di Andrea Pira
La nuova governance pone «solide basi» per lo sviluppo futuro di Cattolica. L’attuale contesto di mercato «facilita l’individuazione di valide soluzioni ai problemi emersi, il mutamento della forma giuridica, l’avvicendamento richiesto nell’assetto di governo dell’impresa e del gruppo e il completamento dell’aumento di capitale sociale programmato». Il quadro è stato delineato dal segretario generale dell’Ivass, Stefano De Polis, in audizione davanti alla commissione bicamerale d’inchiesta sulle banche e il sistema finanziario per parlare della vigilanza sulla compagnia assicurativa.
È trascorso un mese e mezzo da quando l’authority sulle assicurazioni aveva chiuso la propria ispezione sulla compagnia veronese, sollevando pesanti rilievi e chiedendo in particolare un profondo ricambio dei componenti dell’organo amministrativo che dovrà essere attuato con la trasformazione della forma giuridica della società da cooperativa a spa, che avrà efficacia dal 1° aprile, con un rafforzamento del sistema di governance.
Ivass «continua a seguire da vicino la situazione», ha chiarito De Polis, per il quale il cda e l’amministratore delegato sono impegnati «ad assicurare la tempestiva e corretta attuazione delle misure richieste». Data l’attività di vigilanza ancora in corso, gran parte dell’audizione è stata secretata. La seduta è stata comunque aperta da una breve relazione per fare il punto sulla situazione.
Dopo l’indebolimento dovuto all’andamento dei mercati per effetto della pandemia nei primi mesi del 2020, il coefficiente di solvibilità di Cattolica è tornato al 181% contro un minimo del 100%», ha sottolineato De Polis. Merito della sottoscrizione della prima tranche dell’aumento di capitale da 500 milioni di euro, chiesto da Ivass e riservato a Generali per 300 milioni. La riorganizzazione e il rafforzamento della settima compagnia assicurativa italiana sono ancora in corso, è la posizione dell’Ivass, ma l’attività della società e della sua rete distributiva «prosegue con regolarità».
Non sono mancati rilievi e sottolineature sull’operato del passato cda, cui viene imputato l’aver privilegiato «esigenze relazionali e di visibilità sul territorio» nelle scelte di business. Ed è stato ricordato inoltre «il clima di tensione» e la «forte situazione conflittuale» che hanno caratterizzato i rapporti in seno al consiglio e tra i soci.
In questo contesto, il segretario generale ha voluto sottolineare l’attività di vigilanza svolta, tema centrale dell’audizione e del mandato della bicamerale presieduta dalla deputata pentastellata Carla Ruocco. Attività di ispezione condotta «nel difficile contesto del lockdwon».
Dagli accertamenti sono quindi emerse «rilevanti irregolarità gestionali che trovano origine nelle serie disfunzioni della complessiva governance aziendale, con un Consiglio che ha mancato di esercitare le proprie prerogative di indirizzo, gestione e controllo», ha ricordato ancora De Polis. «In ambito partecipativo e immobiliare», ha aggiunto, «il processo decisionale ha privilegiato esigenze relazionali e di visibilità sul territorio, ponendo in secondo piano la convenienza economica e i rischi legati alle singole operazioni oggetto di delibera». (riproduzione riservata)
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