L’EX RETTORE DELLA BOCCONI PER LA PRESIDENZA. IN CONSIGLIO ANCHE TORCHIA E FALSARONE
di Anna Messia
Un uomo e due donne. Andrea Sironi, ex rettore dell’Università Luigi Bocconi e attuale presidente di Borsa Italiana, come candidato presidente. Luisa Torchia, docente di diritto amministrativo presso l’Università degli Studi Roma Tre e una delle principali esperte italiane in materie giuridiche e Alessia Falsarone, ex vicepresidente investimenti presso il principale assicuratore statunitense Aig, residente a New York con cittadinanza statunitense e italiana ed esperta in Esg e asset management, come consigliere. Rispettando le indicazioni arrivate nel parere di orientamento votato dal consiglio, che metteva al centro indipendenza e competenze, il cda di Generali ha cooptato ieri i tre membri vacanti dopo le dimissioni a cascata delle scorse settimane di Francesco Gaetano Caltagirone, di Romolo Bardin (in quota Leonardo Del Vecchio) e di Sabrina Pucci. Tre membri tutti indipendenti, che faranno parte della lista che il consiglio della compagnia assicurativa triestina presenterà al mercato a metà marzo, in vista dell’assemblea del 29 aprile chiamata a votare il nuovo vertice. Lista che, come punto fermo, vede la riconferma per un terzo mandato del group ceo, Philippe Donnet. Il prossimo appuntamento cruciale è quindi ora per metà marzo quando anche Caltagirone (che delle Generali detiene più dell’8%) dovrebbe aver presentato una lista alternativa a quella del cda (si veda box). Manovre che al Dis, il Dipartimento per le informazioni sulla sicurezza, stanno seguendo con attenzione. Dalla relazione annuale pubblicata ieri dall’organo di intelligence di cui si avvale il presidente del Consiglio dei ministri emergeva che «il presidio informativo del settore finanziario ha riguardato gli sviluppi relativi al segmento assicurativo, in particolare con riferimento a dinamiche di governance e azionarie che potrebbero creare finestre di opportunità per competitor esteri e riverberarsi negativamente sul tessuto socio-economico nazionale». Nessun riferimento diretto a Generali ma l’identikit è evidente. Solo qualche mese fa a muovere su Trieste era stato il Copasir. Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica presieduto dal senatore di Fratelli d’Italia, Adolfo Urso che, con il presidente della Consob, Paolo Savona, aveva discusso a fine 2021 sui movimenti intorno a Mediobanca e a Generali, teatro dell’attivismo di Del Vecchio e di Caltagirone. Intanto è notizia di ieri di un possibile rallentamento dell’espansione di Generali in India dopo che il tribunale di Mumbai, secondo quanto anticipato da Reuters, ha bloccato il suo recente acquisto. Lo scorso gennaio Future Enterprise aveva annunciato di vendere a Generali la sua partecipazione del 25% in Future Generali India Insurance Company consentendo al Leone, prima estera nel Paese, di sfruttare le nuove regole che permettono alle società estere di salire dal 49 al 74%. Il trust Idbi è andato però in tribunale in rappresentanza degli obbligazionisti esteri che hanno sottoscritto titoli delle società in default controllate da Future Enterprises, per imporre a quest’ultima di non diluire la sua partecipazione in Future Generali. Richiesta accolta dal tribunale civile di Mumbai che ha ordinato a Future Enterprises di non vendere fino all’udienza del 10 marzo. (riproduzione riservata)
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