Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Poste Italiane è pronta a mettere in campo una super squadra di 10 mila consulenti finanziari per intercettare sempre di più il risparmio degli italiani e far crescere, ricavi, utile e soprattutto dividendi. Il piano industriale (2024 Sustain & Innovate) presentato al mercato venerdì 19, da questo punto di vista, è decisamente ambizioso: già per il 2021, nonostante la pandemia, il traguardo delle cedola è stato fissato a 0,55 euro, che rappresenterebbe una crescita del 14% sugli 0,486 euro del 2020, con un successivo incremento del 6% annuo nel periodo 2019-2024. In pratica 0,66 euro tra 4 anni. Pilastro è appunto il risparmio (fondi e assicurazioni), ma non solo. Il gruppo è già oggi leader nel settore dei pagamenti (con 29 milioni di carte emesse) e la gestione di un quarto delle transazioni che avvengono nell’e-commerce passa per strumenti delle Poste. Ora guarda addirittura a banda larga, utilities e alle polizze Danni, dove ha appena avviato il progetto Rc Auto con Linear (del gruppo Unipol) e Genertel (del gruppo Generali).
Un caso di sicuro successo nel panorama della previdenza complementare è quello dei fondi pensione territoriali. In un anno in cui si discuterà sul come rilanciare le adesioni e più in generale sul come realizzare quel salto di paradigma auspicato dalla stessa Covip, è interessante esaminare più nel dettaglio come si muove questa realtà. MF-Milnao Finanza ne ha parlato con Ivonne Forno, direttore generale di Laborfonds, fondo pensione negoziale territoriale intercategoriale per i lavoratori dipendenti da datori di lavoro, pubblici e privati, che operano nel territorio della regione Trentino-Alto Adige.
A 12 anni dallo scoppio della bolla subprime il corporate & investment banking è una delle aree della finanza in cui i cambiamenti sono stati più profondi. Non solo perché l’azione congiunta dei regolatori e della concorrenza internazionale ha ridisegnato la geografia del settore, ma anche perché in poco più di un decennio le preferenze delle clientela sono mutate in modo radicale. Anche in Italia, dove pure non si sono registrati gli eccessi della fase pre-2008, il cambiamento è stato significativo e i risultati del 2020 sono utili per misurarne la portata. Se infatti nel corso dello scorso anno gran parte degli istituti si sono concentrati sulla gestione dell’emergenza economica e sul sostegno alle imprese, l’attenzione per i trend di lungo periodo non è venuta meno e anzi in certi casi è perfino cresciuta. Lo dimostrano le molteplici iniziative in ambito Esg e circular economy o la sensibilità dimostrata per il tema della digitalizzazione.
Siamo davvero prossimi a vedere una quantità di conti correnti molto liquidi finire senza dimora? La domanda sembra aver preso piede tra vari operatori dopo la stretta operata da FinecoBank, riportata da MF-Milano Finanza il 19 marzo. L’istituto guidato dall’amministratore delegato e direttore generale Alessandro Foti ha infatti avvisato i propri clienti che, a partire dal prossimo 18 maggio, si avvarrà del diritto di rescindere il rapporto di conto corrente qualora al momento del recesso e nei tre mesi precedenti si verifichino tre condizioni: presenza sul conto di un importo uguale o superiore a 100 mila euro, assenza di qualsiasi forma di finanziamento e assenza di investimento in prodotti di risparmio gestito o amministrato.
Con quali armi le banche e i consulenti finanziari riusciranno a convincere i risparmiatori a investire la montagna di liquidità che giace sui conti correnti? La mossa di Fineco, che ha comunicato ai suoi clienti l’intenzione di chiudere i c/c con troppa liquidità (oltre 100 mila euro) e senza prodotti gestiti o finanziamenti, è un primo passo. Poi, come accade all’estero, potrebbero arrivare anche in Italia i tassi negativi sui conti. Ma ovviamente anche l’industria del risparmio gestito deve fare la sua parte e proporre prodotti all’altezza delle attese dei clienti che hanno in questa fase molta avversione al rischio e temono di pagare troppe commissioni quando investono.
A Piazza Affari venerdì 19 gli erano occhi puntati su Bper, che ha chiuso la seduta con un -3,98% a 1,95 euro. A catalizzare l’attenzione il fatto che il giorno precedente Unipol (-1,45% a 4,74 euro), principale azionista dell’istituto di credito modenese, aveva presentato una lista di sette membri per il consiglio di amministrazione di Bper (che verrà rinnovato dall’assemblea il prossimo 21 aprile) nel segno della discontinuità, visto che nessuno dei candidati è presente nell’attuale board.
Poste Soluzione Premium è una polizza multiramo, a vita intera e premio unico, con possibilità di premi aggiuntivi, caratterizzata dalla combinazione di un prodotto assicurativo con partecipazione agli utili e di una componente assicurativa unit-linked. Il premio può così essere destinato ad una varietà di fondi esterni, Etf compresi, per la parte unit-linked mentre la quota destinata alla sicurezza verrà convogliato nella gestione separata Posta ValorePiù.
- Azimut punta sul Brasile
Prosegue in Brasile l’espansione del gruppo Azimut dopo la recente acquisizione in Messico. Azimut ha firmato un accordo, attraverso la sua controllata Az Brasile Holding, per rilevare il 100% del capitale di Mzk Investimentos, società di asset management specializzata in strategie macro, con oltre 125 milioni di dollari di patrimonio in gestione. L’operazione, si legge nella nota, aggiungerà competenze di gestione all’attuale piattaforma di Az Quest, rafforzando la forte conoscenza del gruppo nei mercati azionari e obbligazionari brasiliani. La sinergia metterà in comune le forze di Az Quest e quelle di Mzk, che avrà accesso alle competenze di oltre 150 gestori in 18 centri di investimento. Azimut aveva appena acquisito anche il 51% del capitale di Kaan Capital, società di asset management specializzata nell’azionario messicano.
Un ecosistema per la salute, composto da attori che interagiscono tra loro e che stanno diventando via via più numerosi con l’ingresso delle società tecnologiche, delle assicurazioni, di star up innovative. È la sanità in cambiamento, «next e digital», ha detto ieri Alfredo Pascali, partner di Pascali NExT-HEALTH durante l’ultimo incontro del Milano Marketing Festival 2021 dedicato a questo tema, che alla base ha un utilizzo avanzato dei dati e un’integrazione digitale di spazi, relazioni e processi.
Il Covid è stato ancora una volta un’acceleratore di fenomeni già in atto. Come per la telemedicina, ha spiegato Caterina Gatti, pre-sales & marketing supervisor medical informatics business unit di Fujifilm Italia, un modo per avvicinarsi ancora di più al paziente e «mettere le eccellenze cliniche a disposizione di tutti».
L’obbligo di vigilanza e di attivazione per impedire atti pregiudizievoli per la società non viene meno se l’amministratore sia rimasto estraneo alla conduzione, non esercitando poteri; così ha statuito la Cassazione nella pronuncia 5795 del 3/3/2021. Tutto nasce da un’azione di responsabilità del curatore contro l’amministratore della fallita. Nei due gradi di merito era stata riconosciuta la fondatezza dell’azione. L’amministratore ha impugnato in Cassazione allegando motivi respinti dalla Corte. Nella decisione si afferma che il proscioglimento, avvenuto in sede di udienza preliminare (e non a esito del dibattimento), dalle accuse penali di truffa, false comunicazioni sociali e bancarotta per gli stessi fatti del procedimento civile, non ha efficacia di giudicato e non vincola il giudice civile.
Sono stati 21 i brand premiati con i Rewards dedicati alle eccellenze del Milano Marketing Festival, durante la cerimonia di assegnazione dei riconoscimenti dedicati a chi si è distinto per strategia e creatività nel marketing innovativo e nella comunicazione.
Protagonisti della serata di giovedì 18 sono stati i testimoni autentici del marketing cosiddetto, «Do it better», a cominciare da Radio Italia e Acea, premiate per la loro capacità di innovazione, continuando con Cattolica Assicurazioni e Cerved Group, distintesi per la capacità di comunicare e la strategia. Sempre la spinta all’innovazione, con un occhio al digitale e al design, fra le motivazioni che hanno distinto Dyadea, Esselunga e Fabita, oltre che Flowe e Fujifilm Italia, che hanno applicato la loro qualità ai servizi bancari e alla medicina domestica.
Più tutele ai lavoratori sportivi, sia dilettanti che professionisti. In particolare per le donne, anche per evitare episodi come quello della pallavolista Lara Lugli, che ha visto rescisso il proprio contratto perché incinta. Sono le parole di Valentina Vezzali, neo sottosegretaria allo sport, intervenuta ieri alla Camera dei deputati per rispondere a una interrogazione parlamentare sul caso della giocatrice di pallavolo. «È evidente», il commento di Vezzali, «che l’entrata in vigore dei decreti della riforma dello sport garantirà le tutele minime ai lavoratori sportivi, dando finalmente loro la dignità che spetta; ed è evidente che in tema maternità e genitorialità, farà sì che casi come quelli di Lara Lugli non avvengano mai più».
L’audizione della sottosegretaria allo sport segue di un giorno la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legislativo attuativo della delega di riforma del sistema sportivo, andato nella Gazzetta Ufficiale n. 67 del 18 marzo. Sono cinque i decreti attuativi della delega: uno sul lavoro sportivo, uno sui procuratori, uno sugli impianti, uno in materia di semplificazione e uno per gli sport invernali. Nella Gazzetta del 18 però sono andati solo quelli in materia di lavoro e di procuratori sportivi.
Dopo 37 anni passati all’interno del gruppo Bper, di cui sette come amministratore delegato, cala il sipario sulla gestione di Alessandro Vandelli. Unipol, il principale azionista della banca emiliana con una quota del 19 ha deciso di non ricandidare l’attuale capo azienda in vista del rinnovo degli organi sociali che avrà luogo all’assemblea del 21 aprile. La lista presentata dalla compagnia bolognese è all’insegna della discontinuità: sette persone e nessun esponente dell’attuale organo amministrativo di Bper.
Azimut, attraverso la controllata Az Brasile Holding, ha firmato un accordo per acquisire l’intero capitale di Mzk Investimentos, società di asset management indipendente specializzata in strategie macro, con oltre 125 milioni di dollari (105 mln euro) di masse gestite. «L’investimento in Mzk si adatta bene ai nostri piani di aggiungere competenze agli uffici locali del nostro Global asset management team, in particolare in un mercato chiave per i portafogli di investimento globali», ha osservato Giorgio Medda, a.d. e global head of Asset management del gruppo Azimu. «La nostra strategia di espansione della piattaforma integrata in Brasile beneficerà dello sviluppo di nuovi prodotti, che aiuterà a sua volta la crescita del business locale in linea con quanto fatto dal 2015».
- Banche, il mercato scommette su una gara per Banco Bpm
Carlo Cimbri si conferma un motore del consolidamento bancario italiano. Non quello parlato, quello vero. Tra giovedì sera e ieri mattina il leader di Unipol ha prima azzerato – con una nota di nove righe – il vertice di Bper, che occuperà con sette nomi di sua fiducia a partire dall’ad in pectore Piero Montani (e probabilmente anche il presidente); poi ha dato indicazioni strategiche su come intende creare il terzo polo bancario in Italia, con aggregazioni che la banca emiliana deve cercare nei prossimi mesi. L’assicurazione controllata dalle coop bolognesi resterà un pivot azionario, anche se con quota dimezzata rispetto al 19% che ha oggi in Bper. Il boccone principale, si apprende dietro le quinte, resta comunque Banco Bpm, con cui è aperto da mesi un tavolo negoziale: ma senza vincoli o pressioni di sorta, perché per integrarsi con l’attuale terza banca italiana «non si può fare al volo, e forse ci sono tempi che sono diversi tra le parti in gioco». La nuova Bper, sempre più targata Bologna, deve tenersi invece «aperta a tutte le ipotesi di consolidamento compatibili»: anche quella che porta verso Sondrio, dove la popolare omonima «è un’ipotesi affascinante, la più naturale per la storica vicinanza a Bper», sua partner nel risparmio gestito e nella bancassicurazione. I messaggi di freddezza verso quella che il mercato considera la sposa perfetta di Bper hanno inchiodato i titoli in Borsa, dopo una sovraperformance del 15% rispetto al settore nel 2021, spinta proprio da attese speculative: -3,98% gli emiliani ieri, -1,78% i milanesi, in una seduta comunque di venditori.
- Nel futuro delle Poste più pacchi che lettere Via alla vendita di luce e gas
Il percorso di crescita sostenibile del nuovo Piano strategico di Poste, al 2024, punta su alcune linee-guida individuate da tempo. A partire dalla forte espansione del segmento dei pacchi rispetto all’ineluttabile declino della corrispondenza tradizionale. Nonché dallo sviluppo dei prodotti e di nuovi ambiti da “aggredire” facendo leva sul patrimonio principale di Poste Spa: la fortissima base di clientela e la capillare distribuzione dei “punti vendita”, facilmente raggiungibili da tutti. Insieme all’aumento dei dividendi nell’arco del piano, in parallelo con la crescita degli utili. Tra le nuove proposte c’è la vendita della fibra ai 5 milioni di clienti tlc del gruppo, dal secondo trimestre 2021, la proposta di luce e gas (a partire dal 2022) in vista della liberalizzazione del settore (obiettivo: 1,1 milioni di clienti nel 2024); servizi assicurativi anche nel ramo danni – come già succede – e auto (in quest’ultimo caso con gli accordi già conclusi con Generali e Unipol) a tutta la clientela. Senza dimenticare il risparmio postale, che già in questo inizio d’anno ha fatto segnare un incremento di 2,3 miliardi nella raccolta lorda, buon viatico per trattare l’accordo con Cdp (di cui Poste distribuisce i prodotti) scaduto alla fine del 2020, anno in cui ha garantito 1,8 miliardi di commissioni. Altro punto qualificante, le attività finanziare totali passeranno dai 569 miliardi del 2020 ai 615 alla fine del piano, con ricavi lordi stabili, mentre i ricavi da servizi assicurativi salirano a 2,7 miliardi rispetto agli 1,64 miliardi del 2020 A livello di gruppo, il risultato operativo salirà del 5%, sempre medio annuo.
- Bper, la svolta delle alleanze
La mossa di Unipol di candidare Piero Luigi Montani per la guida di Bper — di cui la compagnia bolognese ha quasi il 20% — al posto di Alessandro Vandelli rimescola le carte del riassetto del sistema bancario, a cominciare dalla tanto discussa aggregazione tra la banca emiliana e il Banco Bpm. Ieri le interpretazioni sugli effetti della scelta di Unipol sono stati diverse. Secondo alcune letture i titoli hanno girato in negativo in Borsa, con Bper -4% e Banco Bpm -1,8%, perché la decisione della compagnia guidata da Carlo Cimbri allontana la fusione tra i due istituti. In effetti le dichiarazioni di Cimbri di ieri sono state esplicite. Non è mai stata «l’opzione principale»: «Nel nostro mestiere bisogna guardare la realtà. A mio parere un’eventuale fusione con Banco Bpm non è un’ipotesi che la banca può vagliare ora», ha dichiarato al Sole 24Ore. Inoltre «operazioni simili non possono essere fatte al volo. Forse ci sono tempi che sono diversi tra le parti in gioco». Il riferimento è a Banco Bpm, che con una fusione con Bper allontanerebbe il rischio di venire fagocitata da Unicredit. Altri invece ritengono sempre probabile un’operazione tra i due gruppi, come per esempio ieri un’analisi di Mediobanca.
- Poste, il piano per l’innovazione-. «Obiettivo emissioni zero nel 2030»
Dopo avere archiviato il 2020, anno della pandemia, con una crescita dei pacchi del 21% e un balzo del valore delle masse gestite a 569 miliardi (+6,1%), Poste Italiane presenta il nuovo piano strategico «2024 Sustain & Innovate», ribattezzato con la sigla 24SI, che indica gli obiettivi di crescita e di sviluppo per il prossimo triennio. Il gruppo guidato da Matteo Del Fante conta di archiviare l’ultimo esercizio del piano, quello del 2024, con un utile netto pari a 1,6 miliardi, in aumento del 33% rispetto al 2020. Un risultato che si accompagna con una politica dei dividendi «migliorata e sostenibile, basata su una consistente generazione di cassa», prevedendo per gli azionisti una cedola in aumento del 35% nell’arco di piano, in particolare in crescita del 14% nel 2021 e poi del 6% in ogni anno nel biennio successivo. Le iniziative del piano e il quadro di riferimento (l’ulteriore sviluppo dell’e-commerce) in cui opererà il gruppo Poste dovrebbero consentire di riportare in utile il settore corrispondenza e pacchi, con una trasformazione che vedrà il giro di affari del recapito pacchi superare quello della tradizionale corrispondenza. Debutta, tra l’altro, la spedizione dei pacchi con «zero carte, zero compilazioni a penna, zero passaggi in un ufficio», è previsto che si operi esclusivamente utilizzando una app.
- Poste, un’altra svolta nel retail: dopo la fibra arriva l’energia
Poste Italiane rivede al rialzo la politica dei dividendi e annuncia un aumento record degli investimenti, che tra il 2021 e il 2024 saranno pari a 3,1 miliardi, incentrati in buona parte su sostenibilità e innovazione. Il gruppo guidato da Matteo Del Fante ha presentato ieri il piano industriale al 2024 con il quale si annuncia lo sbarco del gruppo nel settore dell’energia. Postepay diventa una piattaforma per offrire ai 35 milioni di clienti un’ampia gamma di servizi: pagamenti, carte, telefonia, dal prossimo mese anche fibra e poi energia elettrica e gas. Questa offerta partirà dal 2022, in vista della liberalizzazione del mercato per le famiglie, prevista dal primo gennaio 2023. Poste entrerà da sola nel settore (svilupperà in proprio i sistemi di fatturazione), visto che essa è già uno dei maggiori acquirenti di energia (soprattutto green). Nei servizi assicurativi da quest’anno inizia la commercializzazione delle polizze Rc Auto in partnership con Generali e Unipol: è prevista una raccolta di 1,5 miliardi entro il 2024 e la vendita di questo prodotti in 4 mila uffici postali. I target al 2024 del gruppo prevedono ricavi in aumento del 3% nel periodo, a 12,7 miliardi. Il risultato operativo è destinato a salire del 5% a 2,2 miliardi. L’utile netto salirà del 6%, (1,6 miliardi). Le attività finanziarie totali saranno pari a 615 miliardi (569 miliardi nel 2020).
- Per i risarcimenti dei risparmiatori la strada resta lunga
Se non effetti immediati, la condanna di sette imputati coinvolti nelle vicende del crac della banca popolare di Vicenza può avere risvolti interessanti per i risparmiatori. Innanzitutto, i circa 1.500 azionisti della Popolare di Vicenza che si erano costituiti parte civile avranno visto soddisfatte le loro aspettative di giustizia. La sentenza infatti condanna i sette imputati al risarcimento per i risparmiatori costituiti in giudizio, da liquidare però in un separato giudizio. Difficilmente però questo frutterà qualche euro in termini di risarcimento.
- Sport dilettantistico, possibili attività extra
Pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale i cinque decreti attuativi della riforma dello sport. In particolare, i due provvedimenti apparsi sull’edizione del 18 marzo riguardano più nello specifico le nuove misure che interesseranno la disciplina del lavoro sportivo e che vedranno un riordino delle disposizioni in materia di enti professionistici e dilettantistici (decreto legislativo 36/2021) nonché dei rapporti di rappresentanza degli atleti e delle società sportive (decreto legislativo 37/2021).
- Meglio fare più preventivi se serve la polizza
È questione di mesi e il blocco dei licenziamenti cesserà. Ora si parla del 30 giugno, ma non è escluso che si vada oltre tale data. Ma che accadrà a chi sfortunatamente dovesse rientrare tra coloro che si trovano privi di posto di lavoro? Se hanno sottoscritto polizze contro la perdita impiego legate a un mutuo ci penserà l’assicurazione a pagare (ma di solito solo 6-12 rate post evento). «La garanzia “perdita involontaria di impiego” copre gli eventuali licenziamenti dovuti a tagli del personale per giustificato motivo oggettivo e quindi conseguenti anche all’attuale situazione economica », spiega Maurizio Taglietti, General Manager di MetLife in Italia. La copertura perdita impiego è di solito inserita in soluzioni Cpi o Ppi più articolate che proteggono anche in casi di altre avversità (decesso/invalidità permanente totale), coperture che qualora si attivassero permetterebbero di ottenere una cifra pari al debito residuo del mutuo in modo da agevolarne l’estinzione. Per autonomi e partite Iva, non assicurabili dalla perdita impiego, esistono soluzioni diverse, come ad esempio l’inabilità temporanea totale che permette all’assicurato di rimborsare le rate nel caso un infortunio o una malattia.
- Polizze o fondi? UniCredit e la ricerca di fonti di guadagno
Polizze, fondi o entrambi? UniCredit è a un bivio. Secondo rumor di mercato, alla banca a guida Orcel solleticherebbe l’idea di avere di nuovo in casa le fabbriche prodotto a cominciare dal risparmio gestito. Lì i concorrenti fanno i guadagni visto che il margine di interesse langue. Sull’asset management però vi sono i patti con Amundi, dopo la cessione di Pioneer Sgr incorporata formalmente nel gruppo francese il primo gennaio 2018.
- Osservatorio Pir La raccolta si tinge ancora di rosso per 113 milioni
Non si ferma l’esodo dai Pir. Anche a febbraio le richieste di rimborso per i piani individuali di risparmio hanno alleggerito i forzieri dei gestori per altri 113 milioni, un po’ meglio rispetto al saldo negativo di 161 milioni registrato a gennaio, ma pur sempre un dato molto pesante che sottolinea una volta di più come questi strumenti siano sempre meno presenti nei portafogli delle famiglie. E questa defezione non si ferma nemmeno di fronte al buon andamento dei mercati di riferimento di questi prodotti oltre che, ovviamente, ai risultati ottenuti dagli stessi Pir.
- Rsa. Polizze, il faro è ora sugli anziani
Il Covid ha messo in evidenza drammaticamente in particolare l’inadeguatezza delle residenze per gli anziani. Rsa è ormai un vocabolo che purtroppo si associa, dopo l’esperienza della primavera 2020, alle notizie drammatiche sui ricoverati, spesso deceduti per Covid senza neppure che ciò sia stato certificato nelle statistiche, che comunque mostrano come il 35% dei decessi da Covid di over 70enni sia avvenuto nelle strutture specializzate. Nonostante il Covid abbia già abbassato repentinamente la speranza di vita alla nascita (al Nord in solo anno si è passati da 83,2 a 82,3 anni) il futuro sarà quello di un Paese dove entro il 2050 la popolazione over 75enne quasi raddoppierà (dall’ 11,8% al 20% del totale). All’aumento dei senior corrisponderà poi, complice la crescita zero e i mutati stili di vita, anche una diminuzione dei potenziali caregiver (familiari che accudiscono l’anziano): se oggi ogni 75enne può contare su circa 5,4 persone che possono potenzialmente prendersene cura, nel 2050 si passerà a 2,7 persone.
- Il peso dei costi ricorrenti sulla unit linked Darta Blazar