UTILE RECORD DI 605 MILIONI, M A IN BORSA L’AZIONE PERDE L’11%. DIVIDEND YIELD AL 6%
di Marco Capponi
Azimut conferma quanto annunciato nella stima preliminare di gennaio e chiude il 2021 con l’utile netto più elevato della storia: 605 milioni di euro, in aumento del 59% rispetto ai 382 milioni di 2020. Alla luce di questo risultato, che si colloca peraltro nella fascia più alta della previsione preliminare (600-605 milioni) il cda ha deliberato di proporre all’assemblea di aprile la distribuzione di un dividendo di 1,3 euro per azione, ossia un dividend yield del 6% ai prezzi attuali. Guardando agli altri dati finanziari, nei 12 mesi i ricavi consolidati sono stati di 1,4 miliardi, in aumento del 38% rispetto agli 1,1 del 2020. L’ebitda è risultato di 751 milioni (+55% annuo), mentre il reddito operativo consolidato è risultato di 707 milioni (+55%). Nel solo quarto trimestre la società guidata dal presidente Pietro Giuliani ha messo a segno ricavi per 583 milioni, con un utile netto di 283 (erano stati 152 nel quarto trimestre 2020).
Il totale delle masse, comprensive del risparmio amministrato, ha raggiunto a fine dicembre gli 83,2 miliardi, segnando un incremento annuo del 38%. Sul totale 54,1 miliardi fanno riferimento al solo patrimonio gestito. Negli ultimi tre anni, ha spiegato la società di asset management in una nota, i clienti del gruppo hanno beneficiato di una performance media netta ponderata del 17%. La raccolta del 2021 è stata di oltre 18,7 miliardi, oltre il quadruplo di quella del 2020. Gli afflussi di febbraio, comunicati a inizio settimana, sono stati di 746 milioni, portando il totale del 2022 a quota 839. A dare sprint alla raccolta del 2021 c’è stata anche l’acquisizione dell’americana Sanctuary Wealth: il business estero, in questo modo, rappresenta a oggi il 40% del patrimonio complessivo. La contribuzione all’ebitda di gruppo dell’attività svolta fuori dall’Italia ha raggiunto nel 2021 i 70 milioni (60 nel 2020), mentre i ricavi totali sono arrivati a 249 milioni, +68% annuo. Posizione finanziaria netta consolidata a fine 2021 positiva per 408,5 milioni, in forte miglioramento rispetto ai 30,5 milioni a fine 2020.
Per il 2022 Azimut prevede, in condizioni di mercato normali, una raccolta netta totale tra 6 e 8 miliardi e un utile netto di almeno 400 milioni. Stima prudenziale, dal momento che lo scorso anno metà degli utili sono giunti dalle performance fee, ma che il mercato non ha preso bene: titolo in picchiata dell’11% a 19,25 euro. Inoltre è previsto che il contributo del business estero a fine 2024 raggiunga un utile netto gestionale di 150 milioni. Pur ricordando le difficoltà geopolitiche e di volatilità dei mercati attuali, il presidente Giuliani ha evidenziato come il successo del gruppo sia da rintracciare in un «modello di business che da oltre 30 anni si basa sull’integrazione tra gestione e distribuzione, sull’innovazione di prodotto e, dal 2011, sull’espansione internazionale». (riproduzione riservata)
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