I datori di lavoro sono sempre più attenti e alla costante ricerca di nuove iniziative per promuovere la “well-being culture”. È la nuova sfida del mondo del lavoro: supportare con iniziative concrete il benessere dei dipendenti a 360°.
“È fondamentale il modo in cui i datori di lavoro affronteranno e gestiranno questo aspetto nei prossimi mesi perché avrà un impatto significativo sulla produttività e sulla loro fidelizzazione all’azienda”, afferma Florent Lambert, Ceo di Sodexo Benefits & Rewards Services Italia. “Stiamo entrando in una nuova dimensione del welfare aziendale dove il benessere complessivo della persona rappresenta una parte sempre più preponderante nella scelta del nuovo impiego. Assistiamo ad un nuovo concetto di “well-being culture” che, attraverso la creazione di programmi di assistenza dedicati e all’integrazione di benefit a supporto di tutti gli aspetti della vita della persona, spinge i datori di lavoro a scegliere servizi e partner sempre più innovativi e capaci di rispondere ad un ventaglio ampio di esigenze. È ormai evidente che la retribuzione non è più l’unico fattore decisivo nella scelta del posto di lavoro”.
In questa nuova situazione occorre dare spazio a soluzioni che contribuiscono a migliorare il benessere psico-fisico dell’individuo giorno dopo giorno, partendo dall’attenzione alla qualità dell’alimentazione sul posto di lavoro, fino ad arrivare a soluzioni ad hoc.
Secondo una recente ricerca Paychex – Future Workplace, il 67% della Gen Z ritiene questa tipologia di benefit prioritari nella ricerca di un nuovo impiego.
Proprio per questo motivo, i datori di lavoro stanno investendo risorse per programmi di assistenza dedicati ai dipendenti con la promozione di una well-being culture.
I lavoratori avranno quindi la possibilità di scegliere piani personalizzati attraverso piattaforme welfare messe a loro disposizione dall’azienda, all’interno delle quali scegliere servizi e prodotti che possono riguardare diversi ambiti del benessere psicofisico.
Questa nuova necessità nasce da diversi fattori inerenti sia all’organizzazione del lavoro (come il rapporto con i colleghi o la possibilità dello smart working), sia alla carenza di programmi dedicati al benessere mentale per i dipendenti.
“La pandemia ha portato le persone a ricercare con maggior forza un posto di lavoro dove il proprio benessere abbia la priorità rispetto ad altri aspetti, conclude Florent Lambert.