IL FONDO CINVEN MEDITA DI RIAPRIRE LA COMPETIZIONE PER CEDERE LA COMPAGNIA VITA
di Anna Messia
Ufficialmente non ci sono aggiornamenti. L’asta di Cinven per la vendita di Eurovita, il gruppo assicurativo specializzato nel ramo vita, creato dal fondo di private equity a partire dal 2016, con l’acquisizione e l’integrazione di Ergo Previdenza, Old Mutual Wealth Italy (ex Skandia) ed Eurovita Assicurazioni, cui a fine 2019 si è aggiunta anche Pramerica Life spa, è stata congelata dallo scorso giugno. Ma secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza sarebbe spuntato un nuovo contendente che potrebbe convincere Cinven a riconsiderare la vendita delle sue attività assicurative in Italia. Si tratta di Bff Bank, la banca nata nel 1985 su iniziativa delle case farmaceutiche, la ex Farmafactorig. Oggi è una public company che opera in nove Paesi europei e vale in Borsa oltre 1,1 miliardi. Il suo core business è il factoring dei crediti verso la pubblica amministrazione e la sanità, ma ha già diversificato nel settore dei pagamenti con DepoBank, una costola di Nexi, e ora, a quanto pare, guarda pure al business delle polizze Vita. Lo scorso mercoledì la banca ha tra l’altro registrato l’uscita dal capitale della holding inglese di partecipazioni Equinova, azionista con il 7,6%, che ha piazzato sul mercato l’intera quota a 5,7 euro per azione. Il principale azionista di Bff è divenuto quindi il management (5,9%, di cui il 5% in mano al ceo Massimiliano Belingheri), mentre la parte restante è costituita da flottante, accentuando la caratteristica di public company della società. Anche Cinven continua ad essere attiva e ieri ha annunciato di aver firmato un accordo con Bayer Ag per acquisire la sua attività di Environmental Science Professional per un valore complessivo di 2,6 miliardi di dollari, pari a circa 2,4 miliardi di euro. Tornando ad Eurovita il dossier sarebbe destinato a riaprirsi con Cinven che, contattata da MF-Milano Finanza, risponde con un «no comment». A farsi avanti per la compagnia guidata da Erik Stattin l’anno scorso, con un mandato affidato a Deutsche Bank, erano stati diversi operatori con una base d’asta di 600 milioni, pari a quanto speso negli anni con le varie aggregazioni. Da Gama Life, la piattaforma europea di consolidamento delle assicurazioni vita controllata da Apax Partners, agli americani di Blackstone, passando per Icg oltre ai francesi di Cnp. Con questi ultimi, tra l’altro, che non avrebbero del tutto sopito l’interesse per la compagnia Vita visto che, a quanto pare, potrebbero riaprire il fascicolo qualora la competizione rientrasse nel vivo. Il primo semestre del 2021 per la compagnia si è chiuso intanto con premi pari a 558 milioni, in calo rispetto ai 676 milioni di giugno 2020, ma l’utile netto nel frattempo salito da 13,4 milioni a 38,2 milioni. (riproduzione riservata)
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