A Piazza Affari venerdì 19 gli erano occhi puntati su Bper, che ha chiuso la seduta con un -3,98% a 1,95 euro. A catalizzare l’attenzione il fatto che il giorno precedente Unipol (-1,45% a 4,74 euro), principale azionista dell’istituto di credito modenese, aveva presentato una lista di sette membri per il consiglio di amministrazione di Bper (che verrà rinnovato dall’assemblea il prossimo 21 aprile) nel segno della discontinuità, visto che nessuno dei candidati è presente nell’attuale board. Per il ruolo di amministratore delegato Unipol ha candidato Piero Montani, che dunque potrebbe prendere il posto di Alessandro Vandelli. Gli analisti di Equita Sim vedono «la proposta di sostituzione dell’amministratore delegato come un’accelerazione di Bper verso un’operazione di m&a». Quanto alle opzioni, gli esperti riportano che Carlo Cimbri, amministratore delegato di Unipol, Cimbri, ha ribadito che l’ipotesi Banco Bpm rimane affascinante ma difficilmente potrà essere perseguita da Bper nell’anno in corso, mentre qualora la Popolare di Sondrio si trasformasse in spa sarebbe logico per la banca emiliana avviare dialoghi per un’aggregazione con l’istituto valtellinese. Infine, relativamente al tema Carige non vengono manifestate preclusioni, mentre è stato escluso che Bper possa essere interessata a Mps, considerando le dimensioni di quest’ultima.

Anche gli analisti di Intesa Sanpaolo si sono focalizzati sulle dichiarazioni di Cimbri. Secondo gli esperti, «l’integrazione tra Banco Bpm e Bper ha un forte senso industriale» per gli azionisti di entrambe le banche. «Non si può escludere che l’apertura a più opzioni possa anche far parte della strategia negoziale tra i due istituti», avvertono gli analisti. Quanto ad Unipol, in particolare, da Intesa Sanpaolo ribadiscono che la società «può beneficiare indirettamente del potenziale processo di consolidamento bancario, vista la sua partecipazione del 19% in Bper a livello di gruppo» e confermano il giudizio positivo sul titolo (rating buy con target price a 5,4 euro per azione), considerando anche che il dividendo 2019 non distribuito potrebbe essere un potenziale catalizzatore a partire dal secondo semestre di quest’anno. (riproduzione riservata)

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