGCS dedicato alla violenza politica evidenzia i cinque fattori principali che si prevede alimenteranno l’attività SRCC nel 2023 e oltre:
- Crisi del costo della vita: nonostante si ritenga che l’inflazione abbia raggiunto il suo picco in molti paesi, le conseguenze continuano a farsi sentire. Poco più della metà delle proteste a livello globale nel 2022 sono state scatenate da questioni economiche, e la fiducia dei cittadini nel futuro finanziario è incerta. La metà dei Paesi intervistati nell’ambito del 2023 Edelman Trust Barometer hanno registrato un calo a due cifre rispetto all’anno precedente per quanto riguarda la fiducia che le loro famiglie staranno meglio tra cinque anni. Sono probabili ulteriori attività di protesta che, seppur per lo più pacifiche, possono diventare violente.
- Sfiducia nei confronti di governi e istituzioni: I governi ritenuti corrotti o percepiti al potere da troppo tempo possono spingere la gente a scendere in piazza. Rivendicazioni economiche relative a prodotti alimentari, carburanti, stipendi o pensioni possono trasformarsi in manifestazioni di protesta a carattere problematico e in movimenti antigovernativi di più ampia portata. Nel 2022 e inizio 2023 le proteste si sono accese per i diritti delle donne e delle minoranze in Iran, per i prezzi del carburante in Kazakistan, per i fallimenti economici in Sri Lanka, per i diritti di aborto negli Stati Uniti e per le restrizioni di Covid in Cina. L’Europa continua a essere colpita da numerosi scioperi per le condizioni di lavoro e di retribuzione. Anche l’instabilità politica in Perù, Brasile e Argentina ha provocato proteste diffuse e violente.
- Polarizzazione crescente: Le divergenze politiche alimentano le tensioni in tutto il mondo, compromettendo la coesione sociale e facendo aumentare i conflitti. Le opinioni divergenti possono accentuarsi soprattutto sui social media e in alcuni paesi questa polarizzazione sta diventando violenta. Negli ultimi anni si è assistito a un forte spostamento a destra e a sinistra in molti paesi e poche democrazie liberali mantengono un senso di equilibrio in cui i partiti politici si contendono il centro della scena.
- Aumento dell’attivismo: negli ultimi anni, alcuni movimenti che hanno ricevuto una forte spinta dai social media sono stati il movimento globale Occupy contro la disuguaglianza economica, le proteste di Black Lives Matter che hanno denunciato la disuguaglianza razziale, il movimento #MeToo contro gli abusi e le molestie sessuali e la campagna Stop the Steal, che ha denunciato falsamente i brogli elettorali nell’elezione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden.
- Problemi climatici e ambientali: se i governi si vedono costretti a rinunciare ai progressi in materia di cambiamenti climatici, come il fracking o la riapertura delle miniere di carbone per evitare la dipendenza dal gas russo, potrebbero scoppiare dei disordini. Potrebbero essere prese di mira anche le aziende che si ritiene traggano eccessivi profitti dai combustibili fossili mentre molte persone sono in difficoltà. “I manifestanti ambientalisti hanno fatto notizia nel 2022, ad esempio versando zuppa su un quadro di Van Gogh o incollandosi alle strade, e continueranno a farlo nel 2023”, afferma Etienne Cheret, Regional Practice Group Leader, Crisis Management di AGCS. “Le manifestazioni sul cambiamento climatico tendono a essere poco violente, ma possono essere dirompenti, in particolare se colpiscono le infrastrutture di trasporto. Ci aspettiamo che questo tipo di attività continui, se non si intensifichi, nel prossimo anno.”
È difficile prevedere i casi specifici di tumulti popolari perché spesso hanno inizio con un fattore scatenante specifico, come un cambio di governo, una nuova legislazione o un improvviso aumento dei prezzi. Tuttavia, ci sono diverse cose che le aziende possono fare per ridurre al minimo i disordini.
Allianz Risk Consulting ha elaborato un elenco di raccomandazioni tecniche per le aziende, come ad esempio l’implementazione di un piano di continuità aziendale, da testare e aggiornare regolarmente. Un’assicurazione specializzata può aiutare a proteggere le aziende dai danni derivanti dalla violenza politica, oltre che da qualsiasi interruzione dell’attività. Le polizze possono coprire guerre civili, SRCC, terrorismo e guerra.