IL BUSINESS PLAN TRIENNALE SARÀ APPROVATO DAL CDA IL 28 APRILE, ANTICIPA IL DG PASTORE
di Anna Messia
La guerra e l’inflazione hanno portato inevitabilmente incertezza sul sistema economico. Ma nonostante questo in Iccrea sono pronti a presentare il piano industriale che guarda al prossimo triennio. L’appuntamento è per il 28 aprile, con il consiglio del gruppo bancario che raccoglie 123 bcc chiamato ad approvarlo. «Pur con le incertezze dovute agli effetti provocati dalla guerra», dice a MF-Milano Finanza il direttore generale della banca, Mauro Pastore, «le previsioni del pil restano positive e noi siamo pronti a definire un piano ambizioso, proseguendo sulla strada iniziata tre anni fa».
Domanda. Tre anni fa, per la precisione il 4 marzo 2019, ha avuto inizio la riforma del credito cooperativo. Che bilancio ne fa?
Risposta. La sfida era decisamente ambiziosa e abbiamo avviato una profonda manovra di trasformazione che valeva oltre 600 milioni, oggi in buona parte realizzata. Da una parte bisognava preservare il rapporto con il territorio, da sempre elemento distintivo delle banche di credito cooperativo, dall’altra adattarsi ad un contesto industriale più sfidante, per aumentare l’efficienza. Per quanto riguarda il primo fronte in questi tre anni abbiamo costantemente aumentato gli impieghi, passando da 85,2 a 88,7 miliardi anche nella fase acuta del covid, continuando a sostenere famiglie e imprese.
D. Quali sono stati invece i risultati per quanto riguarda la maggiore efficienza?
R. Abbiamo rafforzato il peso dei ricavi da servizi rispetto a quelli da interessi, riducendo in questo modo anche la dipendenza dal ciclo economico e beneficiando di un minore assorbimento di capitale. Nel risparmio gestito, per esempio, abbiamo firmato un accordo con Blackrock per l’utilizzo della loro piattaforma Alladin, e nella monetica abbiamo venduto il 60% di Bcc Pay a Fsi, tenendo il 40% e scegliendo di affidarci ad un partner. Nelle assicurazioni abbiamo rafforzato la struttura interna, con la nascita di Bcc servizi assicurativi e nella cessione del quinto, due anni fa, abbiamo rilevato il 9,9% di Pitagora, e quest’anno chiuderemo con una crescita dei volumi di oltre il 100%.
D. Che effetti avrete invece dal venir meno delle moratorie sui prestiti?
R. Si tratta di numeri gestibili. Inizialmente avevamo concesso 24 miliardi di euro moratorie, scese a 5 miliardi a fine 2021. Oggi siamo a poche centinaia di milioni e la percentuale di chi non sta pagando è molto bassa. Dal 2019 abbiamo rafforzato il patrimonio, con il Cet1 salito dal 15,5% del 2019 al 17,7% del 2021, il roe incrementato dal 2,4% al 4,3% e il rapporto cost/income sceso dal 73,9% al 63,9%. Mentre anche il credito anomalo si è ridotto, con l’npe ratio lordo passato dall’11,6% al 6,9%.
D. Cosa aspettarsi dal nuovo piano?
R. Vogliamo continuare a ridurre il rapporto cost/income aumentando ulteriormente i ricavi da servizi rispetto a quelli da interessi. Oggi siamo ad una percentuale di circa il 30% e alla fine del nuovo piano contiamo di arrivare a circa il 35%. Pensiamo anche di rafforzare ulteriormente i servizi di supporto alla finanza straordinaria, con un aumento delle risorse che se ne occupano. Per esempio, per gestire i passaggi generazionali della pmi ma anche, eventualmente, per sostenerne lo sviluppo all’estero. (riproduzione riservata)
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