Il settore (ri)assicurativo globale è relativamente poco esposto al conflitto tra Russia e Ucraina. Tuttavia, si sta preparando per la minaccia di una cyber war, le cui conseguenze sarebbero sistemiche e non assicurabili
“Dobbiamo concentrarci sull’alto rischio della guerra digitale”: sulle colonne del quotidiano britannico The Telegraph, il CEO del gruppo Axa Thomas Buberl ha invitato a considerare le conseguenze dell’invasione russa in Ucraina. Questa analisi è condivisa da Moody’s, che ha avvertito, nella sua ultima nota del 3 marzo, di “un aumento del rischio cyber per gli assicuratori”.
L’esposizione dei riassicuratori globali al conflitto russo-ucraino rimane complessivamente limitata, con l’eccezione di alcune linee di business come il rischio politico, l’assicurazione del credito, l’assicurazione viaggi e i rischi speciali (aviazione, marina), nota l’agenzia di rating. L’italiana Generali ha appena annunciato il suo ritiro dalla Russia, mentre Axa detiene il 38% del capitale del 5° assicuratore russo Reso, il cui “peso è relativamente piccolo sulla scala del gruppo”.
Cyber war: un alto rischio sistemico
D’altra parte, la minaccia più forte oggi risiede nel rischio di attacchi informatici i cui “effetti a catena” potrebbero diffondersi su scala globale, colpendo “infrastrutture critiche” e paralizzando l’economia mondiale, generando “perdite operative di volume non assicurabile”. Un tale rischio “estremo” di cyber war è di natura sistemica, ha detto l’agenzia. Questo scenario ricorda la pandemia del Covid-19, che nessuno nel mercato aveva previsto.
La maggior parte delle polizze di assicurazione informatica – quando non sono “silenziose” – includono clausole di esclusione per atti di guerra, ma, nota Moody’s, “il loro linguaggio non è allineato in tutti i mercati del mondo e la loro applicazione fuori dall’Ucraina potrebbe rivelarsi complessa”. Allo stesso modo, le esclusioni per i danni alle infrastrutture e alla proprietà derivanti da attacchi informatici “hanno definizioni variabili e precedentemente non testate, che potrebbero creare problemi di copertura complessi”.
Creazione di clausole di esclusione standard
Per difendersi dal potenziale rischio sistemico, gli assicuratori hanno già iniziato a guardare all’uso diffuso di clausole di esclusione standard. La London Market Association ha pubblicato un modello di clausole di esclusione del rischio di guerra, mentre “altri partecipanti al mercato stanno sviluppando esclusioni simili, con l’obiettivo di raggiungere uno standard di mercato per affrontare questo complesso problema di copertura”.
Durante la crisi Covid-19, il settore assicurativo globale si è trovato di fronte al problema di coprire l’interruzione dell’attività in caso di pandemia, un rischio che non aveva modellato. I riassicuratori hanno poi imposto delle clausole di esclusione nei loro trattati, seguiti da vicino dagli assicuratori nei loro contratti per i professionisti.