Laborfonds è il fondo integrativo per lavoratori e le aziende in Trentino-Alto Adige. Forno (dg): nell’economia regionale già investiti 60 milioni di euro
di Carlo Giuro
Un caso di sicuro successo nel panorama della previdenza complementare è quello dei fondi pensione territoriali. In un anno in cui si discuterà sul come rilanciare le adesioni e più in generale sul come realizzare quel salto di paradigma auspicato dalla stessa Covip, è interessante esaminare più nel dettaglio come si muove questa realtà. MF-Milnao Finanza ne ha parlato con Ivonne Forno, direttore generale di Laborfonds, fondo pensione negoziale territoriale intercategoriale per i lavoratori dipendenti da datori di lavoro, pubblici e privati, che operano nel territorio della regione Trentino-Alto Adige.
Domanda. Come state fronteggiando l’acuirsi della crisi economica derivante dal Covid 19?
Risposta. Dobbiamo ricordare che una parte importante dei nostri aderenti sono dipendenti pubblici e che, essendo Laborfonds un fondo intercategoriale, ha subito e subisce l’impatto della crisi meno di altri fondi pensione negoziali, propri. Siamo però consapevoli che, a oggi, alcune situazioni di difficoltà sono congelate, ad esempio con il blocco dei licenziamenti: vedremo nel corso dell’anno, auspicando che le nostre aziende e i lavoratori possano superare questo difficile momento.
D. Come state gestendo la volatilità dei mercati?
R. Già a marzo il consiglio di amministrazione ha concesso ai gestori di derogare ai limiti agli investimenti, ove ciò fosse ritenuto dagli stessi necessario per proteggere il valore del patrimonio affidato in gestione. Tale facoltà è stata rinnovata da parte del Consiglio, stante il riacutizzarsi dell’emergenza epidemiologica da ottobre, seppur ancora non utilizzata dai gestori attivi. La corretta impostazione dell’asset allocation strategica e la prudente e ampiamente diversificata filosofia di gestione, oltre che l’efficace gestione attiva, hanno dimostrato appieno i propri effetti positivi riguardo alla protezione del capitale, anche in termini relativi rispetto ai benchmark di riferimento, ma anche alla capacità di partecipare pienamente ai momenti di ripresa dei mercati.
D. Avete avviato specifiche iniziative di supporto consulenziale verso gli iscritti?
R. Abbiamo concordato con il nostro service amministrativo alcune modifiche alle procedure finalizzate a permettere il fluido e regolare esercizio da parte degli aderenti delle proprie prerogative, tenuto conto delle chiusure degli sportelli informativi e del front office. Non si sono registrati nel primo lockdown incrementi nelle pratiche sottoposte al fondo, anzi: per alcune tipologie di prestazioni si è riscontrato il contrario, probabilmente per la chiusura degli sportelli di front office.
D. Come procede l’adeguamento nei confronti di Iorp 2 e Shrd?
R. Le attività per l’adeguamento alla Iorp 2 hanno preso avvio presso il fondo già da inizio 2019 e sono proseguite per tutto il 2020 secondo la pianificazione definita nell’ambito del Masterplan approvato dal consiglio di amministrazione. Nel frattempo, lavoreremo anche per adempiere alle previsioni delle deliberazioni Covip del 22 dicembre in tema di trasparenza e raccolta delle adesioni. Per quanto attiene alla Shrd stiamo attivamente partecipando ai tavoli di lavoro a livello nazionale: si tratta di un percorso da condurre in maniera graduale, in termini sostanziali e non solo formali.
D. Come si muove Laborfonds con riferimento all’investimento nella economia reale?
R. Laborfonds non è solo il fondo pensione dei lavoratori, ma anche delle loro aziende, enti e datori di lavoro. Trae la propria salute da quella del contesto economico nel quale ha le proprie radici. Il rapporto con il territorio, quindi, è nel dna del fondo e anche per questo motivo dal 2015 parte delle risorse finanziarie a disposizione sono state investite nell’ambito di due progetti territoriali per circa 60 milioni di euro. Gli stessi stanno permettendo infatti di perseguire i rendimenti auspicati, ma anche di ottenere ricadute ed effetti positivi ulteriori a favore del contesto economico locale.
D. Quale è il vostro approccio nei confronti dell’investimento sostenibile?
R. Sempre di più i dati che riguardo l’andamento delle aziende e quindi degli investimenti ci dimostrano che le realtà gestite secondo criteri Esg risultano essere, nel tempo, più performanti e resilienti. Si tratta peraltro di criteri che sono del tutto coerenti con il dna dei fondi pensione.
D. Qual è la vostra attenzione per iniziative di educazione?
R. L’educazione previdenziale è l’aria che respiriamo: solo la consapevolezza della necessità di disporre di una previdenza complementare rispetto a quella pubblica, per poter beneficiare di un tenore di vita adeguato alle proprie necessità al momento della pensione, permette alle persone di decidere di aderire. (riproduzione riservata)
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