Il 69% degli istituti finanziari europei ha aumentato il numero di partnership fintech nel 2019, in Italia è il 17% degli istituti ad avere attualmente in corso una partnership fintech per alimentare la propria strategia di open banking. È quanto emerge dall’analisi condotta da Tink, piattaforma di open banking tra i leader in Europa.
Secondo gli esperti, si tratta di numeri destinati a crescere nell’anno in corso, attraverso collaborazioni che aiutino le banche ad affrontare processi finalizzati a migliorare l’esperienza del cliente. Le istituzioni finanziarie che non abbracciano il passaggio dall’analogico al digitale, dunque, rischiano di rimanere più di un passo indietro. La pandemia ha accelerato l’evoluzione, spostando ogni business online e di conseguenza velocizzando il processo di digital transformation.

Secondo Marie Johansson, country manager di Tink in Italia, le banche dovrebbero creare una chiara strategia di open banking, tenendo conto che in Italia quasi il 27% degli istituti intervistati non ha ancora una pianificazione stabilita.

Inoltre, gli istituti di credito dovranno concentrarsi sulla risoluzione di problemi concreti e investire dove vi sono opportunità commerciali: il 47% degli istituti finanziari italiani non spende più di 50 milioni di euro nelle strategie di open banking, oltre la metà dei dirigenti italiani indicare di spendere più di 100 milioni di euro.

Infine, secondo il focus, appare opportuno che gli istituti finanziari diano priorità alle partnership fintech per accelerare l’innovazione e dotarsi di tecnologia e competenze.

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