Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
La nuova governance pone «solide basi» per lo sviluppo futuro di Cattolica. L’attuale contesto di mercato «facilita l’individuazione di valide soluzioni ai problemi emersi, il mutamento della forma giuridica, l’avvicendamento richiesto nell’assetto di governo dell’impresa e del gruppo e il completamento dell’aumento di capitale sociale programmato». Il quadro è stato delineato dal segretario generale dell’Ivass, Stefano De Polis, in audizione davanti alla commissione bicamerale d’inchiesta sulle banche e il sistema finanziario per parlare della vigilanza sulla compagnia assicurativa.
Le reti di consulenza finanziaria iniziano l’anno con una raccolta netta di 3,7 miliardi, +4,9% rispetto a gennaio 2020 grazie al raddoppio dei flussi nel risparmio gestito. Il 61,8% delle risorse nette, rilevano i dati di Assoreti, è investito in prodotti del risparmio gestito, con una raccolta di 2,3 miliardi, il 127% in più sullo stesso mese 2020, mentre i volumi di raccolta realizzati sulla componente amministrata del portafoglio si attestano a 1,4 miliardi, una contrazione (-43,9%) che ha coinvolto sia l’elemento finanziario del comparto sia la liquidità. Nel dettaglio, la raccolta netta dei fondi comuni aperti è stata di 769 milioni (73 milioni a gennaio 2020): le risorse nette sui fondi di diritto estero hanno raggiunto 842 milioni, mentre il bilancio sui fondi italiani è negativo per 264 milioni. Gli investimenti hanno privilegiato i prodotti azionari (1,2 miliardi). Il comparto assicurativo/previdenziale ha registrato flussi per 1,1 miliardi (+60%): sulle unit linked è andata metà dei premi netti versati (580 milioni).
Nonostante il brusco arresto avvenuto nel secondo trimestre, l’anno scorso il mercato globale del private equity, in termini di giro d’affari, si è rivelato resiliente: è quanto emerge dal report annuale di Bain & Company. L’industria del comparto ha generato 592 miliardi di dollari (492 mld euro) per valore di deal di buyout (+8% rispetto al 2019). Il numero di operazioni è però sceso del 24% (un migliaio in meno) e la domanda repressa degli investitori avrà un impatto significativo nel 2021, come dimostrato dall’attività già nelle prime settimane. In gennaio e febbraio il valore dei deal di buyout è del 60% superiore alla media dei primi due mesi dell’anno nell’ultimo quinquennio. I settori che hanno resistito meglio durante la crisi pandemica sono stati tech, beni industriali, servizi finanziari e sanitari: hanno rappresentato oltre il 65% delle operazioni chiuse nel 2020 e sono destinati a essere protagonisti del mercato anche quest’anno.
Cattolica, con la nuova governance, «presenta solide basi per l’esercizio e lo sviluppo dell’attività assicurativa»: lo ha affermato il segretario generale dell’Ivass, Stefano De Polis, in un’audizione alla commissione d’inchiesta sulle banche. La riorganizzazione e il rafforzamento della settima compagnia italiana sono ancora in corso, ma l’attività e la rete distributiva proseguono con regolarità. «L’attuale contesto di mercato facilita l’individuazione di valide soluzioni ai problemi emersi, il mutamento della forma giuridica, l’avvicendamento richiesto nell’assetto di governo dell’impresa e del gruppo e il completamento dell’aumento di capitale sociale programmato. L’Ivass continua a seguire da vicino la situazione e ritiene impegnati gli organi aziendali e l’amministratore delegato ad assicurare la tempestiva e corretta attuazione delle misure richieste».
Genialloyd, la compagnia che ha dato vita al mercato dell’assicurazione online in Italia, diventa Allianz Direct. Il rebranding, che si realizzerà nell’arco delle prossime settimane, sottolinea l’appartenenza al gruppo Allianz, di cui Genialloyd fa parte da sempre. Allianz Direct integrerà l’esperienza che ha reso Genialloyd leader di mercato in Italia nelle assicurazioni online secondo i dati Ania con i vantaggi di un modello sperimentato in altri paesi europei. Le compagnie Allianz Direct di Germania, Spagna, Olanda e Italia avranno un modello di business assicurativo coordinato, che condivide le conoscenze maturate per offrire ai clienti un’assicurazione online veloce, semplice e personalizzata, gestibile senza difficoltà anche da mobile.
Volvo venderà solo auto elettriche entro il 2030. Scopo del produttore di veicoli svedese è quello di tagliare l’impronta di carbonio dal ciclo di vita dei suoi veicoli, preparandosi per un’attesa accelerazione della domanda dei consumatori per questa tipologia di prodotti. Nel dettaglio il costruttore, di proprietà della cinese Geely, mira a far sì che il 50% delle vendite globali consista esclusivamente in auto elettriche entro il 2025, con la restante parte costituita da veicoli ibridi. I clienti potranno scegliere tra Volvo elettriche preconfigurate pronte per un ordine semplice e una consegna rapida. Le vendite di auto online verranno fornite con un pacchetto di assistenza che include servizio, garanzia, assistenza stradale, assicurazione ove disponibile e opzioni di ricarica domestica.
- «Il Covid è un infortunio. Vanno tutelati anche i no vax»
Gli operatori sanitari che rifiutano il vaccino e poi si contagiano con il Covid-19 hanno comunque diritto all’infortunio sul lavoro se il contagio avviene nell’esercizio delle loro funzioni. È quanto emerge dalla lettera inviata dall’Inail alla direzione regionale della Liguria sul caso degli infermieri che avevano rifiutato di sottoporsi al vaccino e poi si erano contagiati. Una posizione che ribalta l’orientamento di qualche giorno fa. Come si ricorderà, l’Istituto aveva assimilato all’infortunio il contagio avvenuto in azienda, ma non riconosceva rimborsi per i lavoratori che avessero rifiutato di vaccinarsi. Al lavoratore no vax dunque non sarebbe riconosciuto il danno ma solo la malattia. Con gli operatori sanitari cambia tutto. «Sotto il profilo assicurativo — si legge nella nota Inail — il comportamento colposo del lavoratore non comporta di per sé l’esclusione dell’operatività della tutela». Non bisogna dimenticare che tutta la questione dell’infortunio sul lavoro è molto spinosa per la ricaduta che ha sui datori, che in caso di contagio sul posto di lavoro rischiano conseguenze penali. E qualcuno ha addirittura ipotizzato la legittimità legale che un datore di lavoro possa licenziare il dipendente che rifiuta il vaccino. Per questo da mesi gli esperti del settore economico-giuridico chiedono a gran voce norme specifiche che dissipino dubbi e ambiguità.
- «Sace, questi i nuovi rischi per l’export italiano»
Nella stagione della pandemia aumentano i rischi per le imprese italiane che esportano: innanzitutto i rischi di credito, vista la crisi e l’impennarsi mondiale del debito privato e pubblico (salito quest’ultimo di 24 mila miliardi a 281 mila miliardi, il 355% del Pil globale, dal 320% del 2019, dati Iif): peggiorano in 120 casi su 194. Poi i rischi politici per le tensioni sociali, e quelli climatici. Ma si intravvedono i segnali per una ripresa spiccata, a V, certo in funzione dell’evolversi nel mondo della campagna vaccinale. Sono stimate peggiorare l’India e l’America Latina, restare stabili la Cina e gli Usa, mentre tra i Paesi in fase di riavvio ci sono il Giappone, l’Australia, il Senegal, il Kenya, anche la Germania. La ripartenza sarà nel solco di una parola, però: sostenibilità, intesa anche come benessere sociale. È ciò che farà la differenza fra le imprese del made in Italy per competere sui mercati internazionali. Sono i risultati della Mappa dei rischi 2021 di Sace, «Rosso, giallo e green: i colori dei rischi e della ripresa sostenibile per l’export italiano nel 2021», alla quindicesima edizione (disponibile online sul sito Sace), presentata ieri al Corriere della Sera. Tra gli ospiti, le aziende che internazionalizzano con Sace: Enel X con il ceo Francesco Venturini; Saipem con Silvia Abrate, direttore Risk management supply chain; Coelmo (generatori) con la presidente Stefania Brancaccio. E imprenditori come Mariateresa Maschio (Mascar), Giulia Giuffré (Irritec), Elena Dallavalle (Motridal), Giuseppe Di Martino (ceo del pastificio omonimo).
- Da Genialloyd ad Allianz Direct
La compagnia Genialloyd diventa Allianz Direct. Il rebranding, che si realizzerà nell’arco delle prossime settimane, sottolinea l’appartenenza al gruppo Allianz, di cui Genialloyd fa parte da sempre. Le compagnie Allianz Direct di Germania, Spagna, Olanda e Italia avranno un modello di business assicurativo coordinato, che condivide le conoscenze maturate «per offrire ai clienti un’assicurazione online veloce, semplice e personalizzata, gestibile senza difficoltà anche da mobile».
- Swiss Life, utili in calo del 13%
Il gruppo assicurativo svizzero Swiss Life ha conseguito nel 2020 un calo dell’utile netto pari a 13% per un ammontare a fine anno pari a 1 miliardo di franchi. La flessione, ha spiegato la società comunicando al mercati i dati del bilancio 2020, è dovuta in particolare a un accantonamento per un contenzioso negli Stati Uniti riguardante un ex portafoglio assicurativo con clienti americani.
- Cattolica, ora è tempo di rimediare
Per Cattolica scatta il tempo dei rimedi. La compagnia, che ha ricevuto gli esiti dell’ispezione Ivass lo scorso 8 gennaio, la prossima settimana dovrebbe inviare all’Autorità le soluzioni definite per far fronte alla richiesta di un cambio di passo sulla governance avanzata dalla vigilanza. Vigilanza che giusto ieri in audizione di fronte alla commissione d’inchiesta sul sistema bancario ha tracciato un quadro della situazione pregressa e attuale della società assicurativa. In particolare, Stefano De Polis, segretario generale dell’Ivass, ha prima fotografato il passato, “macchiato” da « rilevanti irregolarità gestionali» che hanno trovato «origine nelle serie disfunzioni della complessiva governance aziendale, con un Consiglio che ha mancato di esercitare le proprie prerogative di indirizzo, gestione e controllo». E poi ha affrontato il presente: «L’azienda rinnovata nella governance presenta solide basi per l’esercizio e lo sviluppo dell’attività assicurativa». Punto di partenza è un «coefficiente di solvibilità del 181%». Dopo queste dichiarazioni di De Polis l’audizione della Commissione presieduta da Carla Ruocco è passata in modalità segreta.
- Assoreti, raccolti 3,7 miliardi a gennaio
A gennaio i dati rilevati da Assoreti indicano una raccolta netta positiva per le reti di consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede pari a 3,7 miliardi di euro (+4,9%). Il 61,8% delle risorse nette è investito in prodotti del risparmio gestito, con una valorizzazione più che raddoppiata rispetto all’anno precedente (+126,7% ) e pari a 2,3 miliardi, mentre i volumi di raccolta sulla componente amministrata del portafoglio si attestano a 1,4 miliardi, evidenziando una contrazione (-43,9%) che coinvolge sia l’elemento finanziario del comparto sia la liquidità.
- Prodotti finanziari, obbligatorio il rating di sostenibilità
Con l’obiettivo di migliorare il reporting Esg (Environmental, social and governance) nel settore dei servizi finanziari, il 2 febbraio le Autorità di vigilanza europee (Eba, Eiopa ed Esma) hanno emanato la versione finale delle norme tecniche di regolamentazione (Rts) richieste dal Regolamento Ue 2019/2088 (Sustainable finance disclosure regulation o Sfdr). Le disposizioni di secondo livello dovrebbero entrare in vigore dal 1° gennaio 2022, dopo il recepimento da parte della Commissione europea previsto entro tre mesi dalla loro pubblicazione. Le norme sono indirizzate ai partecipanti ai mercati, ossia a chi crea i prodotti o fornisce i servizi di gestione del risparmio, e ai consulenti finanziari, principalmente banche e imprese di assicurazioni. Sono richiesti dettagliati contenuti e specifiche modalità di presentazione delle informazioni sulla sostenibilità sia a livello di entità che di prodotto. Ciò per consentire agli investitori finali di avere una maggiore consapevolezza sui principali impatti negativi delle proprie decisioni d’investimento e sulle caratteristiche Esg di un’ampia gamma di strumenti finanziari. Si tratta di un cambiamento epocale per l’industria degli investimenti socialmente responsabili la cui offerta è destinata ad aumentare, parallelamente ai rischi di greenwashing, il cosiddetto ambientalismo di facciata.
- Somme distratte e investite, non è autoriciclaggio
L’amministratore compie il reato di appropriazione indebita se destina le somme ricevute dai condòmini a una finalità diversa da quella per cui sono state dai medesimi conferite. Pertanto, il reato ricorre non soltanto quanto l’amministratore rende proprie tali somme, ma anche se le utilizza per saldare i conti di altri condomìni da lui stesso amministrati (Cassazione, sentenze 57383/2018 e 6577/2021).
- Generali «riforma» 900 manager
La formazione «è un viaggio, un lungo viaggio che ci accompagnerà sicuramente anche nei prossimi mesi». L’inizio di questo viaggio Barbara Lucini, responsabile people value and engagement di Generali Italia, lo ricorda molto bene. Era il 2016, quando la compagnia, tra le prime in Italia, è partita con uno smart working che, prima della pandemia, coinvolgeva già 1.700 dipendenti in tutte le sedi in Italia. Il viaggio-trasformazione si è dipanato lungo le tre vie della delega, della flessibilità e dell’autonomia. Se oggi il 95% dei lavoratori di Generali opera da remoto con risultati apprezzabili, lo si deve in gran parte a quanto fatto dal 2016, che, all’arrivo della pandemia, ha consentito una capacità di reazione più veloce. Senza spiazzare l’organizzazione. Nemmeno all’inizio, quando non era ben chiaro che cosa ci avrebbero riservato i mesi a venire.
- Vettore responsabile se l’errore è specifico
Gli obblighi in materia di sicurezza che «gravano sul datore di lavoro ai sensi del Dlgs 81 del 2008 sono strumentali alla tutela non soltanto dei suoi dipendenti, ma anche dei terzi che si trovino nell’ambiente di lavoro o che siano coinvolti nel ciclo produttivo, indipendentemente dall’esistenza di un rapporto di dipendenza con il titolare dell’impresa». A fronte di questa regola generale, qualora l’autista di un mezzo subisca un infortunio durante la fase di carico della merce, la colpevolezza o meno del rappresentante legale dell’azienda produttrice del bene, e che ha appaltato il trasporto, dipende dalla natura dell’errore commesso. Va verificato se «è stata la conseguenza di un errore esecutivo nella manovra di ancoraggio collegato alla specificità del bene da trasportare o del luogo di lavoro in cui è stata eseguita l’operazione, che, quindi, il committente…avrebbbe dovuto prevenire ed evitare con specifiche istruzioni e/o assistenza, ai sensi dell’articolo 26 del Dlgs 81 del 2008, oppure, al contrario, di un errore esecutivo nella manovra di ancoraggio che prescinda da tali profili e sia, invece, collegato alle specificità del mezzo di trasporto e delle sue dotazioni o semplicemente all’essenza stessa dell’ancoraggio, rientrante nelle competenze specifiche del vettore». Corte di cassazione, 7087/2021, depositata il 24 febbraio